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Comune di Prato

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28/11/2008 15:23
Finanze E' il bilancio di previsione 2009 del Comune di Prato

Tasse e tariffe ferme, servizi in crescita, investimenti stabili

Il vice sindaco Bencini: «Ma dallo Stato politiche negative per le comunità locali»
Servizi mantenuti, anzi «accresciuti - come declama il vice sindaco e assessore alle Finanze Roberto Bencini - perchè sono cresciute le esigenze e con esse il numero degli utenti», tasse e tariffe bloccate con un risicato adeguamento nominale per quest'ultime del 2% (fatta eccezione per alcuni settori), la metà esatta dell'inflanzione effettiva 2008, una spesa per investimenti attorno ai 60 milioni di euro «che cerchiamo di mantenere costante - sempre Bencini - perchè in una situazione di grave difficoltà occorre arricchire il patrimonio della città e produrre lavoro», e, al contempo, minori trasferimenti dal governo e quindi molti meno euro in cassa e da iscrivere a bilancio, tanto che si farà fatica a recuperare i 14,2 milioni di Ici “aboliti”, con un saldo finale che, fra il ricevuto (la metà) e ciò che ancora c'è da avere (dallo Stato), farà registrare un mancato introito di circa 1,5 milioni. Sembra, a spanne, il resoconto di un “miracolo finanziario” (con meno soldi si fanno più cose), in realtà è lo schema di bilancio di previsione 2009 del Comune di Prato, illustrato dal vice sindaco, accompanato nella circostanza dal ragioniere capo Luca Heller Vainecher. E se “miracolo” non è, la chiave di volta è racchiusa in due voci: maggiori entrate tributarie, oltre 2 milioni, da recupero dell'evasione, minori spese nell'ordine di 5 milioni e passa per le cosiddette “funzioni generali”, ossia il costo per il funzionamento degli uffici. Il resto, tanto del resto, fra il 2008 (preventivo) e il 2009 (preventivo) crescerà: aumenterà la spesa per la sicurezza (+ 1,87 milioni), per l'istruzione (+ 2,92 milioni), per la viabilità e i trasporti (quasi un milione), per l'intero comparto sociale, dagli asili nido ai servizi alla persona (+ 640 mila euro in quest'ultimo caso), nonostante i “tagli” pesanti già resi noti in Consiglio comunale. Bencini ha insistito molto sugli obiettivi: tenere ferma la barra dei servizi («in tempi di crisi la richiesta aumenta e ce ne facciamo carico») e non abbassare il tetto degli investimenti («se la situazione è difficile occorre immettere risorse nel tessuto economico e sociale»), al punto che il Comune ha già liquidato («tutto già pagato» chiosa Heller), ad ottobre, 51,3 milioni di euro di opere pubbliche e sta mobilitando altre opere per quasi 79 milioni di euro, sbloccando partite da tempo programmate. Le preoccupazioni sono per l'immediato futuro. Dal 2007 al 2009 la quota di autonomia finanziaria del Comune scenderà dal 70,12% al 58,75%, a causa dell'Ici sulla prima casa che non c'è più. «Altro che federalismo - sbotta Bencini -. Di questo passo, con sempre minori trasferimenti, i Comuni, visto che non potranno tagliare sul personale o sulla scuola, saranno costretti a ridurre gli investimenti». Come dire che per quanto si possa essere virtuosi (spesa corrente stabile, preventivata per il 2009 in 134,9 milioni, a crescere soltanto per servizi reali e non per la macchina comunale; indebitamento sulle entrate correnti sceso all'86% dal 105% del 2006) si rischia di non farcela più. Chiude Bencini: «Mentre lo Stato annuncia - in un quadro di gravi difficoltà economiche - maggiori investimenti, i Comuni vengono costretti a prendere in considerazione la loro riduzione. E dire che sono quelli che realizzano la grande massa di opere pubbliche. Una politica del genere non ha senso».
1181/08

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