16/01/2009 15:58
Ambiente
Lo scorso anno quasi 40 mila visitatori
Csn, in salute la struttura del Monteferrato
Una cifra su tutte descrive meglio di tante parole lo stato di salute del Centro di Scienze naturali (Csn): lo scorso anno sono stati più di 35 mila (36.367) i visitatori della struttura del Comune di Prato, situata sul Monteferrato. «E' un numero straordinario - dichiara l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio - anche rispetto ad altre istituzioni nelle quali l'Amministrazione comunale investe». E nelle intenzioni dell'assessore, ma anche del presidente del Csn Massimo Calissi, del direttore Gilberto Tozzi e di Deanna Lastrucci Tozzi responsabile del settore diidattica ed educazione Ambientale, i traguardi da raggiungere sono ancora tanti, compreso quello (ipotetico) di trasformare la sede dove sorge in un luogo di «turismo naturalistico, scientifico e ambientale», capace di ospitare dalle 300 alle 340 mila persona ogni anno. Un sogno? Tutt'altro rispondono in coro i protagonisti atttuali di questa avventura, iniziata anni orsono, 41 per l'esattezza, «quando parlare di ambiente - dice Calissi - era quasi una stravaganza in tempi sociali, gli anni '60, particolarmente aspri».
«Ci siamo accorti che il Centro - scandisce l'assessore all'Ambiente -, in virtù della sua attività scientifica, dell'esperienza acquisita, e anche dei favori che incontra, ha le potenzialità per promuovere forme di turismo naturalstico, su cui non solo le parti pubbliche potrebbero investire». Anche perchè le “stranezze” o le “bellezze” della natura, «che è qualcosa ancora capace di stupirci» (Calissi), attraggono: quando l'anno scorso, a giugno, nel centro di Galceti nacque un capriolo “unicorno”, un grupppo di turisti americani, in crociera nel Mediterraneo con scalo a Livorno, volle salire fino al Monteferrato per vederlo.
Il progetto del “nuovo” Centro c'è già ed è già stato presentato a Comune e Regione. E' un bel «progetto architettonico» esclama Calissi. Ma niente paura «non ci saranno edifici da costruire» puntualizza il direttore Tozzi: tutto si svilupperà sotto il piano di campagna, con servizi e strutture interrate, secondo i criteri della biorchitettura e del più spinto risparmio energetico. Il costo preventivato varia dai 20 ai 25 milioni di euro. «Sicuramente tanto - precisa Curcio - e sicuramente impossibile da sostenere con le sole forze pubbliche. Ma questo non significa che non si debba lavorare a questa prospettiva, anche perchè il progetto è stato pensato per lotti funzionali, da realizzare gradualmente».
Nel frattempo il Centro di Galceti la sua espansione l'ha iniziata: in quattro anni, dal 2004, il parco è passato da 50 mila a 160 mila metri quadrati, è stato realizzato il primo lago a cui presto se ne aggiungeranno altri due, è stato acquistato il telescopio solare e, a breve, sarà aperto un anfiteatro con circa 250 posti, per iniziative diurne e notturne. Tanto altro è stato fatto e tanto è in cantiere per il 2009. Ma il Centro, chiarisce il suo presidente, non è solo animali selvatici o in difficoltà e da curare, che fra l'altro nel 2008 non sono stati pochi, 3593 praticamente dieci al giorno: «è una struttura scientifica di alto valore, una delle poche in Italia che si occupa a 360 gradi del sistema ambientale». Allora giù con altri numeri: 188 sono stati gli interventi di soccorso faunistico in tutta la regione, 6917 i km percorsi per il recupero della fauna, 101 gli interventi e 1497 le ore impiegate (con 126 automezzi e 418 volontari) per il controllo, la prevenzione e l'estinzione di incendi boschivi e per la protezione civile, 365 i giorni di attività 24h su 24h per 267 giorni di apertura al publico, 63 le aperture festive, 31 le notturne.
Sono numeri di chi ha radici salde e può contare su una associazione di volontari composta da 150 persone. Numeri che descrivono anche una buona vita economica: su un bilancio di 483 mila euro, il contributo del Comune nel 2008 è stato di 207 mila euro, mentre l'aufinanziamento è salito al 57% con 276 mila euro incassati.
E mentre si prospetta il futuribile, altre missioni attendono Tozzi e compagnia: la prima salvare insieme al Cnr le «malate» pinete del Monteferrato.
41/09
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