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Comune di Prato

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06/03/2009 18:16
Consiglio Comunale Seduta straordinaria col sottosegretario on. Mantovano

«Sicurezza, essenziale la collaborazione istituzionale»

E' finita con la conferma, sia da parte del Governo nellle parole del sottosegretario al ministero dell'Interno on. Alfredo Mantovano, che del Comune nelle frasi del sindaco Marco Romagnoli, della linea «di collaborazione stretta fra tutte le istituzioni» la seduta straordinaria del Consiglio comunale, svoltasi nel pomeriggio odierno, dedicata ai temi della sicurezza e ai due “patti” per “Prato sicura”, l'ultimo dei quali sottoscritto di recente fra le istituzioni locali pratesi e l'esecutivo nazionale. E' stato proprio il sindaco Marco Romagnoli, dopo i saluti del presidente Daniele Mannocci, ad introdurre l'argomento e a ricordare, in apertura del Consiglio, le preoccupazioni della città: «Non c'è un'emergenza ma ci dobbiamo confrontare con una situazione difficile e con una massicia presenza di immigrati stranieri. Il nostro timore è che questa città accogliente, la cui popolazione è in gran parte costuita da cittadini provenienti da altre parti d'Italia, di fronte a questo nuovo fenomeno non sia più in grado di tener fede a questa sua tradizione. Reclamiamo solo attenzione e una presenza adeguata dell'articolazione degli organi dello Stato sul nostro territorio per governare un problema epocale, con intelligenza, buon senso e risorse sufficienti». Il sottosegretario on. Mantovano ha affermato che il contrasto all'immigrazione clandestina è «una delle quattro priorità che si è dato il Ministero dell'Interno». Contrasto che può funzionare solo se ri rende effettivo «il meccanismo delle espulsioni, attraverso strumenti adeguati quali i Centri di identificazione e accoglienza, uno dei quali dovrà sorgere anche in Toscana». Senza questi centri, per Mantovano, il meccanismo delle espulsioni si inceppa, tanto che su 586 irregolari rintracciati nel 2006 nella Provincia di Prato solo 74 sono stati allontanati dal territorio nazionale. Idem negli anni successivi: nel 2007 su 527 irregolari scoperti le espulsioni sono state 36, 22 nel 2008 su 903 irregolari. Mantovano ha anche chiarito che la questione delle ronde è malposta, anzi che la stessa parola ronda non andrebbe usata, perchè si tratta solo di disciplinare esperienze già in atto in Comuni italiani che utilizzano associazioni di volontari nello svolgimento «di servizi sul territorio». E quindi senza armi, su richiesta dei sindaci, autorizzate dal Prefetto e iscritte in un apposito registro. La chiave di volta, per il sottosegretario Mantovano, della nuova definizione di sicurezza urbana sta «nell'averla legata al potere di ordinanza dei sindaci». Quanto agli organici tutti quelli previsti nel primo patto (10 poliziotti, 15 carabinieri e 25 finanzieri) sono arrivati a Prato, solo che «queste unità sono andate a pareggiare personale andato in pensione». E' una situazione generale, ha proseguito il rappresentante del Governo, perchè all'appello per tutte e tre le forze di polizia «mancano 25 mila unità». In ogni caso la linea del Ministero dell'Interno, «costante con governi di diverso colore», è «la collaborazione stretta con le istituzioni, ad iniziare dai municipi, qualunque sia la loro maggioranza politica». A conclusione il sindaco ha confermato la posizione del Comune di Prato, basata su semplici presupposti: «E' un dovere l'accoglienza, è un dovere rispettare le regole». Il sindaco ha anche ricordato che, in base ai nuovi poteri, sono state emesse 47 ordinanze, compresa una «che copre un vuoto legislativo e che consente di ritirare l'agibilità in casi gravi di illegalità». Così come da tempo l'Amministrazione ha avviato collaborazioni con associazioni di volontariato, di carabinieri e vigili urbani in pensione, «per servizi sul territorio». Il sindaco non si è tirato indietro neppure sulla questione dei Centri di identificazione: «Sotto altro nome sono stati istituiti dalla legge Turco-Napolitano. Quello che non possiamo accettare è che si trasformino in luoghi di detenzione». Quindi le parole finali: «La legalità è stata una nostra bandiera, perchè solo nella legalità si possono affermare i diritti. Su queste questioni ci vuole un confronto sereno e concreto e non ideologico. E' quello che cerchiamo di fare. Col nuovo “patto”, in maniera pragmatica, ci siamo assunti gli impegni possibili, data la scarsezza di risorse dello Stato e dei Comuni, anche perchè a quest'ultimi non si può chiedere anche di battere moneta».
204/09

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