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Comune di Prato

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01/04/2009 16:23
Immigrazione Presentato stamani nel Salone consiliare del Comune

'Ombre cinesi?', una ricerca per capire l'immigrazione cinese

Traffico umano o business? Risponde alla domanda lo studio di Antonella Ceccagno, del compianto Renzo Rastrelli e di Alessandra Salvati
L'immigrazione cinese non ha i tratti del traffico di esseri umani da ridurre in schiavitù, ma quelli di un business di introduzione di forza lavoro in cui c'è comunque un vantaggio anche per gli immigrati e in cui ogni impresa è un tassello della politica economica del paese d'origine. E' questa la tesi che sostiene il libro 'Ombre cinesi? Dinamiche migratorie della diaspora cinese in Italia', realizzato dai ricercatori del Centro per l'immigrazione di Prato Antonella Ceccagno e Renzo Rastrelli, massimi esperti della materia a livello internazionale, in collaborazione con Alessandra Salvati. La pubblicazione è stata presentata stamani nel Salone consiliare del Comune in un incontro pubblico a cui hanno partecipato l'assessore alla Multiculturalità Andrea Frattani, il responsabile della cronaca di Prato de La Nazione Luigi Caroppo, che ha coordinato gli interventi, il maggiore della Guardia di Finanza di Prato Demetrio Conti e le autrici Antonella Ceccagno e Alessandra Salvati. Mancava all'appello il professor Rastrelli, scomparso l'anno scorso proprio mentre stava conducendo quest'ultimo studio sulla comunità cinese. La figura del cofondatore e direttore del Centro per l'immigrazione di Prato, considerato il più autorevole esperto in Europa di devianza e criminalità legate all'immigrazione cinese e consulente di tutte le istituzioni italiane che si occupano di questi problemi, è stato ricordato dai relatori e dalla moglie Franca: «In un momento in cui si fanno analisi superficiali dell'immigrazione e si emettono condanne sommarie per far colpo sull'opinione pubblica - ha detto la signora, - è da ammirare lo sforzo di conoscenza, ricerca e dialogo che il Comune di Prato compie da anni». Il libro è infatti frutto di dodici anni di ricerca sul campo tra i migranti cinesi, condotto da Rastrelli e Ceccagno all'interno del laboratorio del Centro ricerche di Prato sull'immigrazione: lo studio nasce dalla collaborazione del Comune con l'International labour organization (Ilo), l'organizzazione delle Nazioni Unite che studia il lavoro nelle sue dinamiche mondiali, che ha posto delle domande agli esperti sui nessi tra immigrazione, illegalità e criminalità, concentrandosi in particolar modo sull'analisi del mondo del lavoro dei migranti cinesi. Il nodo principale da chiarire è se si parla di una sorta di 'tratta degli schiavi' nelle imprese cinesi (trafficking) o se invece di tratta di un'organizzazione di servizio, comunque irregolare e comunque basata su alti livelli di sfruttamento, che porta in Occidente i lavoratori cinesi, ma con la loro volontà e con vantaggio reciproco (smuggling). Al di là dei luoghi comuni e dei pregiudizi, che appunto lo studio vuole debellare, 'Ombre cinesi' nega la teoria del lavoro forzato e dei trafficanti di uomini, prima di tutto perchè il flusso continuo di arrivi e l'alto tasso di mobilità nelle aziende cinesi rendono inutile e antieconomica la schiavitù: «La cosa fondamentale da capire - ha detto Antonella Ceccagno nella sua relazione - è che non si può affrontare il problema immigratorio cinese e dei suoi approcci con l'economia guardando solo il proprio ombelico, come più o meno fanno certe trasmissioni televisive, perchè si può capire ed intervenire per normare davvero il fenomeno solo inserendolo in processi ben più ampi, che coinvolgono la cultura e la politica della Cina». «Il forte intreccio tra la diaspora cinese e il tessuto economico locale fa parte della 'filiera globale' cinese - ha affermato l'assessore Frattani - Prato, come le altre realtà italiane ed europee dove i cinesi si sono insediati, rappresentano presidi strategici della politica economica del paese d'origine per 'aggredire' il mercato. A Prato ci sono circa 4.000 imprese gestite da stranieri iscritte alla Camera di commercio e mancano i parametri per regolarle e codificarle al passo con l'andamento dell'economia. Per questo è importante capire ed interpretare correttamente le dinamiche migratorie». Le conclusioni sono state condivise dal maggiore Conti della GdF, sulla base dei riscontri fatti durante i controlli. Appunto del ruolo fondamentale che gioca la legislazione statale sul lavoro e l'impresa ha parlato Alessandra Salvati: «Per dare una giusta lettura dell'immigrazione ed evitare storture ed errori d'intervento, bisogna capire le caratteristiche culturali del paese di provenienza e il modo in cui le etnie interagiscono con il tessuto economico e sociale locale. Se fondata su errori d'interpretazione infatti la legge può essere potenzialmente patogena: ne sono un esempio le sanatorie dei clandestini, che rappresentano il momento in cui in cui avviene la massima esplosione della criminalità e dell'illegalità». (cb)
310/09

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