02/04/2009 16:07
Solidarietà
I primi risultati della “assemblea cittadina” del 28 marzo
Bus, niente tram e tante piazze, così il Town meeting
La “piazza” come luogo fisico e simbolico che caratterizza la struttura urbana della città e delle sue frazioni (oltre il 73% delle preferenze); il bus (scelto dal 51%) per migliorare la mobilità invece che il tram o la costruzione di nuove strade e parcheggi; un centro storico con tante attività culturali e una voglia matta (61%) di veder sorgere al posto delle vecchie fabbriche, senza più produzione, i cosiddetti “luoghi pubblici”: piazze, parcheggi, giardini, luoghi di culto, circoli. In estrema sintesi le volontà dei 140 citttadini che lo scorso 28 marzo hanno simulato, nella loro qualità di campione rappresentativo, un'assemblea cittadina (town meeting) pronta a deliberare sul Piano strutturale e sullo “statuto del territorio”, il contenitore dei valori identitari urbanistici e immodificabili della “nuova” Prato. Un primo report sintetico (quello completo, comprensivo anche delle risposte e proposte “libere”, sono state ben 1400, sarà presentato il prossimo 21 apprile) «con risultati inattesi anche per noi - ha commentato l'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo nella conferenza stampa di presentazione dei risultati del Town meeting - che pensiamo che la sicurezza e l'immigrazione siano i soli problemi. Invece poi ci accorgiamo che la città pensa anche ad altro e nell'interrogarsi su certe questioni esprime esigenze più complesse».
Certo è che i cittadini, che sabato scorso si sono incontrati al centro polivalente sportivo di via Roma, un buon numero dei quali era presente alla conferenza stampa odierna, si sono dichiarati “soddisfatti” dell'esperienza attuata, con una carrellata di impressioni varianti su registri uniformi: «finalmente mi sono sentita presa in considerazione»; «ma perchè non ci avete pensato prima a promuovere un evento del genere»; «è la prima volta che mi chiedono opinioni sull'assetto della città senza preventivamente domandarmi per chi voto o a quale schieramento appartengo. La politica dovrebbe fare sempre così». Soddisfatti ma anche esigenti perchè, almeno i presenti in Palazzo comunale, «vogliono verificare quanto peso avranno le loro idee nelle scelte del Comune». Ci credono (almeno il 62%) ritiene che avrà una qualche influenza, ma subito dopo chiedono di non essere lasciati da parte una volta calate le luci, tanto che il 50% ha chiesto di avere un rapporto non episodico con l'Amministrazione comunale e il 95% ha domandato di “continuare nel percorso partecipativo sul Piano strutturale”. Ciuoffo ha sentenziato che sarà così («ci sarà da fare anche il regolamento urbanistico, che contiene le scelte concrete, ancora due tre anni davanti»), così come ha promesso che i risultati saranno verificabili «semplicemente sovrapponendo ciò che i cittadini hanno detto nel town meeting con le scelte operate dal Comune». Il tutto condito da una ammissione: «Forse avremmo dovuto fare prima una cosa del genere. Se, ad esempio, lo avessimo fatto per piazza Mercatale saremmo già ai cantieri».
Meglo guardare avanti. Anche perchè il town meeting pratese aveva delle particolarità, illustrate da Paolo Martinez della società Ideal che l'ha organizzato e gestito, avvalendosi anche della collaborazione di altre figure specializzate (15) nel ruolo di “facilitarori”: è la prima volta che in Italia si svolge un town meeting su un piano strutturale; è la prima volta che viene fatto con cittadini comuni e non coi rappresentanti di gruppi sociali più o meno organizzati. E poi c'è il campione prescelto: che abbiano partecipato 140 cittadini sui 600 selezionati in prima battuta, ha fatto dire due cose: a) che si è quasi sfiorato il numero massimo di 150 previsto per la composizione dell'assemblea («e questo raramente accade»); b) che il campione era «effettivamente rappresentativo» dell'universo della popolazione pratese.
Ha chiosato l'assessore regionale Agostino Fragai, titolare della legge regionale sulla partecipazione: «C'è materia per riflettere. Per tutti. Per i poteri pubblici, che devono aprirsi ed essere partecipati, ma anche per certi gruppi che si proclamano rappresentanti della cittadinanza ed invece sono di parte e autoreferenziali. Quando irrompono sulla scena i cittadini comuni le cose cambiano. E abbiamo una verifica delle loro opinioni e del loro sentire che è meglio di un qualsiasi sondaggio».
Resta da dire sulla sicurezza e sull'immigrazione. Nel primo caso (sicurezza) solo il 30% del town meeting ha chiesto più controlli di polizia, gli altri credono che la sicurezza si mantenga facilitando l'accessibilità alle diverse parti della città (26%), creando spazi pubblici “ospitali, amichevoli e illuminati” (30,2 per cento), evitando la formazione di luoghi “specializzati e monofunzionali”. Quanto ai migranti oltre il 60% del campione confida nell'integrazione e nella loro utilità per lo sviluppo economico, anche se poi quasi tutta l'assembblea di sabato scorso (81%) ha reclamato la riqualificazione della zona attorno a via Pistoiese.
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