18/04/2009 11:48
Cultura
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Nuovo Museo Civico, oggi la presentazione del progetto
Con un incontro aperto a tutta la città e non solo agli addetti ai lavori è stato presentato il progetto del nuovo Museo Civico con dettagliate illustrazioni del percorso cronologico e tematico attraverso le sale del 'Museo che verrà'. Il progetto è stato messo a punto da Marco Ciatti, direttore del laboratorio restauro dell'Opificio delle pietre dure, che ha individuato il primo nucleo funzionale del Museo Civico che, con il Palazzo Pretorio e l’Addossato, comprenderà le esposizioni permanenti e i servizi di
accoglienza. Per questo primo nucleo i complessi lavori di restauro, ristrutturazione ed adeguamento
impiantistico degli edifici sono ormai in corso e si prevede che abbiano termine alla fine di questo
anno. Subito dopo avranno inizio gli interventi di allestimento delle singole sale con la collocazione
delle opere nella loro sede definitiva, attualmente in fase progettuale.
La presentazione al pubblico è avvenuta nella preziosa cornice dell'Archivio di Stato in Palazzo Datini a cura di Marco Ciatti e Bianca Ballestrero, l'architetto incaricato del progetto, che ne hanno spiegato le ragioni e le scelte. Maria Pia Mannini, conservatrice del Museo Civico di Prato, e Cristina Gnoni della Soprintendenza ai beni artistici hanno subito dopo ripercorso la storia del palazzo e del museo. Diana Toccafondi, soprintendente archivistico della Toscana, e Claudio Cerretelli, direttore dei musei diocesani, ne hanno infine delineato il contesto culturale.
Il MUSEO CHE VERRA'
Il nuovo Museo Civico di Prato, rispetto alla tradizionale funzione di pinacoteca, è pensato per diventare qualcosa di più: museo di se stesso, cioè di come è nata e si è trasformata dall’Ottocento ad oggi l’istituzione museale anche in rapporto con l'edificio medievale, Palazzo Pretorio, che lo ospita. In rapporto alla società odierna si configurerà, inoltre, come il Museo della Città, luogo dove si conserva e si comunica l’identità culturale ed artistica di Prato e del suo territorio. Per questo motivo alla eccezionale collezione di dipinti, sculture e disegni esistente, si aggiungerà una nuova sezione storica al piano terreno, volta a ricordare le vicende del Palazzo Pretorio, quelle del Museo, dalla sua fondazione ai successivi allestimenti del 1912 (curato da Roberto Papini) e del 1954 (per opera del grande storico dell’arte pratese Giuseppe Marchini).
La ricostruzione della storia della città e del suo territorio dal periodo archeologico sino al Novecento, sarà compiuta attraverso oggetti significativi, immagini, testi, grafici e fotografie.
La collezione artistica vera e propria sarà esposta nei tre magnifici saloni e i piccoli mezzanini seguendo un ordine cronologico. Si inizia con i dipinti del Medioevo e del Quattrocento con la prestigiosa serie dei polittici gotici e le tavole rinascimentali di Filippo Lippi. Una particolare attenzione sarà dedicata alle opere ed agli artisti più direttamente connessi con la città come, Bernardo Daddi, autore della predella con le Storie della S. Cintola, e Filippino Lippi, che ha avuto qui i suoi natali e qui ha lasciato importanti opere. Al secondo piano troverà posto l’arte a Prato tra il Cinquecento e la fine del Settecento, evidenziando i collegamenti esistenti tra le opere e gli insediamenti pratesi di provenienza. Una presentazione a se stante sarà assicurata ad alcune collezioni omogenee, come quella storica Martini proveniente dall’antico Spedale, e la donazione di Leonetto Tintori restauratore ed artista pratese del Novecento. L’ultimo piano avrà invece come tema l’arte a Prato nell’Ottocento e nel Novecento con una sala dedicata, anche per ragioni conservative, ai disegni e cartoni di Alessandro Franchi, il principale pittore pratese del tempo. In quest’ultima sezione troveranno posto tutti i fondamentali protagonisti dell’arte a Prato tra il naturalismo ottocentesco del Bartolini e i protagonisti della Scuola di Prato del Novecento.
In tutta l’esposizione una particolare attenzione sarà dedicata alla corretta conservazione delle opere e alla comunicazione con il pubblico grazie al supporto diuna serie di innovativi strumenti.
LA STORIA
All'inizio degli anni ’90 il Comune di Prato presentò alla cittadinanza il progetto per il
nuovo Museo Civico firmato dall’Architetto Gae Aulenti.
Una struttura complessa che attribuiva al Museo Civico, al di là della tradizionale funzione di
conservazione di un patrimonio artistico di assoluta rilevanza, l’inedito ruolo di caposaldo culturale
della città e del suo territorio.
Da allora sono trascorsi molti anni, e più di un decennio da quando indispensabili interventi di
consolidamento strutturale del Palazzo Pretorio e di adeguamento a nuove disposizioni normative
hanno privato il Museo Civico della sua prestigiosa sede storica e istituzionale.
Un tempo che il venire meno di risorse per la realizzazione del progetto ha reso assai lungo.
Tuttavia l’impegno delle amministrazioni che si sono succedute alla guida della città e il tenace,
intelligente lavoro della conservatrice Maria Pia Mannini, hanno saputo conservare al
Museo una sorta di vita virtuale, consentendo di mantenerne la memoria e l’attesa per la
restituzione alla città di un fondamentale luogo-simbolo della sua storia e della sua cultura.
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