salta la barra


Comune di Prato

 indietro
21/04/2009 16:17
Commercio L'atto del servizio Attività economiche in vigore da oggi

Il Comune intima la chiusura a Stefan

«Non è vendita all'ingrosso», la contestazione fatta al titolare del negozio
Stefan non può continuare la vendita. L'intimazione a cessare l'attività, nel negozio situato in via delle Fonti 289, è venuta direttamente dal servizio Attività economiche del Comune. L'Amministrazione non ha riconosciuto al marchio commerciale la caratteristica di vendita all'ingrosso e, conseguentemente, ha imposto la chiusura in base alla normativa legislativa che richiede l'autorizzazione, rilasciata dal Comune, per ogni struttura di vendita al dettaglio con una superficie superiore ai 2500 mq (la superficie di vendita di Stefan è di circa 3000 mq). Il provvedimento, in vigore da stamani, è stato notificato nella giornata di ieri (lunedì 20 aprile) al titolare di Stefan, che avrà 60 giorni per presentare al Tar un ricorso avverso alla decisione del Comune (120 giorni se si rivolgerà alla Presidenza della Repubblica). La vicenda è nota. Stefan nel marzo scorso si trasferì da via Viareggio a via delle Fonti, aprendo un nuovo spazio vendita formalmente all'ingrosso, come tale non soggetto ad autorizzazioni amministrative. L'Ammministrazione comunale da subito nutrì dubbi sul carattere all'ingrosso dell'attività, anche per le particolari modalità di vendita adottate: ogni consumatore poteva infatti fare acquisti nel negozio semplicemente iscrivendosi alla coop “Nuova Lira”. Proprio questa peculiare caratteristica è stata contestata dal Comune, che non ha neppure riconosciuto le controdeduzioni presentate da Stefan. Una contestazione, dopo gli accertamenti fatti dalla Polizia municipale, sostanziale e formale. Sostanziale perchè la vendita all'ingrosso è definita per legge come attività «svolta da chiunque professionalmente acquista merci in nome e per conto proprio e le rivende ad altri commercianti all'ingrosso o al dettaglio, o ad utilizzatori professionali, o ad altri utilizzatori in grande». Nulla di tutto questo, secondo il Comune, è avvenuto con la coop “Nuova Lira”, anche perchè, sempre secondo le normative, gli “utilizzatori professionali” sono coloro che acquistano beni per la gestione della propria impresa, mentre gli “utilizzatori in grande” sono gli enti, le collettività o i collegi che comprano «per conto proprio consistenti quantitativi di merci», somministrate poi «a persone cui sono tenuti per statuto o per contratto». Nel caso di Stefan, invece, «il sistema del tesseramento dei soci operato al momento del pagamento è chiaramente elusivo della normativa statale e regionale». Insomma la vendita avveniva al dettaglio in quanto «svolta direttamente nei confronti dei singoli consumatori privati, i quali acquistano merci alimentari e non, di regola in quantità minima e per un uso esclusivamente privato». Ma c'è anche una ragione formale per la quale il procedimento di vendita ideato da Stefan non è legittimo. I soci della coop “Nuova Lira”, come accertato dalla Polizia municipale, diventano tali dopo aver riempito un modulo di adesione, su cui è riportata la dicitura “la presente delega ha carattere provvisorio in attesa di delibera del consiglio di amministrazione che formalizzerà l'ingresso a socio della cooperativa”. Ora, ha ragionato il Comune, se la delega è provvisoria i consumatori di Stefan al momento dell'acquisto non sono ancora soci (o non lo sono a pieno titolo) della coop “Nuova Lira” e, quindi, la stessa vendita, per le caratteristiche che ha assunto, si configura come vendita al dettaglio, realizzata senza i necessari permessi.
380/09

Condividi su: Condividi su Facebook Condividi su Google Bookmarks Condividi su Twitter
 indietro  inizio pagina