27/07/2009 13:13
Musica
Martedì 28 luglio, ore 21,30, anfiteatro Pecci
“Promise” di Omar Sosa e Paolo Fresu
Martedì 28 luglio, nell’ambito degli Eventi di Pratoestate 2009, la manifestazione organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Prato, si terrà il coinvolgente concerto “Promise” di Omar Sosa e Paolo Fresu, all’anfiteatro del Centro Pecci alle ore 21.30 (costo biglietti 10 euro, prevendita circuito box office).
Il mix vincente di jazz, musica cubana e world music con forti radici africane fa di Omar Sosa un nuovo straordinario ambasciatore del pianismo contemporaneo e figura tra le più innovative e stimolanti del jazz d'inizio secolo. Partendo da una preparazione classica l'artista ha allargato i suoi orizzonti musicali prendendo spunto, oltre che dalla musica della sua Cuba, dalle musiche etniche africane e dalle molte sintesi nate nel Centro e Sud America. Molti stilemi tipici del jazz, soprattutto lo spirito di ricerca, rappresentano comunque una componente centrale del suo stile. In “Promise”, Sosa ospita Paolo Fresu, lirico più che mai e perfettamente in sintonia con lo sfaccettato universo musicale del pianista cubano. Non era difficile prevedere che una sensibilità a suo modo etnica come quella del trombettista sardo trovasse un terreno d'incontro con Sosa, senza il minimo sacrificio d'identità da parte di alcuno.
Pianista eccezionale, poliglotta musicale che unisce i continenti, Omar Sosa, tra l’utopia e la realtà, è un’allegoria dello scambio artistico universale. Nato nel 1965 a Camagüey, a Cuba, comincia a studiare musica a otto anni al conservatorio municipale, dove si avvicina alle percussioni, e in particolare alle marimba. Continua il suo cursus alla Scuola nazionale di musica dell’Avana, poi all’Istituto superiore d’arte. Segue una formazione accademica di composizione, armonia e strumentazione. Forte di questa base teorica, si avvicina allora al pianoforte, che l’aveva sempre affascinato per il suo carattere orchestrale e percussivo, diventando presto il suo strumento preferito. La pratica del pianoforte, che Omar suona da autodidatta, sarà sempre influenzata da quella delle percussioni: è il suo stile personale, di grande audacia ritmica, diventato ormai il suo tratto caratterizzante.
La vita e il successo di Paolo Fresu sono la banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l'amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un'incredibile e veloce crescita stilistica. La magia sta nell'immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti. Dentro al suono della sua tromba c'è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole naturalmente nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l'enorme ed inesauribile passione che lo sorregge da sempre.
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