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Comune di Prato

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13/08/2009 10:46
Appuntamenti Sabato 15 agosto in Piazza del Comune a partire dalle ore 19

Festa del Cocomero

La storia, la festa raccontata da Mannucci, le indicazioni su piazze e strade chiuse per l'evento

Sarà il sindaco Roberto Cenni a tagliare, come da antica tradizione, la prima fetta di cocomero sulla fontana del Bacchino nel il giorno di Ferragosto per la Festa del Cocomero. Appuntamento fissato per Sabato 15 agosto alle ore 19 in piazza del Comune. Si tratta in effetti di una vera e propria tradizione per i pratesi (come documentato negli scritti che seguono), che quest'anno viene rilanciata con grande energia dall'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Roberto Cenni. Oltre 30 quintali di cocomero saranno messi a disposizione della cittadinanza. Di fatto, in piazza del Comune saranno distribuite fresche fette di cocomero per tutti gli intervenuti.

Un appuntamento tradizionale per i pratesi che trascorrono l'agosto in città e per quelli che sono in vacanza, ma che sono chiamati adesso come non mai a dimostrare il loro attaccamento alla città con questo gesto simbolico di partecipazione: a Ferragosto mangiamo tutti una fetta di cocomero in Piazza del Comune. La manifestazione è promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Prato. Nell'occasione della ripresa della gestione da parte del Comune di questa tradizionale manifestazione cittadina è da sottolineare il particolare impegno dell'Ufficio Cerimoniale del Comune.

LA STORIA - La festa del cocomero fu istituita nel 1959 dal sindaco Roberto Giovannini, da Gino Borchi e da alcuni loro amici e concittadini, per vivacizzare la città nel giorno di ferragosto e dare così la possibilità ai cittadini, che in quegli anni rimanevano numerosi a casa, di trascorrere un’ora in compagnia prima di assistere all’Ostensione della "Cintola". La tradizionale festa del Cocomero si svolgeva in piazza del Comune, alla fonte del Bacchino intorno alle 17.30, prima dell’Ostensione.

Negli anni settanta, con il boom economico e la nascita del consumismo, i pratesi cominciarono a disertare la manifestazione. La "festa" era ridotta a poche decine di presenze. In quegli anni l’Amministrazione - era allora sindaco Giorgio Vestri - cominciò a pensare che forse quell'appuntamento era divenuto anacronistico; la festa fu sospesa per alcune edizioni ed effettuata ad anni alterni.

Con l’istituzione della "Pratestate" negli anni ottanta, per arricchire il programma della manifestazione, il sindaco Lohengrin Landini decise di riproporre la festa con la vecchia tradizione del taglio del cocomero. Così è andata avanti fino al 2006: nel 2007 e nel 2008 la festa del concomero si è tenuta a cura di Slow Food Prato (con il contrinbuto del Comune) nel parco delle Cascine di Tavola.

LA FESTA RACCONTATA DA UMBERTO MANNUCCI - Pubblichiamo qui due brani scritti dal pratese Umberto Mannucci, appassionato e profondo conoscitore di storia patria, che ha condotto molte ricerche storiche e letterarie, collaborando con numerosi quotidiani e riviste specializzate. "Storia della festa" redatto per questa occasione di rilancio dell'iniziativa; "Elogio del cocomero" tratto da alcune sue riflessioni degli anni '80.

STORIA DELLA FESTA - All’insegna di quest’insolita estate che ci fa ricordare le tradizioni cittadine, si sente il desiderio di ricercarne origini e suggestioni. Ed ecco che la Festa del cocomero del 15 agosto ritorna, in un’edizione adeguata ai costumi d’oggi, per essere vissuta dai pratesi con la leggerezza e col decoro che la città richiede.

Se ci si domanda a quando risale la festa od a quale fatto o condizione è legata ad essa, si può tentare di dare una risposta abbastanza attendibile leggendo quello che scriveva Giovanni Miniati nella sua Narrazione e Disegno della Terra di Prato del 1594, quando descrive i numerosi orti della città, che producevano grandi quantità di cocomeri, poponi e zucche. Orti resi fertili dalla possibilità di essere annaffiati con acqua viva del fiume di Bisenzio, che per tre canali passa per tutta la Terra, e tutto l’anno corrono, e stanno pieni ch’è una bellezza e grandissima comodità…

La gran disponibilità di cocomeri permetteva un uso diffuso del "frutto allegro, dolce e dissetante" nelle feste e nei ritrovi estivi. Quindi nessuna sorpresa se per un’antica storia, passata di bocca in bocca, il sindaco di Prato confortava con una fetta di cocomero i cittadini che a Ferragosto rimanevano in città ad affrontare la calura del giorno più afoso dell’anno.

E niente di più naturale se il cocomeraio di Piazza Mercatale fin dall’inizio dell’estate allestiva il suo banco con una fila di cocomeri divisi a metà, che occhieggiavano invitanti con il rosso vivo della fresca polpa. E mentre con una specie di durlindana tagliava le fette vociava gioioso venti la nave…venti la nave… per invitare i passanti a servirsi di quella delizia alla portata di tutte le tasche. Infatti v e n t i erano i pochi centesimi per comprarne una; nave e era l’immaginaria forma della grande fetta.

Nessuna sorpresa, allora, se in un sonnolento Ferragosto degli anni Cinquanta, Gino Borchi con l’aiuto di alcuni solerti pratesi - tutti con il gusto di rinnovare un’antica tradizione - decise di mettere nella fontana del Bacchino alcuni cocomeri per poi affettarli ed offrire ai rari, accaldati e sorpresi passanti, una bella mezzaluna di rossa freschezza. L’idea ebbe successo e fu ripetuta fino a diventare una manifestazione ufficiale. Ora è riproposta come uno dei simboli della tradizione pratese.

ELOGIO DEL COCOMERO - Il cocomero è un frutto allegro. Quando si taglia, e le metà si aprono nette, sembra d'assistere a un'improvvisa scrosciante risata. E' rosso come l'ottimismo e matura nella stagione più bella, quella dei grandi raccolti. Rotondo come una palla, gli dei se lo lanciavano nell'Olimpo nel gioco più divertente, che poi impararono anche i mortali.

Non mancava nei deschi feriali delle divinità agresti, che lo accettavano in dono come il più eccellente frutto della terra. Gli Egizi l'offrivano ai nobili ambasciatori quando arrivavano alla corte del faraone, per ristorarli dalle fatiche e dalla sete patita nei lunghi viaggi attraverso il deserto. Lui, re del colore e della forma, è stato celebrato in famosi quadri di grandi maestri come Caravaggio, Murillo, Matisse, Soffici... Anche la parola è bella e rotonda, nel suono e nella scrittura, e si pronuncia volentieri.

Il cocomero ha dissetato mietitori e ramosai, cavatori e viandanti e rinfrescato le bocche accaldate degli innamorati. Fa contenti i bambini e consola i vecchi. Secondo una storia antica, il sindaco di Prato confortava con una fetta di cocomero i cittadini che a Ferragosto rimanevano in città.
E ora, accanto al fresco zampillo del Bacchino, in piazza del Comune, la tradizione si ripete il 15 agosto, per desiderio di persone allegre e pacifiche come Gino Borchi, che negli anni '50 volle riproporre la festa che ancora oggi continua.

FACEBOOK - Sul social netework www.facebook.com è stato creato il gruppo "Quelli che... il 15 agosto partecipano alla Festa del Cocomero a Prato". Si tratta di una pagina dove i pratesi discutono di questa tradizione e si danno appuntamento alle ore19 di Sabato prossimo in piazza del Comune.

PIAZZE E STRADE CHIUSE - Sabato 15 agosto dalle 17.30 fino al termine della "festa del Cocomero" e, comunque, non oltre le 21, sarà istituito il divieto di transito in piazza del Comune, via Ricasoli, via Mazzoni (nel tratto compreso tra piazza del Comune e via dell'Accademia), via Cairoli (nel tratto tra piazza del Comune e piazza Buonamici) via Cesare Guasti (nel tratto fra piazza del Comune e via Firenzuola). Il traffico veicolare sarà deviato in via Rinaldesca, via degli Alberti, via Banchelli, via C. Guasti, via C. da Prato, via del Vergaio, via della Sirena, piazza Duomo, via G. Garibaldi, via Pugliesi, piazza S. M. delle Carceri.

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