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Comune di Prato

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16/01/2010 16:55
Società della Salute "Dopo l'ospedale meglio a casa", presentato il protocollo d'intesa siglato dall'assessore regionale Enrico Rossi e dal presidente della SdS Dante Mondanelli

Assistenza domiciliare al via un progetto della Società della Salute finanziato dalla Regione Toscana

Mondanelli: "Mantenuta da subito la promessa fatta in campagna elettorale di avere una forte attenzione al settore socio-assistenziale"

E' stato presentato questa mattina il protocollo d'intesa firmato da Regione Toscana e Società della Salute Pratese per il progetto "Dopo l'ospedale meglio a casa". L'accordo, siglato dall'assessore regionale Enrico Rossi e il presidente della SdS, Dante Mondanelli, prevede fino a 250mila euro di investimento di risorse regionali per l'assistenza domicialiare - da trenta a quarantacinque giorni - a pazienti, dimessi dal ricovero ospedaliero, ai quali sono ancora necessarie cure e attenzione da parte dei sanitari.

Il progetto, la cui sperimentazione durerà un anno e per il quale sono previsti circa 120 utenti - per lo più anziani con livelli parziali di autosuffcienza e problemi di deambulazione a seguito di un trauma o di un intervento chirurgico -, prevede tre livelli di assistenza domiciliare. Al primo, con un intervento al giorno di un'ora e mezzo da parte di un operatore, principalmente un fisioterapista, accederanno persone con livelli di autosufficienza parziale e con una rete familiare presente e collaborante nella gestione del carico assistenziale (ad esempio un coniuge autosufficiente e figli lavoratori conviventi). Al secondo avranno accesso persone con autosufficienza parziale, aventi una famiglia con limitata capacità nella gestione del carico assistenziale (ad esempio un coniuge anziano e figli lavoratori non conviventi); si tratta in questo caso di due interventi al giorno di un operatore, uno di un'ora e mezzo al mattino e uno di mezz'ora al pomeriggio. Al terzo livello saranno destinate persone non autosufficienti con una rete familiare presente e collaborante. Si tratta in questo caso di due interventi al giorno, uno di un'ora e mezzo al mattino e uno di un'ora al pomeriggio. In casi più gravi, dopo il ricovoro ospedaliero, è invece necessario un diverso percorso di recupero che passa attraverso l'utilizzo delle Residenze Sanitarie Assistite.

Profondamente soddisfato della pronta operatività del progetto si è detto il presidente della Società della Salute Pratese, l'assessore Dante Mondanelli: "Sono davvero contento - ha detto - che questo percorso abbia inizio appena dopo pochi mesi la nuova conduzione della Società della Salute, non tanto nella persona quanto sotto il profilo pratico visto che è finita la fase sperimentale della stessa. Lo avevamo affermato in campagna elettorale e abbiamo subito mantenuto la promessa di una particolare attenzione al settore socio-assistenziale. Questo progetto ci consentirà di rispondere ad un problema che le famiglie sentono moltissimo, ovvero il rientro a domicilio di situazioni che sono finite dal punto di vista della fase acuta dell'ospedalizzazione ma che non hanno sufficiente autonomia. Si tratta di un servizio che comincia all'interno dell'ospedale. Un gruppo di professionisti valuterà quali sono le situazioni che più possono beneficiare di questo. I soggetti dovranno avere indicativamente più di 65 anni, con fratture ossee in particolare di femore o con disturbi cognitivo-comportamentali; vale a dire quel classico squilibrio che il paziente anziano più avere a seguito del ricovero. Si tratta, in definitiva, di un supporto pratico e diretto alla famiglia all'interno dell'abitazione del malato".

Alla conferenza stampa di presentazione del progetto erano presenti Lorenzo Roti, coordinatore del Punto Unico di Accesso dell'Asl, Antonio Avitabile, neo Direttore della Società della Salute, e Luigi Biancalani, Presidente dell'Ordine dei Medici di Prato. In particolare il Dottor Biancalani ha espresso parole di plauso per questa operazione: "E' un primo passo - ha affermato - piccolo ma importante, che va nella direzione giusta che da tempo chiedevamo perché risponde più a logiche di assistenziali rispetto a quelle meramente sanitarie".

mc

46/10

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