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Comune di Prato

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18/02/2010 15:16
Consiglio Comunale A seguito di un incarico per un impianto di smaltimento rifiuti affidato dalla Regione

Debito fuori bilancio, la commissione vuol controllare le notule e la relazione del commissario ad acta

Giugni. "Sono documenti necessari per un chiarimento definitivo sulla vicenda"

La vicenda del debito fuori bilancio di circa 320 mila euro,  frutto di un contenzioso fra Comune e Regione  maturato negli ultimi 14 anni, è stata di nuovo al centro del dibattito della Commissione consiliare “Sviluppo economico, finanze, patrimonio,politiche comunitarie” che si è riunita questa mattina in Palazzo Comunale per ricostruirne  tutti i passaggi.

La Regione Toscana  ha  già detratto la cifra di 316.906 euro (di cui 93.024 euro di interessi  legali) dalla corrispondente parte dei trasferimenti dovuti al Comune che quindi si trova ad avere circa 320 mila euro in meno nelle sue casse.  

Il debito fuori bilancio – come è stato dettagliatamente riferito dall’avvocato Elena Bartalesi dell’ufficio legale del Comune  -  ha origine da un incarico di commissario ad acta  che nel 1993 la Regione Toscana conferisce al professor Ennio Carnevale  per “assicurare la realizzazione di un impianto di smaltimento rifiuti  e procedere a una ricognizione dello stato delle opere di smaltimento” senza, però, chiarire che l’onere di tale incarico sarebbe stato messo in conto ai Comuni della provincia pratese. Quando nel 1996  viene emesso un decreto della Regione per imputare all’amministrazione comunale pratese i compensi relativi al lavoro svolto dal commissario ad acta negli anni ‘94 e ‘95 , il Comune imbastisce un tavolo di trattativa  con la Regione Toscana sollevando il problema dell’illegittimità dell’incarico. Nel ’97 – visto che le trattative non vanno avanti -  viene dato mandato all’ufficio legale di presentare un ricorso straordinario al Capo dello Stato, con la motivazione che  l’incarico affidato al commissario ad acta riguarda “i rifiuti” e quindi una materia di competenza  della Provincia  e non del Comune.  Il ricorso viene dichiarato improcedibile in quanto la Regione Toscana non ha proceduto alle compensazioni, ossia a detrarre la somma dai trasferimenti al Comune. Nel frattempo arriva un nuovo decreto regionale per i compensi relativi al 1996 e il Comune presenta un formale ricorso al Tar che nel 2008 viene rigettato.  L’ufficio legale del Comune ha impugnato la sentenza del Tar e ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.

La commissione ha preso atto della ricostruzione dei fatti rilevando che ci sono ancora punti da chiarire: non c’è traccia della relazione svolta dal commissario ad acta per l’incarico ricevuto dalla Regione Toscana e soprattutto mancano le notule rimesse dal professionista per la tipologia del lavoro svolto. Del tutto assenti anche i verbali relativi alla trattativa avviata tra Comune e Regione  prima della presentazione del ricorso straordinario al Capo dello Stato. Una documentazione che  il presidente della Commissione, Alessandro Giugni, reputa sia giusto andare  ricercare per  il necessario chiarimento definitivo su tutta la vicenda.

gs

156/10

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