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Comune di Prato

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10/03/2010 10:24
Cultura Al via venerdì 12 marzo la 15a edizione

Torna Libri d'Italia, 12 incontri con i protagonisti della scena letteraria nazionale

Tra le novità di quest'anno la collocazione nella rinnovata cornice della biblioteca Lazzerini

A partire da venerdì 12 marzo torna "Libri d'Italia", la rassegna curata da Stefano Coppini e promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune insieme al Kiwanis Club Prato Centro storico con la sponsorizzazione di Asm. L'appuntamento, sempre molto atteso in città, è giunto quest'anno alla sua quindicesima edizione: il programma è stato presentato stamattina dall'assessore Anna Beltrame, da Stefano Coppini e dal presidente del Kiwanis  Silvano Nieri. Diverse le novità introdotte nella formula della manifestazione, a cominciare dalla sua collocazione, che sarà spostata dal Convitto Cicognini alla nuova biblioteca comunale Lazzerini: «La nuova Lazzerini, nell'ex cimatoria Campolmi, rappresenta la fabbrica della cultura ed è quindi la cornice ideale per Libri d'Italia - ha commentato l'assessore Beltrame -   L'iniziativa promuove e fa riscoprire il piacere di leggere e attraverso la competenza di Stefano Coppini fa conoscere alcuni tra i titoli più interessanti del momento». E' stato inoltre creato il sito internet www.libriditalia.it, con tutte le informazioni sugli ospiti, gli orari e le iniziative annesse ed è stato raddoppiato il numero delle conferenze-conversazioni, visto il grande successo riscosso negli anni precedenti. Sono dodici infatti gli incontri in cartellone, dal 12 marzo al 26 maggio, di cui saranno protagonisti alcuni tra gli autori più noti ed apprezzati del panorama letterario italiano, tra cui il "nostrale" Edoardo Nesi, che gioca in casa, ma anche novità di eco nazionale: «Un programma eccezionale - ha aggiunto il presidente Nieri, - che centra gli obiettivi del nostro club per la promozione della cultura, dalla letteratura al cinema». spaziando dalla letteratura all'economia, alla storia, la psicologia, la scienza, la filosofia e il costume. 

 
Ad aprire la kermesse venerdì prossimo sarà il filosofo e giornalista Marcello Veneziani, a cui seguirà Luca Telese, giornalista e conduttore televisivo.

Ecco il programma con gli incontri e i protagonisti.


Venerdì 12 marzo ore 21.30
MARCELLO VENEZIANI, Amor fati, Mondadori
Abbiamo ancora un destino? Abbiamo tutto - sostiene Marcello Veneziani - meno che il senso della vita. Ma per la prima volta avvertiamo la perdita irreparabile di un luogo percepito come casa e rifugio, e a rendere più sopportabile l’angoscia non rimane che l’ attimismo, il nuovo sistema di valori che annulla il passato, svilisce il futuro e teorizza la dittatura del presente. Veneziani si chiede se sia ancora possibile ragionare attorno al destino e riconoscere un disegno intelligente alla vita, al di fuori dei determinismi sempre più invadenti della scienza. Un libro ricco di spunti e suggestioni – tra il letterario e il filosofico – dedicato a chi, davanti alla fine della storia e del pensiero, si pone il problema di ripartire dal “qui e ora” con lucidità e realismo.
Marcello Veneziani si definisce "un irregolare del pensiero, della scrittura e del giornalismo". Non è filosofo d'accademia, non è giornalista puro, non è professore di cattedra. Non si riconosce in alcuna casta, partito o tribù. Esercita il suo ruolo solitario di pensatore ambulante. E' nato a Bisceglie nel 1955, dove è vissuto fino alla laurea in filosofia all'università di Bari; poi si è trasferito a Roma, dove vive ancora oggi.

Giovedì 18 marzo ore 21.30
LUCA TELESE, Qualcuno era comunista, Sperling e Kupfer
Nove novembre 1989: crolla il Muro di Berlino, finisce un mondo. Pochi giorni dopo, il segretario del PCI Achille Occhetto pronuncia, davanti ai partigiani della Bolognina, parole destinate a cambiare per sempre la politica italiana. È l'atto iniziale della fine del più importante partito comunista d'Occidente. Nei quindici mesi successivi, fino al congresso conclusivo di Rimini del febbraio 1991, la dissoluzione del grande partito di massa si trasformerà in una vicenda intricata e piena di colpi di scena. "Qualcuno era comunista", come un romanzo corale, racconta questa storia e i suoi primattori: da Occhetto, il leader neoromantico, arruffato ed emotivo, al suo gelido alter ego Massimo D'Alema; da Pietro Ingrao, il visionario che voleva la luna, al granitico e "britannico" Giorgio Napolitano. Ma c'è un altro motivo per cui rievocare il terremoto del 1989, vent'anni dopo, ha un senso profondo. Quella storia, infatti, non è finita. Ha lasciato in eredità - sostiene Telese - una sinistra senza identità, incapace di vincere, una classe dirigente bloccata dagli stessi ex quarantenni che pretendevano il ricambio generazionale due decenni prima, un partito che ha mutato nome quattro volte, senza mai cambiare facce.

Giovedì 25 marzo, ore 21.30
DALBERT HALLENSTEIN e CARLOTTA ZAVATTIERO, Perlasca. Un italiano scomodo, Chiarelettere
Giorgio Perlasca - di cui ricorre quest'anno il Centenario della nascita -  è lo Schindler italiano per troppo tempo dimenticato da tutti; dimenticato dai fascisti (era contrario alle leggi razziali e non aveva aderito a Salò), dai democristiani (senza risposta una sua lettera a De Gasperi), dai comunisti (era di destra). E dalla Chiesa. Eppure, fingendosi diplomatico spagnolo,  Giorgio Perlasca, nel terribile inverno tra il '44 e il '45, riuscì a salvare oltre cinquemila ebrei del ghetto di Budapest. Tornato in Italia a guerra conclusa non salì sul carro del trionfatore: fu assillato semmai per decenni da pesanti difficoltà economiche e dovette adattarsi ai mestieri più umili. "AIl'interno delle istituzioni - dice Perlasca in un'intervista concessa a Dalbert Hallenstein e Carlotta Zavattiero - la mia storia era conosciuta da tutti, dall'ultimo impiegato fino ai livelli più alti della scala gerarchica; eppure nessuno ha salvato me, quando mi sono trovato in estrema difficoltà". Questo libro presenta documenti inediti e aiuta a comprendere le ragioni della "congiura del silenzio" di cui fu vittima Giorgio Perlasca, illuminando aspetti inediti e mai affrontati nella vicenda di questo italiano che Israele ha voluto considerare "Giusto tra le Nazioni".

Giovedì 1 aprile ore 21.30
RENATO PALMA, I sì che aiutano a crescere, Edizioni ETS
Medico e psicoterapeuta, Renato Palma in questo saggio mette in discussione, attraverso la figura del padre, il sapere-potere che agisce nei vari sistemi relazionali (da quello parentale a quello delle istituzioni educative e sanitarie) per approdare ad una "via affettiva" che diventa una vera e propria proposta di cambiamento: un'alternativa praticabile ai modelli che generano paura e sofferenza, frustrando l'innato senso della possibilità e dell'alternativa che caratterizza la nostra specie.
Costruito lavorando su registri diversi - la rilettura del famoso caso del "piccolo Hans", la reinterpretazione della figura di Edipo e di Antigone, la riflessione sull'esperienza terapeutica -  il saggio è diviso per capitoli che diventano così "stazioni" di un viaggio affascinante il cui esito è un invito per ciascuno di noi a ridiventare "un viaggiatore curioso, abituato a visitare sempre posti nuovi e a conoscere nuove usanze e credenze, a farsi dell'universo e della vita un'idea dalla quale gli dèi, e il loro potere, possono essere lasciati fuori" o se preferiamo "un uomo che non è più né figlio né padre, ma compagno di viaggio.

Giovedì 8 aprile ore 21.30
ARRIGO CIPRIANI, Prigioniero di una stanza a Venezia, Feltrinelli
L'Harry's Bar è molto più che un bar. L'Harry's Bar è un'istituzione. Ai suoi tavoli si sono seduti re, principi, i protagonisti della Storia e le stelle dello spettacolo - da Woody Allen a Giorgio De Chirico, da Charlie Chaplin a Frank Sinatra. Ernest Hemingway era innamorato di questo locale, della sua atmosfera e dei suoi dry martini,  rievocati in molti splendidi passaggi del romanzo  Di là dal fiume e tra gli alberi. Oggi Arrigo Cipriani - leggendario patron del locale veneziano, fondato da suo padre Giuseppe - racconta con schiettezza, umorismo e agilità i cinquant'anni passati dietro il bancone dell'Harry's Bar, che nella sua narrazione diventa il centro del mondo, il punto d'incontro in cui storia personale e Storia si confondono e si compenetrano. Ecco allora un Arrigo che si barcamena tra il lavoro nel bar e gli studi di Giurisprudenza mentre infuria la Seconda guerra mondiale; e ancora, gli insegnamenti ricevuti in collegio e le lezioni impartitegli da avventori abituali; le battaglie contro l'acqua alta e le visioni di donne bellissime che calcano il "palcoscenico" dell'Harry's Bar. Come nella Bottega del Caffè di Carlo Goldoni, questa "stanza a Venezia" diventa incantevole e leggera metafora della vita e del mondo.

Giovedì 15 aprile ore 21.30
ARNALDO BENINI, Cosa sono io. Il cervello alla ricerca di sé stesso, Garzanti
Gli sviluppi delle neuroscienze hanno fornito molte informazioni sul funzionamento del nostro cervello. Per alcuni, questa ricerca scioglierà presto uno dei grandi enigmi della natura: quello della coscienza. L'autocoscienza è il frutto di un intrico di cellule, molecole e impulsi elettrici? La nostra mente è un prodotto elettrochimico dell'evoluzione? Il cervello umano può comprendere sé stesso, senza scontrarsi con i limiti invalicabili dell'autoreferenzialità? Attingendo alle più recenti ricerche scientifiche - ma appoggiandosi anche a una vasta cultura umanistica - Benini coglie con esemplare chiarezza i punti d'incontro e le distanze tra la medicina (con le nuove tecniche di neuroimaging) e le scienze umane, dalla psicologia alla filosofia; ne nasce un libro che Claudio Magris ha definito sul Corriere della Sera "splendido ritratto della nostra anima e dei nostri atomi".
Docente di neurochirurgia e neurologia all'Università di Zurigo, Arnaldo Benini è stato primario di neurochirurgia alla Fondazione Schultess di Zurigo. Ha pubblicato saggi su Minkowski, Vesalio, Cartesio e Oliver Sacks; ha curato l'edizione italiana di due libri di Karl R. Popper; ha scritto saggi sull'eutanasia, sui problemi etici della genetica e sullo stato vegetativo permanente.

Venerdì 23 aprile ore 21.30
ANTONIO CAPRARICA, I granduchi di Soldonia, Sperling e Kupfer
Se la crisi ha ridotto al rango di semplici milionari quasi un terzo dei "signori nove zeri" inclusi nella lista annuale della rivista Forbes, non sono di certo loro a pagare il conto di un ventennio di finanza sconsiderata. Che differenza c'è, in fondo, tra sedere in cima a una montagna di 4 miliardi di dollari e una di appena 3 o 2? Dunque, non solo è falso che "anche i ricchi piangono" ma, a giudicare dagli sfarzi e dagli eccessi ai quali si abbandonano, gli Abramovich, gli Ismailov, i Mittal, i Mansour bin Zayed e gli altri membri dell'ultraesclusivo club dei "vergognosamente ricchi" non si vergognano affatto delle spregiudicate manovre che stanno all'origine delle loro fortune. Questo libro di Antonio Caprarica è a modo suo un diario di viaggio in un paese particolare, identificato da un unico confine: il livello del conto in banca. Nella terra di Soldonia, ci si imbatte in caveau rigurgitanti denaro, in regge da mille e una notte, in porti ingorgati da megayacht: i luoghi dove si consumano i rituali, le follie e gli affari sporchi dell'élite che determina gli indirizzi dell'economia mondiale come i trend della moda, dell'abitare, del viaggiare. Un itinerario in un mondo molto lontano dalla Terra, dove "le proteste dei disoccupati e i cigolii dei cancelli delle fabbriche che chiudono sono solo rumori di fondo".

Giovedì 29 aprile ore 21.30
BARBARA ALBERTI, Riprendetevi la faccia, Mondadori
"Donne stiamo attente - avverte Barbara Alberti - ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte." Questo libro è un manifesto, uno scatto d'orgoglio, un richiamo alle armi: "Donne, che ci è successo? Dove siete? Dove siamo? In una mano la ramazza, nell'altra il biberon, nell'altra il computer, nell'altra la biancheria sexy, nell'altra i vecchi da curare. E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant'anni". "Riprendetevi la faccia" è un foglio di resistenza contro la dittatura dell'eterna giovinezza, contro la pressione sociale al botulino, la sistematica ridicolizzazione della donna che invecchia: "Ma allora una che deve fare? Spararsi a cinquant'anni?". Le streghe sono tornate, a quanto pare, e non si sono fatte la plastica. Ma niente femminismo vittimista, per carità: "Qui non si tratta di lagnarsi, ma di resistere a un ricatto. Chi se lo immaginava che si sarebbe dovuto ricominciare daccapo, che nuove fregature si sarebbero inventate, che la nostra sottomissione avrebbe preso altre forme?
Laureata in filosofia, Barbara Alberti è scrittrice prolifica di romanzi, saggi e biografie fantastiche. Nella sua carriera di sceneggiatrice ha firmato una quindicina di pellicole, tra cui quella per Il portiere di notte di Liliana Cavani.

Venerdì 7 maggio ore 21.30
EDOARDO NESI, La storia della mia gente, Bompiani
C'era una volta la Provincia italiana ricca, felice e molto produttiva. Che commerciava con l'estero, dava del tu ai colossi oltre confine con l'orgoglio di una identità, prima che nazionale, comunale. C'era un tempo in cui anche gli stupidi facevano soldi, in un paese dove il PIL cresceva di due cifre l'anno. Dove i soldi guadagnati con allegria, spensieratezza e persino cafonaggine venivano ben esibiti in beni di lusso. Poi arrivarono i guru della globalizzazione a dire che si doveva cambiare, ad andare in televisione a sponsorizzare mercati stellari in Cina e a sostenere che il vecchio modello, quello dove si stava bene, andava male. Questa è "la storia della mia gente", non solo degli "stracciaroli di Prato", ma di una provincia felice e intelligente, sacrificata alla globalizzazione. Edoardo Nesi è nato a Prato nel 1964. Ha pubblicato i romanzi Fughe da fermo, Ride con gli angeli, Rebecca, Figli delle stelle e Per sempre, tutti con l'editore Bompiani. Ha scritto e diretto il film Fughe da fermo, ha tradotto le 1433 pagine di Infinite Jest di David F. Wallace e ha fatto andare avanti l'azienda tessile di famiglia. Ora è assessore alla cultura e allo sviluppo economico della Provincia di Prato.

Giovedì 13 maggio ore 21.30
LUCA TESTONI, L'ultima sfilata - Processo alla casta della moda italiana, Sperling e Kupfer
La moda italiana era il fiore all'occhiello del made in Italy: conquistava Hollywood, faceva tendenza e finiva sulle copertine delle riviste più prestigiose del mondo. Ora, dietro la facciata glamour, il sistema scricchiola paurosamente. Colpa di una "casta" che per troppo tempo ha guardato solo al proprio (lussuoso) orticello: una compagnia esclusiva (e molto elegante), in cui al genio creativo si è sostituita l'arroganza di imprenditori, pierre e buttafuori. Un settore incapace di sottrarsi alla decadenza dei costumi, e di sostenere l'urto di una moda sempre più low cost e low luxury. Un universo fatto di addetti stampa che confondono il fatturato con il PIL, di sfilate sponsorizzate dai pomodori, di eroi della trash-tv in passerella, di griffe sulle mutande e sulle piastrelle del bagno, di elusione fiscale e marchette sui giornali. Con questo corrosivo pamphlet, Luca Testoni apre il primo vero processo al sistema moda italiano, e insieme lancia un accorato appello per salvare una delle ultime eccellenze nazionali. Di tempo ne è rimasto poco: il giorno dell'ultima sfilata è più vicino di quanto si pensi.

Giovedì 20 maggio ore 21.30
MARCO MISSIROLI, Bianco, Guanda
Questo romanzo ci racconta che la vita può cambiare di colpo e riscattare un passato che il destino ci ha costretto a vivere senza appello. Lo fa attraverso la forza umana più grande: l'amore; è proprio l'amore per la moglie che non c'è più a guidare il vecchio Moses, nel tempo in cui l'esistenza lo mette di fronte alle colpe di un'intera vita, giurata all'odio contro il diverso. Quel diverso che ha la pelle nera e che lui ha dovuto sacrificare nel nome di un padre, della sua gente e di una missione da condurre, nella terra di un dio senza perdono. Una notte tutto cambia. Arrivano dei nuovi vicini di casa, e una donna "con l'oro nelle mani e la danza sulla pelle" che custodisce un segreto: il segreto che spingerà Moses ad affrontare finalmente il passato. È grazie a questo secondo incontro che gli occhi e il cuore di Moses vedranno ciò che non hanno mai voluto vedere. Solo così l'amore per quella moglie scomparsa diventerà l'unica forza per arrivare alla verità. "Se volete un consiglio- ha detto Gad Lerner - leggetevi Bianco. Perché la buona letteratura ci scruta dentro". Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981. Ha pubblicato Senza coda (2005 - Premio Campiello Opera Prima) e Il buio addosso (2007); con Bianco ha vinto il Premio Giovanni Comisso.


Mercoledì 26 maggio ore 21.30
DACIA MARAINI, La ragazza di via Maqueda, Rizzoli
È un percorso che nasce da lontano, quello di questo corposo e importante viaggio nei racconti di Dacia Maraini. Un viaggio che attraversa il tempo e che si svela attraverso le storie e i luoghi, gli indimenticabili personaggi femminili e una geografia di vita e di idee. Partiamo da una Sicilia fatta di mare e di vento, di corse e di tuffi, in cui l'autrice arrivò da bambina dopo le brutture della guerra. Era anche l'isola di severe e arcaiche regole non scritte. Lì, racchiusa in se stessa, trascorse i suoi lunghi anni Marianna Ucrìa, ma nelle strade snaturate delle sue splendide città, oggi si vendono prostitute bambine venute dall'Africa, e il suo mare azzurro è devastato da chi lucra su rifiuti pericolosi. Roma si lega al tempo favoloso degli anni giovanili, delle felici favole della classicità, dei voli verso continenti lontani, del tempo malinconico della disillusione, degli amici ormai scomparsi come il poeta regista, Pier Paolo Pasolini, indimenticabile critico dell'allora nascente società dei consumi. L'Abruzzo è la terra incantata della maturità, con le leggende di antiche civiltà, i boschi popolati di animali, le tradizioni, i terremoti che la devastano. Ma è anche il luogo solitario che l'autrice ha scelto per creare i suoi romanzi.

cb

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