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Comune di Prato

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24/04/2010 10:31
Consiglio Comunale L’assessore Caverni risponde alla domanda d'attualità di Biffoni (Pd)

«Il centro di Protezione civile in viale Marconi? E’ la Regione che non lo vuole più»

Chiesta la risoluzione del contratto e la restituzione della caparra di 500mila euro

«E’ la Regione Toscana, e non il Comune di Prato,  che ha chiesto di sciogliere il contratto per il recupero dell’ex parcheggio Tir di viale Marconi e la restituzione della caparra già versata in sede di stipula perché il Comune non intende spostare i nomadi che si trovano nel terreno attiguo». E’ questa la spiegazione data in Consiglio comunale dall’assessore alle Opere pubbliche e al Patrimonio Roberto Caverni alla domanda d'attualità presentata dal consigliere Matteo Biffoni del gruppo Pd sul progetto del centro di Protezione civile regionale in viale Marconi. Biffoni ha chiesto se corrisponde al vero che la giunta non intende portare a compimento l’opera e in caso positivo se siano state valutate le ricadute economiche e giudiziarie della scelta, «considerando l’importanza del progetto, degli investimento che attrarrebbe e dei posti di lavoro che creerebbe».

Il protocollo d’intesa venne firmato nel dicembre 2005  da Comune, Provincia e Regione, che nel gennaio 2006 stipularono conseguentemente il contratto di vendita del terreno di proprietà comunale alla Regione per 3.500.144 euro, con versamento da parte di quest’ultima al Comune di un anticipo di 500mila euro come caparra. L’impegno da parte del Comune era di predisporre il piano attuativo per il recupero dell’area nell’arco di un anno, ma l’iter ha incontratto delle difficoltà soprattutto per lo spostamento del campo nomadi in una nuova localizzazione, come chiedeva la Regione. L’assessore ha letto in Consiglio il carteggio finora avvenuto tra Comune e Regione «Spostare i rom sarebbe un’operazione difficoltosa ed onerosa, che richiederebbe praticamente il ricavato della vendita – ha detto l’assessore – Infatti il terreno attiguo al campo attuale è privato e in ogni caso dovremmo  urbanizzarlo, ovvero portare luce, acqua e gas. Mi sembra già che il Comune sia andato abbastanza incontro alla Regione vendendo un’area di 70.000 metri quadrati edificabili, per realizzarvi ben 78mila metri cubi di costruito, al prezzo irrisorio di 50 euro al metro quadrato. Quindi per noi il progetto è ancora realizzabile, ma in un’altra area della città e non siamo noi che vogliamo scindere il contratto».

Anche il sindaco Roberto Cenni ha preso la parola per ribadire che il progetto è ancora sul tavolo, sebbene con una destinazione diversa dal viale Marconi.

Biffoni nella sua replica ha chiesto l’impegno da parte dell’Amministrazione a valutare i pro e contro dell’operazione prima di chiudere la partita, perché “il progetto poteva rappresentare un valore aggiunto per quella zona della città”.

cb

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