Iniziativa su Garibaldi seguita da un folto pubblico
Ha ottenuto un successo superiore a ogni aspettativa l'iniziativa pubblica su "Giuseppe Garibaldi, protagonista del Risorgimento italiano, fra mito e realtà", organizzata dalla Circoscrizione Prato Centro, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia: la sala del consiglio comunale, in tale occasione, era affollata nonostante la bella stagione.
Al dibattito hanno partecipato personalità del mondo della cultura ed esperti di storia risorgimentale, come Fabio Bertini, docente della Facoltà Cesare Alfieri di Firenze, Giuseppe Gregori, storico e esperto storia locale, Olinto Dini, esperto di storia risorgimentale, Annita Garibaldi Jallet, direttrice del Museo garibaldino di Porta San Pancrazio di Roma. Ha introdurre e condurre il dibattito è stato Massimo Taiti, presidente della Circoscrizione Prato Centro.
Interessante e curiosa nello stesso tempo la relazione di Giuseppe Gregori, esperto di storia locale e già assessore del Comune di Prato nella precedente legislatura, che ha relazionato sulla presenza di Garibaldi a Prato nell’agosto 1846 quando si rifugiò nelle campagne vaianesi per sfuggire alla cattura dei soldati austriaci. Aneddoti sconosciuti addirittura alla pronipote Annita Garibaldi, invitata a Prato per l’occasione. Tantissime le storie e le memorie dei numerosi passaggi di Garibaldi per valli e terre dell’italica nazione, come pure numerosi sono i marmi commemorativi, obelischi, nome di vie, statue dedicate a Garibaldi sparse nelle piazze di tutta Italia, così è successo anche a Prato. Ma l’affresco globale dell’opera del patriota ha rimandato inevitabilmente alla causa più importante intrapresa in quell’epoca di grandi cambiamenti: la creazione dell’Unità d’Italia e la sua indipendenza. Una Unità che significava soprattutto modernità, con una Italia che fino a quel momento era rimasta indietro rispetto alle altre nazioni europee.
“Occorre avere il coraggio di guardare al Risorgimento senza piglio retorico, capire che non si tratta di fatti lontani”, ha affermato Fabio Bertini nel suo intervento. Mentre Olinto Dini e la signora Annita Garibaldi Jallet, pronipote dell’eroe dei due mondi, hanno riportato notazioni anche sulla vita privata dell’Eroe con Anita, non trascurando la vena umanitaria e socialista che l’Eroe aveva da sempre portato innanzi. Un grande eroe, con doti militari e strategiche di lotta, difensore di valori altrettanto universali come gli ideali di indipendenza e democrazia dei popoli. Una vita spesa in modo generoso e disinteressata, spesso senza contropartita.
Al termine del dibattito, una doverosa deposizione di una corona d’alloro, presso l’obelisco che la città di Prato dedicò nel 1889 a Giuseppe Garibaldi, ha chiuso questa giornata commemorativa che ha avuto il compito di ricordare questa figura assai amata, forse più celebrata e mitizzata degli ultimi tempi. Obelisco che merita di essere restaurato e protetto visto lo stato in cui si trova, per ciò che rappresenta per la vita culturale della città e della nazione ed essendo inoltre uno dei pochi monumenti laici presenti in città.
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