A Prato 150 esami di italiano al mese per gli stranieri che chiedono la Carta di soggiorno
«Siamo pronti a collaborare con la Prefettura di Prato e con gli altri enti coinvolti mettendo a disposizione la nostra esperienza e le nostre risorse per gestire al meglio la partita degli esami d'italiano agli immigrati, perchè crediamo fermamente che la conoscenza della nostra lingua sia il primo ed irrinunciabile passo verso l'integrazione».
E' questa la dichiarazione dell'assessore alle Politiche per l'Immigrazione Giorgio Silli a seguito della riunione di ieri (8 luglio) in Prefettura del Consiglio territoriale dell'immigrazione, da cui è emersa la stima degli esami di italiano che dovranno essere sostenuti a Prato dagli stranieri che vorranno conseguire la Carta di soggiorno, come prevede il decreto ministeriale emanato il 4 giugno scorso in attuazione del Pacchetto sicurezza del Governo: si parla di circa 150 esami al mese che dovranno essere gestiti dalla Prefettura a partire dal dicembre prossimo.
Infatti il decreto, che entrerà appunto in vigore a fine anno, prevede che gli stranieri dimostrino di avere una conoscenza della lingua italiana che soddisfi il parametro “A2” del quadro comune di riferimento europeo, condizione necessaria per ottenere la Carta di soggiorno, ovvero il “permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”.
Già dall'inizio dell'anno il Comune ha disposto l'esame di italiano agli immigrati che vogliano aprire un'attività commerciale: l'obiettivo dell'assessorato alle Politiche per l'immigrazione, come annunciato alcuni mesi fa, è ora quello di creare una rete di collaborazione tra enti che organizzano corsi di italiano per stranieri in modo da uniformare testi e programmi, ora diversi tra loro, per arrivare a svolgere test omogenei e quindi attestati di conoscenza omogenei:« Le associazioni e gli enti che organizzano i corsi svolgono un servizio senz'altro molto utile, ma noi vorremmo fare un passo ulteriore uniformando la materia - spiega l'assessore Silli - Siamo quindi pronti a fare la nostra parte per trasformare la disposizione ministrale in un'opportunità di crescita e di vera integrazione. Siamo aperti e disponibili per questo,alla collaborazione di ogni altro ente».
cb
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