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Comune di Prato

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09/09/2010 15:41
Sicurezza Dopo la caduta dal tetto del titolare di una ditta cinese

Capannone di via Roncioni, nuove ispezioni e nuovi sequestri

Milone: "La comunità cinese non vuole avviare un processo di legalità"

Nella mattinata di oggi la polizia municipale ha eseguito nuove e ulteriori attività ispettive sullo stato del capannone di via Marco Roncioni 169, da ieri sotto sequestro per l'episodio della caduta dal tetto del titotare di una ditta cinese.

Gli agenti dell’Unità operativa edilizia e contrasto al degrado urbano della Polizia Municipale di Prato - squadra coordinata dal Commissario Flora Leoni - si sono presentati presso il capannone, di cui sono comproprietarie due imprese italiane, e hanno qualificato e quantificato gli abusi edilizi interni.

E' risultato che nel capannone, che ha una superficie complessiva di 1200 metri quadrati, sono operative cinque diverse ditte con titolari di nazionalità cinese, attive nel campo della confezione di capi di abbigliamento.

Dai rilievi è emersa la realizzazione di circa quaranta stanzette adibite a dormitorio, per un numero complessivo di circa sessanta posti letto messi a disposizione dei lavoranti. Il tutto in situazioni igieniche particolarmente precarie vista anche l’assenza di idonea aerazione interna.

Nel capannone sono risultate allestite anche cucine per la fornitura dei pasti direttamente sul luogo di lavoro, nelle quali erano presenti 12 bombole di gas che sono state debitamente asportate da parte degli agenti intervenuti.

Nel complesso sono state rinvenute 107 macchine da cucire di vari tipi che sono state sigillate e poste sotto sequestro amministrativo.

Il Comando di piazza Macelli ha elevato ai titolari delle ditte dieci verbali per violazione alle norme sull’azionamento macchinari per un totale di seimila euro.

Il capannone era già stato oggetto di accertamenti da parte della Polizia Municipale nel 2007: in tale circostanza era stata accertata la presenza di quattro delle odierne cinque ditte ed era stato disposto il sequestro amministrativo dei macchinari utilizzati.

"Le continue violazioni e irregolarità che stiamo riscontrando - ha sottolineato l'assessore alla Sicurezza Urbana, Aldo Milone - dimostrano che questa comunità non ha alcuna intenzione di emergere e avviare un processo di legalità". "E' più di un anno - ha aggiunto Milone -  che la giunta Cenni ha avviato azioni di controllo nei confronti delle aziende cinesi  e tuttora si continuano a riscontrare  le medesime violazioni: ad esempio su cento aziende controllate sono quasi sempre altrettanti i sequestri di immobili".  " Se la comunità cinese - ha dichiarato ancora l'assessore  - avesse davvero voluto dare inizio a un percorso di legalità,  avrebbe avuto tutto il tempo per farlo. da parte nostra desumiamo che questa volontà non c'è".  "Il gruppo interforze - ha assicurato  Milone -  continuerà l'attività intrapresa e i controlli saranno ancor più intensificati" 

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