Datini, l'omaggio degli Innocenti
Seicento anni fa Francesco Datini lasciava mille fiorini all'Ospedale di S.Maria Nova per creare un luogo di accoglienza per l'infanzia abbandonata: ebbe così origine lo Spedale degli Innocenti, primo luogo nel mondo allora conosciuto esclusivamente dedicato all’assistenza e alla cura dei bambini abbandonati, che ancora oggi, dopo sei secoli, continua la sua missione. Per celebrare quel lascito venerdì 26 novembre sarà inaugurata all’Istituto degli Innocenti in piazza SS.Annunziata a Firenze la mostra “Il mercante, l'Ospedale, i fanciulli. La donazione di Francesco Datini'.
Il Comune di Prato contribuisce all'iniziativa “prestando” il celebre Ritratto di Francesco di Marco Datini di Ludovico Buti della collezione del Museo Civico. «Il mercante, l’Ospedale, i fanciulli’ è un omaggio davvero speciale al grande pratese in occasione del sesto centenario della morte – dice l’assessore alla Cultura Anna Beltrame – Datini fu mercante, mecenate e filantropo: dopo sei secoli la sua eredità è quanto mai visibile e preziosa, a Prato come a Firenze, e la mostra promossa dall’Istituto degli Innocenti lo testimonia con efficacia. Sono tempi difficili per la cultura e tempi di crisi per tante famiglie: sarebbe di grande conforto per tutti se ci fosse un altro Datini, a sostenere artisti e persone bisognose. Non c’è, né può esistere. Anche per questo abbiamo il dovere di ricordarlo: l’Istituto degli Innocenti lo fa nel migliore dei modi ogni giorno con il suo impegno per i bambini, le famiglie, la cultura».
Il percorso della mostra, visibile fino al 1° maggio, comprende, tra le altre, opere di Bernardo Daddi, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo Ghiberti. Il ritratto di Datini dipinto da Ludovico Buti (1555-1611) fu commissionato al pittore nell’ottobre del 1588 dalla Confraternita dei Ceppi, l’istituzione benefica fondata dal mercante pratese. E’ un tipico esempio della tecnica di ritrattistica ufficiale degli uomini illustri che adorna molti palazzi pubblici. Buti, allievo di Santi di Tito, ritrae il Datini secondo l’iconografia che lo contraddistingue, con il volto austero e il rosso acceso dell’abito che rendono bene l’energia del personaggio. Non a caso, l’immagine del mercante dipinta dal Buti è stata scelta come simbolo per le celebrazioni del sesto centenario della morte del grande mercante.
cb
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