Cartolarizzazione crediti Publiacqua, il Comune valuterą il ricorso in sede giurisdizionale
Approvata a maggioranza dal consiglio comunale la delibera sulla cartolarizzazione dei canoni idrici di Publiacqua decisa dal Comune nel 2003.
L’assessore al Bilancio Adriano Ballerini, nella presentazione del provvedimento, ha spiegato che l’operazione, fatta tramite Consiag, consentì all’Amministrazione comunale di introitare anticipatamente e, in una unica soluzione rispetto alle scadenze naturali, i crediti futuri sino al 2022: il valore complessivo dei crediti sarebbe dovuto ammontare a oltre 72 milioni di euro ma al Comune sono arrivati meno di 53 milioni per inadempimenti di Publiacqua.
Il Comune, con la delibera approvata dal consiglio, metterà quindi in atto tutte le azioni a tutela della propria integrità patrimoniale e verificherà l’opportunità di attivarsi anche nelle sedi giurisdizionali deputate.
Ballerini, nella sua relazione, ha reso noto che da una perizia dell’advisor indipendente Brady Italia risulta che l’operazione si può configurare come un finanziamento bancario indiretto a favore del Comune che, se all’epoca avesse acceso direttamente un mutuo, avrebbe potuto mantenere l’entrata dei canoni Publiacqua e coprire con tali entrate i costi legati all’operazione stessa di mutuo. Inoltre l’assunzione diretta del mutuo non avrebbe esposto l’ente al rischio connesso agli inadempimenti da parte altrui come invece è accaduto visto che al Comune sono state addebitati da Consiag interessi passivi sulle somme introitate tardivamente da Publiacqua.
Ballerini ha, inoltre, fatto rilevare come l’advisor indipendente abbia verificato che sussistono difformità formali e sostanziali nei contratti stipulati fra Consiag e Comune tanto da rendere quanto meno dubbia la loro validità e che la scelta di Consiag come “cessionario” del finanziamento non è avvenuta tramite procedure selettive che – se ci fossero state – avrebbero fatto emergere l’assenza di titoli da parte di Consiag.
Inoltre, sempre secondo l’advisor, il costo del finanziamento risulta superiore a quello che il Comune avrebbe potuto ottenere attraverso un mutuo tradizionale nel 2003 e superiore anche al tasso massimo fissato per legge per il finanziamento agli enti locali.
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