«Variante al Pit, dalla Regione una decisione illegittima alla radice e penalizzante per Prato»
«L'adozione della variante al Pit da parte della Regione Toscana è del tutto illegittima, sia dal punta di vista procedimentale, essendo priva delle necessarie validazioni ambientali e sanitarie e del percorso di partecipazione e confronto, sia da quello dei contenuti e degli effetti sullo sviluppo economico della piana». Così l'assessore all'Urbanistica Gianni Cenni ha esordito nel suo intervento in merito all'integrazione al Pit, su cui sono stati presentati tre ordini del giorno: il primo dell’Udc, il secondo targato Pd e Italia dei valori, e il terzo presentato dal Pdl. Tutti per dire no, anche se con argomentazioni diversamente articolate, alla nuova pista dell’aeroporto di Peretola. A seguito di quanto approvato martedì scorso dalla giunta comunale, in cui si dà mandato al sindaco Roberto Cenni di avviare qualsiasi iniziativa, anche giurisdizionale, contro l'adozione della variazione al Pit, l'assessore Gianni Cenni ha sottolineato che di fatto la delibera regionale blocca la possibilità di effettuare la riqualificazione delle aree degradate della città attraverso lo strumento della perequazione, di prevedere nuove aree produttive per far ripartire il distretto, con nuove chances offerte dalla green economy e dall'allungamento della filiera, e di colmare il forte gap dell'edilizia sociale: Prato, come è noto, dispone infatti solo di 1.400 alloggi popolari, a fronte dei 6.000 di Pistoia e degli 11.000 di Livorno, che hanno molti meno abitanti. Tra le aree messe a salvaguardia c'è infatti anche via di Gello, su cui dovevano sorgere edifici di edilizia sociale: «Degli 8.000 ettari di terreno sottoposti a tutela del Parco della piana da parte della Regione 2.800 sono solo sul territorio pratese - ha detto Gianni Cenni - ovvero ben 800 ettari in più di quanto precedentemente concordato. E' poi un grave paradosso che la Regione violi le sue stesse leggi: adottando la variante con un simile iter procedurale, senza alcun confronto con gli enti coinvolti, infrange la legge regionale 1 del 2005, che impone la partecipazione come parte integrante del processo di validazione di un progetto».
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, nel documento presentato dal capogruppo Udc, Antonio Longo, la nuova pista parallela è considerata una soluzione ad esclusivo “benefico del capoluogo toscano, a discapito dello sviluppo economico, imprenditoriale e turistico dell’area metropolitana nonchè dell’intera regione” e si invita “il sindaco a la giunta a farsi carico di ogni ulteriore azione politica per il potenziamento di entrambi gli aeroscali di Firenze e Pisa”. “Il dibattito sulla proposta della Regione circa la nuova pista parallela – si legge nel documento Udc - deve tener conto della ben più ampia necessità della riqualificazione e dell’ammodernamento delle infrastrutture e dei trasporti, via terra e via cielo, della Toscana e nello specifico dell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia e dei suoi collegamenti con il Mare”. Prima ancora di parlare di una nuova pista – si legge ancora nell’odg – è prioritaria la questione dell’ammodernamento dei due attuali aeroporti di Firenze e Pisa e della rete infrastrutturale e di collegamento terrestre senza far emergere controproducenti lotte campanilistiche a vantaggio dell’una e dell’altra città.
I gruppi Pd e Idv esprimono “contrarietà alla eventuale realizzazione di piste di decollo e atterraggio che vedano coinvolto lo spazio aereo del territorio pratese” in quanto “il progetto di qualificazione dell’aeroporto fiorentino deve necessariamente tener conto del contesto in cui si inserisce e dare garanzie per quanto riguarda la compatibilità dell’intervento con la qualità di vita degli abitanti della piana”. “La realizzazione della pista parallela o convergente con decollo e atterraggio sulla nostra città – si afferma nell’odg - produrrà pesanti ricadute sull’inquinamento acustico, la qualità dell’aria e la salute dei cittadini” e si conclude auspicando che “vengano potenziate le direttrici di transito stradale e ferroviario dirette verso l’aeroporto di Pisa che morfologicamente e logisticamente appare più consono ad una effettiva valorizzazione del traffico aereo toscano”.
Un no secco “a qualunque ipotesi che preveda l’impatto diretto, in fase di decollo e atterraggio, sui centri abitati del territorio pratese” arriva infine dal gruppo consiliare Pdl che si dichiara contrario alla delibera approvata dalla Giunta Regionale sull’integrazione al Pit, relativa al parco agricolo della piana e alla riqualificazione dell’aeroporto di Firenze, e assolutamente favorevole all’atto della giunta comunale pratese, nel quale si reputa palesemente illegittima la variante al Pit della Regione, e si invita il sindaco ad assumere ogni iniziativa anche giurisdizionale a tutela degli interessi comunali che verrebbero gravemente lesi da un’eventuale approvazione definitiva della variante regionale.
“La variante al Pit – si legge nell’odg Pdl – è uno strumento istituzionale utilizzato come una clava politica per penalizzare il territorio pratese, volontà peraltro confermata dal taglio dei fondi alla tramvia e dalla mancata previsione di finanziamenti per altre indispensabili opere infrastrutturali”. Nel documento si rileva come la pista parallela all'A11 rischia di trasferire il traffico aereo dell'area fiorentina quella pratese, con notevole aggravio per la vivibilità dei territori interessati, senza aver prima compiuto i necessari approfondimenti sulle potenziali ricadute ambientali e sociali.
Al termine dei lavori l'aula ha approvato tre documenti su quattro. Quello del Pdl è stato approvato a maggioranza (41 votanti, 25 a favore e 16 contrari). Così come per quello di Fli (39 votanti, 23 a favore, 15 contrari e il presidente non ha votato). Mentre il documento dell'Udc è stato approvato anche con il voto favorevole della minoranza (41 votanti, 40 favorevoli e il presidente non ha votato). Respinto invece l'ordine del giorno presentatto da Pd e Idv (41 votatni, 16 a favore, 24 contrari e il presidente non ha votato).
cb
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