"La Regione corregga la variante al PIT perché altrimenti soffocherebbe Prato per tre anni"
"Chiediamo una correzione netta e precisa della variante al PIT della Regione Toscana che preveda la restituzione a Prato di 800 ettari di terreni posti indebitamente sotto tutela con un vincolo assolutamente improprio. Gli accordi prevedevano in tutto 7mila ettari sotto tutela ambientale per la creazione del Parco della Piana, di cui 2mila riguardavano il territorio pratese, il quale era l'unico di fatto a garantire una vera e propria piana per il verde, a fronte di molte aree montuose apportate da altri comuni. Questo provvedimento della giunta regionale fa salire a 8mila gli ettari posti sotto tutela e dei mille in più rispetto agli accordi presi ben 800 sono nel Comune di Prato". Ha esordito così questa mattina in conferenza stampa il sindaco Roberto Cenni presentando le sue considerazioni sul Piano di Intervento Territoriale della Regione, approvato dalla giunta regionale, che rischia di bloccare di fatto il piano strategico della città di Prato per i prossimi tre anni.
"Si tratta di un atto già dirompente dal punto di vista psicologico sia per il pubblico chiamato ad amministrare l'area sia per i privati che si interrogano sull'uso dei terreni. Basta schiaffi al nostro territorio - ha continuato il sindaco Cenni - sono stufo di questa persecuzione nei confronti di una città che è stata per troppi anni lasciata indietro. Nonostante la crisi, il Pil della Toscana viene in gran parte prodotto dal nostro distretto eppure a Prato ci sono appena 1.400 alloggi di edilizia residenziale pubblica, contro i circa 6mila di Pistoia e gli 11mila di Livorno. E invece di compensare la Regione pensa bene di bloccare anche quelle aree, come la ex Salvi Cristiani in via di Gello, dove avevamo già ricevuto via libera e fondi per realizzare alcuni alloggi dell'Epp".
E' severa quindi la valutazione del primo cittadino sulla variante al PIT approvata dalla giunta regionale: "Prato - sottolinea Cenni - aveva partecipato con grande entusiasmo al progetto del Parco della Piana, non solo per ragioni di carattere ambientale, ma anche perché siamo persuasi dal valore della diversificazione delle attività rispetto al settore manifatturiero. E di fatto senza il Comune di Prato il Parco non esiste. Ma La nuova operazione della giunta regionale stringe la nostra città in una morsa soffocante. Anche perché lo stato di crisi che stiamo attendendo, che a breve dovrebbe esserci riconosciuto, prevede anche interventi della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) in quartieri degradati come, ad esempio, il Macrolotto zero. Ma con questo PIT anche tali opportunità saltano. L'attenzione mediatica si è concentrata sull'ampliamento dell'aeroporto di Firenze, tuttavia la vera nota preoccupante, che incide da subito e non tra molti anni, sulla salvaguardia dello sviluppo della città è proprio questa: il PIT è immediatamente impattante su Prato. E ci saremmo aspettati dall'opposizione una presa di coscienza non solo dei problemi connessi alla costruzione di un pista parallela all'aeroporto di Firenze ma del fatto ben più ampio, grave e immediato, che Prato non può rimanere ferma per tre anni a causa di un uso politico delle istituzioni. Quello stesso uso politico delle istituzioni che ha portato all'esclusione di Prato dalla riunione dei sindaci della Piana per discutere del futuro di Peretola. Una cosa sono le riunioni di partito, una cosa sono gli appuntamenti istituzionali. In ogni caso, se questo è il Progetto Prato della Regione, allora è un progetto alla rovescia del quale la città ha tutt'altro che bisogno".
mc
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