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Comune di Prato

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18/03/2011 10:33
Eventi Ieri sera l'ultimo dibattito del ciclo invernale al Teatro Metastasio. Info su www.pratoincontra.it

"Prato Incontra" celebra i 150 anni dell'Unità d'Italia

Appuntamento in primavera con due serate, giovedì 14 e giovedì 28 aprile, di nuovo sul palco del Met

La grande emozione dell’Inno di Mameli eseguito dalle cinque vocalist de “L’Ora del thè”, il ricordo coinvolgente della Prato di trenta anni fa nel filmato “Prato 1981” con il commento dello scrittore e autore teatrale Rodolfo Betti, la voglia di conoscere i personaggi che hanno fatto la storia della città e che oggi rivivono grazie al progetto dell’assessorato alla Cultura che lancia “Prato.Italia150”, concorso on line per scegliere il pratese più rappresentativo degli ultimi 150 anni, la passione del sindaco Roberto Cenni per una città che “merita molto perché ha sempre dato molto”. Un concentrato di ricordi, di emozioni, di storie e di persone nel decimo appuntamento di “Prato Incontra”, la rassegna organizzata dall’amministrazione comunale al teatro Metastasio. La serata di ieri, intitolata “Io son di Prato”, citazione di Curzio Malaparte tratta da “Maledetti toscani”, è stata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia e al contributo che Prato e i pratesi hanno dato in termini di lavoro, cultura, ricchezza, idee. Ripetuti applausi a scena aperta da parte di un pubblico che ha lanciato un messaggio chiaro: la voglia di ritrovare la pratesità, di non dimenticare le radici, di guardare al futuro con la consapevolezza che altri prima di oggi hanno lavorato per costruire ciò che abbiamo e hanno lottato contro crisi e difficoltà.

Sul palco il sindaco Cenni, l’assessore alla Cultura Anna Beltrame, il regista e direttore organizzativo del Metastasio Massimo Luconi, l’autore teatrale e padre delle Pagliette del Buzzi Rodolfo Betti, il giovane attore comico Giacomo Carolei, presto in onda su Rai1 con la fortunata serie “Un medico in famiglia” e, come già in una precedente occasione di Prato Incontra, mattatore con le sue battute e la spiccata ironia. A moderare la serata è stato il giornalista e portavoce del sindaco, Maurizio Ciampolini che ha subito dato una notizia: “Erano previsti dieci incontri di questa rassegna e stasera siamo al decimo, ma ci sarà un’appendice primaverile: Prato Incontra torna il 14 e il 28 aprile con due argomenti forti: il Pit, il Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana, e la sicurezza”.

L’intrattenimento musicale è stato affidato alle cinque pratesi che formano “L’Ora del thè” e che, con i loro vocalizzi, hanno creato una bella atmosfera di festa a cominciare dall’Inno di Mameli che ha aperto l’incontro.

“Sentir cantare l’inno è sempre una grande emozione – ha detto il sindaco – oggi abbiamo vissuto un grande giorno di unità che è andato oltre l’ideologia e l’appartenenza politica, oltre la nazionalità e il sentire personale. Un momento importante che fa riflettere: un amministratore pubblico deve cogliere i segnali che arrivano dalla gente e deve lavorare per risolvere i problemi perché questo è il suo compito. Ma c’è anche un altro spirito: in questi 150 anni tante persone si sono spese per l’Italia e la somma di tante energie ci ha reso quello che siamo. L’Italia è uno dei Paesi più belli del mondo, noi siamo doppiamente fortunati: viviamo in Toscana e viviamo in questa area metropolitana. Tutti dobbiamo essere consapevoli di ciò che abbiamo e di ciò che siamo, e dobbiamo lavorare perché tanti prima di noi lo hanno fatto. Sono convinto che Prato ce la farà, i pratesi sanno reagire a qualsiasi situazione e vinceranno le difficoltà”. Un augurio, un messaggio di speranza quello del sindaco che ha riscaldato il pubblico che ha risposto con grande emozione.

Una serata dedicata al ruolo di Prato nei 150 anni di storia dell’Unità d’Italia. L’assessore Beltrame ha lanciato, tra le tante iniziative pensate per tutto il 2011, un progetto che è appena partito e che promette di appassionare proprio tutti: “Un sito internet, www.150.comune.prato.it, per aiutare a conoscere meglio la storia della città. Si tratta di un concorso che consiste nel votare il pratese preferito, non vivente, che meglio rappresenta questi 150 anni di storia. Un sito internet work in progress, che parte con una prima lista di cinquanta nomi e che potrà essere aggiornato via via da chi suggerirà altri personaggi da inserire. Ogni mese in palio pubblicazioni, volumi e libri che raccontano Prato”.

L’iniziativa vuol mettere in evidenza il contributo che tanti pratesi hanno dato in campo nazionale ed internazionale: scrittori, attori, registi, giornalisti, poeti, luminari. “Per ognuno dei personaggi una biografia aiuta a saperne di più – ha detto l’assessore Beltrame – e l’obiettivo è sapere chi sono stati e cosa hanno fatto quegli uomini e quelle donne a cui sono state dedicate strade e piazze. Un grande lavoro di squadra: questo è il progetto che ci accompagnerà per tutto l’anno. Voglio ringraziare i dipendenti comunali che si sono dedicati senza risparmio alla realizzazione del sito internet, in particolare lo staff della Rete Civica che ha lavorato fuori dall’orario di ufficio, anche nei giorni di riposo”.

Tanti i nomi di pratesi celebri. Qualche esempio: oltre a Curzio Malaparte, incarnazione della poliedrica e caparbia pratesità, Piero De Bernardi, sceneggiatore di “C’era una volta in America” oltre che di “Amici miei”; Clara Calamai, attrice passata alla storia del cinema per aver preso parte al primo film del neorealismo italiano, “Ossessioni”, con Massimo Girotti, e tra le interpreti di “Profondo Rosso” di Dario Argento; Sem Benelli, classe 1877, “famoso come e più di Luigi Pirandello” per riprendere le parole di Massimo Luconi, fondatore del futurismo con Martinetti, drammaturgo e scrittore di grande fama, indimenticabile “La cena delle beffe”; Sara Ferrati, nata nel 1909 in via del Serraglio, strepitosa attrice che molti ricordano nello sceneggiato “Le sorelle Materassi” assieme ad Ave Ninchi. Tanta Prato e tanto pratesi negli ultimi 150 anni di storia italiana.

Ma Prato, oltre che per la sua gente, è stata importante per i suoi luoghi di cultura: il Metastasio, per esempio. “Qui si festeggiò l’Unità d’Italia un secolo e mezzo fa – ha ricordato Massimo Luconi – la cultura pratese è stata protagonista del Risorgimento. Il Metastasio e il Fabbricone erano famosi ovunque. Il Metastasio fu riaperto dal sindaco Giovannini nel 1964 che volle affermare la centralità di questo luogo nella vita cittadina, esattamente quello che quasi cinquant’anni dopo sta facendo il sindaco Cenni. Negli anni ’60 e ’70 il Metastasio è stato punto di riferimento per il teatro italiano, grazie a perfette alchimie che lo rendono pressoché unico: il rapporto tra palco e platea e il rapporto ottimale tra spazio e quantità di posti. Tanti i registi che lo hanno scelto per le loro prime, da Strehler e Ronconi”. Luconi ha ricordato una grande figura legata alla storia recente del Metastasio: Montalvo Casini, direttore per vent’anni: suo il merito di aver dato le basi a quello che oggi è e rappresenta il teatro.

Rodolfo Betti ha ricordato come è nato il filmato “Prato 1981”, proiettato ieri sera e tra i più cliccati in rete. “Mi chiamarono una sera gli autori, Giovannelli, Betti e un altro, e mi fecero vedere queste immagini: che si può fare di questa roba? Ci vorrebbe un commento. Qualche ora dopo il lavoro era già fatto e finito”. Emozionante rivedere la Prato di trenta anni fa e ascoltare storie e aneddoti di vita quotidiana, di persone e personaggi, di fatti e luoghi.

“Sono nato nel ’32 – ha detto Betti – e nella mia vita ho conosciuto un’enorme quantità di gente che a Prato ha lavorato tanto, ha fatto i soldi, li ha persi e li ha rifatti. Oggi vivo in mezzo ai nipoti di quella gente, spero che abbiano preso qualcosa dai nonni. In questo teatro ci venivo da bambino, insieme al mio babbo. Non posso dimenticare tanti momenti trascorsi qui, e non posso dimenticare che fu qui, nel 1954, che andò in scena la prima rivista delle Pagliette del Buzzi: tra gli spettatori, anche Curzio Malaparte”.

Maurizio Ciampolini ha chiesto al sindaco quale pratese voterebbe tra quelli che compaiono sul sito. “Voterei Malaparte, a livello mondiale è il più conosciuto. Ma Prato ha anche altri figli illustri, non tutti li conosco e per questo anche io, con curiosità, andrò a spulciare le biografie messe insieme dall’assessorato alla Cultura. E poi la città è anche altro, molto altro: penso ai suoi monumenti, alcuni ridotti in condizioni che fanno venire il mal di stomaco. Abbiamo meraviglie che altri considererebbero come miracoli, e se solo in passato avessero avuto l’attenzione che meritavano oggi Prato avrebbe una collocazione diversa nell’interesse artistico e architettonico toscano”.

L’assessore Anna Beltrame ha ricordato le altre iniziative pratesi per i 150 anni dell’Unità d’Italia: una rassegna cinematografica al Terminale, al via da lunedì prossimo, in collaborazione con la Scuola di cinema Anna Magnani, per ricordare le pellicole più significative del periodo; visite guidate gratuite, a partire da sabato 26 marzo, alla scoperta dei luoghi del Risorgimento nel centro storico di Prato; cene a tema organizzate con l’Istituto Santa Rita; il 7 settembre, tradizionale concerto della Camerata Strumentale Città di Prato, quest’anno dedicato alle opere dei grandi compositori italiani dell’800, in testa Verdi e Rossini; a fine anno, una grande mostra con i pratesi più votati sul sito internet.

Altra emozione quando Massimo Luconi ha letto un messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “I teatri Stabili, in Italia sono 20 tra cui il Metastasio, hanno deciso di dare lettura di un estratto di una lettera che il presidente ha letto in occasione dell’ultimo Premio De Sica: si tratta di un auspicio per la riscoperta della cultura come valore di unitarietà e crescita collettiva”.

Il sindaco ha ribadito che “la cultura non è una spesa ma un investimento, a patto che ci sia cura e attenzione”. “Un po’ di schifezze sono state fatte in passato – ha detto – a seconda delle amicizie, del sistema e delle clientele, sono stati fatti investimenti per cose non proprio belle. A parte questo, voglio dire che in Toscana non può continuare una politica “firenzecentrica”, perché di bellezze in questa regione ce ne sono molte altre, in altri territori. Se si vuole fare la cultura bisogna farla con la c maiuscola, così come la politica deve avere la p maiuscola. Troppe minuscole negli ultimi anni, ora basta”.

E a proposito di cultura e progetti per il futuro, il sindaco ha più volte ribadito che sarebbe bello rimettere insieme un po’ di ricordi e di esperienze pratesi: un revival del meglio delle Pagliette del Buzzi e degli aneddoti, circa 500, scritti da Rodolfo Betti. “Pensiamoci seriamente e lavoriamoci, riportiamo i pratesi magari in questo teatro a respirare un po’ della Prato che fu ma che può ancora e a buon titolo essere”.

mc

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