"Se pensano di sequestrare i nostri terreni sbagliano di grosso"
Durante il dibattito di "Prato Incontra", tenuto ieri sera al Teatro Metastasio per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il sindaco Roberto Cenni ha portato al centro della discussione temi di grande attualità. Alla domanda su quali risposte abbiano ottenuto i progetti e le idee presentati dal Comune alla Regione, il sindaco ha detto: “Risposte? Se ne fossero arrivate, ci avremmo almeno capito qualcosa. Mi si rimproverano tanti no, e me ne assumo la responsabilità, ma tutti hanno una valida ragione in difesa degli interessi di Prato. Ho detto no all’area ex Banci: circa 300 milioni, di cui meno un decimo fondi regionali il resto a carico del Comune, per un polo espositivo, quando questi centri sono in crisi in tutta Italia e non solo. Una cattedrale nel deserto che avrebbe prosciugato le casse dell’Amministrazione senza offrire nessuno slancio all’economia, garantendo solo cemento. A me è sembrata, sempre e solo, una grande sciocchezza e mi sono opposto.
Ho detto no all’acquisizione dell’area del vecchio ospedale: circa 50 milioni per un patrimonio che il Comune aveva dato gratis alla Asl e ora avremmo dovuto pagare per riaverlo indietro. Una scelta scellerata fatta dalle precedenti amministrazioni che ho impedito andasse in fondo a scapito dei cittadini pratesi.
Ho detto no alla vendita dei terreni in viale Marconi alla Regione: 70 euro a metro quadro non mi pareva un grosso affare per terreni edificabili. Avremmo incassato 3 milioni e mezzo con una destinazione anche nobile, è vero, ma quando ho capito che pretendevano lo spostamento del campo nomadi, con tutte le conseguenze che questo ci avrebbe creato in termini di nuova localizzazione, ho rinunciato. Dopo che si fa un regalo, visto il prezzo, la Regione avrebbe potuto impegnarsi un po’ di più anziché scaricare, anzi creare un problema aggiuntivo a Prato.
Su tutti questi no i pratesi mi giudicheranno, qualcuno penserà che ho fatto bene, qualcuno non sarà d’accordo, io penso di lavorare nell’interesse di tutti. Mi si rimprovera di non aver presentato progetti ma solo idee. Ma non ho certo voglia di spendere centinaia di migliaia di euro dei cittadini per consulenze, come si usava, per poi avere progetti che nessuno mi farà mai realizzare. I cassetti sono pieni di progetti su Prato pagati fior di quattrini”.
Il sindaco Cenni ha parlato anche delle potenzialità ambientali ed economiche del Parco delle Cascine di Tavola, così come della straordinaria opportunità e ricchezza della città etrusca di Gonfienti: “Insieme al polo dell’arte contemporanea rappresenterebbe un grosso contributo al rilancio regionale. Ma si parla d’altro".
Infine sul Piano di indirizzo territoriale, il sindaco ha concluso: "Quello che ha fatto la Regione non è uno sgarro all’Amministrazione comunale ma a tutti i pratesi. Io sono sindaco di tutti i pratesi, la Regione dovrebbe amministrare tutti i toscani. Il Pit, così come è oggi, congela 800 ettari di terreno, con una manovra unilaterale e al di fuori di qualsiasi accordo, e che per Prato sono fondamentali in termini di sviluppo futuro. Ci dicono che avremo una sorta di risarcimento di 15 milioni, ma qui c’è da risarcire decine d’anni di penalizzazioni e di errori. Prendiamo la Declassata: abbiamo chiesto alla Regione un finanziamento per eliminare la strozzatura di via Marx, ci è stato detto che la Regione non finanzia lavori per strade comunali. Ora chiedo: è una strada di interesse solo comunale quella che rappresenta l’unica alternativa all’autostrada per collegare Firenze, Prato e Pistoia? Non mi sembra una risposta istituzionale. E qualche sospetto ce l’ho. Sul Parco della Piana dico questo: se pensano di sequestrare i nostri terreni sbagliano di grosso, è bene che si mettano in testa che quel progetto potranno farlo solo con terreni di altri comuni. Questa è la mia battaglia”.
mc
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