Alla Lazzerini la mostra bibliografica “ Bixio! Qui i libri che hanno fatto l’Italia! O si muore!”
Fino al 2 giugno 2011, nella Biblioteca comunale Lazzerini, lungo la galleria espositiva del pian terreno, è possibile visitare la mostra bibliografica dal titolo “Bixio! Qui i libri che hanno fatto l’Italia! O si muore!”.
Promossa dall’a ssessorato alla Cultura del Comune di Prato nell’ambito del ricco programma dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia e dalla stessa Lazzerini, l’esposizione vuole essere uno stimolo alla curiosità di tutti e si propone di ripercorrere le tappe della nascita della coscienza nazionale nelle élites che hanno "fatto" il Risorgimento e consolidato poi lo Stato unitario.
I libri che hanno formato questa coscienza appartengono tutti alle collezioni della Lazzerini: a volte sono in edizione d’epoca, spesso in edizioni più moderne.
Un percorso che invita a viaggiare in compagnia di Dante e di altri poeti, come Foscolo , Byron o Carducci; del romanzo storico in chiave romantica con Manzoni, Grossi, Guerrazzi e D’Azeglio, e di opere politiche con Cattaneo, Gioberti, Pisacane ed altri.
E ancora, si viaggia attraverso le prigioni di Pellico e
Settembrini, le insurrezioni di Brescia e Milano, i testi dei padri
classici della Patria, da Mazzini a Garibaldi, a Cavour.
Non mancano poi incursioni nei melodrammi del Verdi
più patriottico e nei quadri di Francesco Hayez. A
completare la mostra, anche la
Storia della letteratura italiana di De Sanctis, sintesi
perfetta di coscienza nazionale. E per finire: Verga con un nonno
affiliato alla carboneria, Collodi con il suo
Pinocchio, e
La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene di
Pellegrino Artusi.
La mostra apre inoltre una “ finestra”sul Risorgimento a Prato e in Toscana, come piccola anteprima dell'iniziativa che la Biblioteca e il Pin presenteranno il prossimo autunno, in collaborazione con altre biblioteche del territorio. Uno sguardo sul Risorgimento pratese, quindi, attraverso l’opera di mazziniani di spicco e democratici convinti, come Giuseppe Mazzoni, Piero Cironi e Atto Vannucci, e attraverso altri protagonisti della nostra storia, come Ermolao Rubieri e don Giuseppe Arcangeli. E proprio di don Giuseppe Arcangeli si ricorda un prudente, perché in latino, ma sconfortato epigramma del 1849, dal titolo De Motibus Italiae, che tradotto in italiano, suonerebbe così:
"Sui moti d’Italia:
Italia, Italia invano chiamate, amici;
Alzò ella la testa, e subito cadde".
Preveggente?
La mostra, curata da Stefano Franceschini, in collaborazione con Giulia Biagioli e Alessandra Bigini, è visitabile durante gli orari di apertura della biblioteca.
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