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Comune di Prato

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26/04/2011 15:43
Energia La risposta dell'assessore Bernocchi alle dichiarazioni del presidente di Cispel Confservizi Toscana, Alfredo De Girolamo

"Rete del gas, buone ragioni per la gara"

Bernocchi:" Positivo l'interesse suscitato dalla procedura di gara avviata dal Comune, un'occasione per porre all'attenzione dei cittadini un tema poco conosciuto"

In merito alle dichiarazioni rese a mezzo stampa nei giorni scorsi da Alfredo De Girolamo, presidente di  Cispel Confservizi Toscana, l'assessore alle Politiche energetiche Filippo Bernocchi dichiara quanto segue:

" La procedura di gara avviata dal comune di Prato alla scadenza della concessione a favore di Consiag ha posto all’attenzione dei cittadini un tema poco conosciuto ed ha sollecitato diversi interventi pubblici.

Questo è di per sé un fatto positivo perché consente alla pubblica opinione di avere un’idea più precisa delle questioni in gioco, fino ad oggi appannaggio di pochi addetti ai lavori.

Tra questi ultimi, il presidente di Cispel Toscana, De Girolamo, che è intervenuto su queste stesse pagine per difendere, doverosamente, gli interessi di un suo importante associato e contribuente, e cioè l’azienda Consiag Spa.

Altrettanto doverosamente, nell’interesse dell’amministrazione comunale e dei cittadini pratesi, ne difendo la scelta fatta dal Comune di Prato, assolutamente trasparente, e motivandone le ragioni.

Innanzitutto è opportuno chiarire che la proprietà e la gestione della sola rete di distribuzione del gas - la vendita agli utenti è separata e liberalizzata - rende ogni anno a Consiag (o Estra), per gli 80mila utenti serviti nel Comune di Prato, 10 milioni di euro circa; di questa somma il Comune non ha mai incassato un euro… Fino a quando, a seguito del conferimento in Estra, si è scoperto dover essere, per analogia con gli altri comuni (Siena ed Arezzo), il Comune di Prato destinatario di una quota rilevante della tariffa destinata a remunerare il proprietario della rete (circa il 50%); tutto questo pur essendo il soggetto concedente.

Il fatto che il Comune, in quanto proprietario della rete, sia remunerato, (solamente per il 2010), nulla toglie alla capacità di investimento del concessionario, anche in materia di sicurezza; infatti la tariffa (pari a circa 10 eurocent/mc) - stabilita dall’Autorità competente - comprende sia la copertura di tali costi sia il recupero in tariffa degli investimenti effettuati, oltre ai costi di gestione e manutenzione.

In tempi di difficoltà finanziarie per i comuni, non volendo ulteriormente appesantire la fiscalità locale, è indispensabile considerare i valori in gioco. I ricavi di Estra per il solo Comune di Prato, ammontano a circa 120 milioni di euro per i 12 anni del periodo di concessione, di cui circa 60 milioni destinati alla proprietà per coprire costi di ammortamento e remunerare gli investimenti realizzati.

Perfino il Decreto Ministeriale che definisce i criteri di Gara, nell’articolo 8, stabilisce che “Il Gestore corrisponde annualmente agli Enti Locali e alle Società Patrimoniali delle reti che risultino proprietari di una porzione di impianto la remunerazione del relativo captale investito.

Stando così le cose c’è da chiedersi perché il Comune abbia lasciato così a lungo che Consiag rimpinguasse le proprie casse in un settore tradizionalmente remunerativo, senza incassare né canone concessorio né dividendi dalla controllata. Ciò è indice di un rapporto tra azionista e management che non è accettabile nelle aziende private, e che diventa inammissibile In una società pubblica.

Dallo stesso De Girolamo viene poi sollevata la questione degli ATO, che garantirebbero maggiore efficienza ed economie di scala. Orbene nel caso di Prato il problema non sussiste, in quanto tutti gli studi di settore a livello italiano ed internazionale, dimostrano che non esistono economie di scala al di sopra dei 50mila utenti, (nel caso di Prato siamo a 80mila).

Il travagliato percorso dei diversi decreti in materia, il primo dei quali assai lacunoso pubblicato lo scorso 31 marzo, che hanno incontrato il parere contrario dell’ANCI, l’associazione dei Comuni Italiani, e stanno generando contenziosi in tutti i TAR italiani per la contestazione di centinaia di comuni, non promette un percorso tranquillo, lasciando prevedere, per Prato, l’ulteriore protrarsi della concessione a favore di Consiag/Estra, a condizioni assolutamente sfavorevoli per il Comune.

C’è da dire peraltro che il comportamento del concessionario lascia interdetta l’amministrazione comunale, che pure ne possiede il 38% delle quote, avendo Consiag perfino rifiutato di fornire le informazioni obbligatorie sulla consistenza della rete; e ciò ha comportato l’apertura di un’ indagine da parte dell’Antitrust a carico di Consiag e/o partecipate e controllate per abuso di posizione dominante. Nel caso in cui venisse accertata tale violazione delle leggi che legano il mercato della concorrenza  la sanzione potrebbe arrivare al 10% del fatturato E’ evidente che in questo caso il Comune quale azionista  ne chiederà conto agli amministratori.

Concludendo appare evidente che l’obbligo, imposto dalle procedure comunitarie, di gare ad evidenza pubblica, anche nel settore delle local utilities, determina reazioni diffuse di auto-conservazione dei privilegi acquisiti e di autodifesa delle sacche di inefficienza e diseconomia sedimentate nel tempo.

Un fatto positivo sarebbe quello di aprire un dibattito nel merito della questione, tale da investire i cittadini e le amministrazioni della provincia di Prato, e non solo, che sarebbero così in grado di valutare in modo informato sia i pro che i contro delle procedure di gara avviate e da avviare.

Per quello che mi riguarda mi dichiaro sin d’ora disponibile ad un dibattito pubblico su questo tema”.

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