Emergenza profughi, Silli e Mondanelli denunciano la prevaricazione della Provincia
Ancora non è arrivata alcuna risposta alla lettera di protesta che il sindaco di Prato ha fatto pervenire nel pomeriggio di ieri al presidente della Regione Toscana sull’annuncio dell’arrivo di 13 profughi, ma il Comune non ci sta e gli assessori alle Politiche di Integrazione, Giorgio Silli, e alle Politiche Sociale e Protezione Civile, Dante Mondanelli, denunciano la prevaricazione della Provincia e annunciano azioni future.
“Di fronte all’impossibilità più volte dichiarata dall’Amministrazione Comunale ad ospitare nuovi profughi sul proprio territorio – ha detto Silli – Regione e Provincia si sono messe d’accordo e, con uno squallido braccio di ferro, hanno fatto prevalere la logica della rivalsa prendendo tutte le decisioni alle nostre spalle. Mi domando come mai, da parte di tutti i Comuni della Provincia, che si sono sempre dichiarati disponibili ad accogliere i rifugiati, non è stato ad oggi preparato nemmeno un posto letto. Prato accoglie già 45 rifugiati e l’emergenza casa è molto alta in questo momento: l’arrivo, calato dall’alto, di 13 nuovi profughi, potrebbe far scattare ulteriori tensioni sociali di cui la Provincia dovrà assumersi tutte le responsabilità”.
“Per quanto ci riguarda valuteremo la possibilità di uscire da ogni protocollo e progetto comune con la Provincia. Di fronte a uno sgarro istituzionale di questo tipo cessa la mia fiducia verso tale ente”, ha dichiarato Silli spiegando o che su progetti europei a sostegno dell’integrazione le risorse investite dal Comune sono di gran lunga superiori a quelle impegnate dalla Provincia che – ha sottolineato - risulta anche morosa sul finanziamento di alcune strutture gestite insieme all’Amministrazione Comunale come l’Urp e il Laboratorio del tempo.
L’assessore Mondanelli reputa strumentale la decisione di far arrivare i nuovi profughi sul territorio pratese. “In tutte le riunioni cui il Comune ha preso parte abbiamo spiegato che la Protezione Civile non ha strutture proprie per far fronte a situazioni di emergenza alloggiativa ma siamo sempre stati disponibili a trattare per trovare insieme una soluzione. E’ scorretto che ci abbiano fatto trovare di fronte al fatto compiuto e ci dispiace che la Provincia abbia approfittato dello spazio messo a disposizione dalla Diocesi per portare avanti il braccio di ferro con il Comune”.
Al momento il Comune non sa da dove vengano i 13 profughi, se e quando arriveranno, quanto eventualmente rimarranno. Non è nemmeno sicuro che abbiano già chiesto l’asilo politico. Se non lo avessero fatto, dovranno essere messe in atto tutte le pratiche di pre- istruttoria presso gli uffici immigrazione del Comune dove ognuna delle 13 persone sarà foto-segnalata, schedata e visitata.
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