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Comune di Prato

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01/06/2011 17:42
Consiglio Comunale Stamani la riunione nella struttura di accoglienza Madonna della tenerezza

La Commissione Politiche sociali del Comune incontra i profughi ospitati a Cerreto

L'obiettivo è approfondire le problematiche per capire gli esiti di una situazione precaria.

Conoscere e approfondire le problematiche dell'immigrazione e della difficile situazione dei profughi provenienti dalla Libia: con quest'obiettivo stamani la Commissione consiliare Politiche sociali e formative del Comune, presieduta da Roberto Baldi, ha incontrato i 13 profughi ospitati nella Casa d'accoglienza Madonna della tenerezza, immersa nel verde di Cerreto. Oltre alla Commissione erano presenti il presidente della Circoscrizione nord Alberto Manzan, il presidente della Fondazione Opera S.Rita Roberto Macrì, che gestisce la struttura di Cerreto in collaborazione con la Caritas diocesana, e i volontari dell'associazione. E poi loro, 7 bengalesi, 2 pakistani, 3 nigeriani, 1 del Burkina Faso e la piccola Jessica, bellissima mascotte di appena 8 mesi figlia di una delle due coppie del gruppo: «Vogliamo conoscere i  problemi e i nodi della questione immigrazione - ha affermato il presidente Roberto Baldi - per poter capire anche quali sbocchi e quali esiti possa avere la questione , quali possano essere le soluzioni, anche temporanee,di una situazione precaria come questa considerando le grandi problematiche che già Prato affronta da anni per la massiccia immigrazione».

Quando la Commissoone è arrivata a Cerreto gli stranieri, attualmente nello status di richiedenti asilo poltico, stavano facendo lezione di italiano. Vorrebbero infatti restare in Italia, come hanno raccontato alla Commissione, e la richiesta, per tutti, è la stessa: ottenere i documenti e trovare un lavoro, uno qualsiasi, per poter mandare i soldi a casa a fratelli, genitori e figli rimasti in patria. Tante le domande della Commissione sulla loro vita in Libia e le loro esperienze prima dello sbarco a Lampedusa. Pur avendo provenienze diverse, tutti vivevano e lavoravano a Misurata: Ariful, giovane cuoco che per 10 giorni si è nascosto nelle campagne fuori città senza niente da mangiare per sfuggire ai miliziani di Gheddafi e ai ribelli. Mashud, ex studente e ceramista che era andato in Libia perchè lo Tsunami nel sud est asiatico aveva spazzato via la sua casa e ogni suo avere, e Stanley, impiegato in una ditta di estrazione del petrolio, prima perseguitato in Nigeria perchè cristiano e poi scappato alla guerra in Libia saltando su un barcone con la moglie, direzione Italia.

cb

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