Sì all'unanimità e applausi per la donazione della collezione Lipchitz al Museo Civico
Con un grande applauso e il voto all'unanimità (32 favorevoli) il Consiglio comunale straordinario di oggi pomeriggio ha detto sì alla donazione al Museo Civico di 19 gessi e 43 opere grafiche dell'artista lituano Jacques Lipchitz, uno degli esponenti della scultura cubista più famosi ed apprezzati al mondo. Dopo il via libera della giunta anche il Consiglio comunale ha approvato l'acquisizione delle opere, valutate ben 11 milioni di dollari, che arricchiranno la già vasta collezione del Museo Civico di Prato in vista della riapertura nel 2013, al termine dei lavori in corso per il restauro di Palazzo Pretorio.
In aula era presente anche Giuliano Gori, collezionista, esperto d'arte e consigliere del sindaco Roberto Cenni appunto in materia artistica, che è intervenuto per raccontare il lungo e laborioso iter di contatti internazionali gestito con Claudia Cenni per arrivare alla Fondazione "Jacques & Yulla Lipchitz" di New York, guidata dall’avvocato Hanno Mott, figliastro dell'artista scomparso, il quale ha espresso in prima persona la volontà di donare al Museo Civico la preziosa collezione, ritenendo Prato il luogo ideale. Subito dopo ha preso la parola il sindaco Roberto Cenni: "E' un grande risultato per la città che Prato sia stata inserita in un circuito artistico internazionale di questa portata - ha detto con orgoglio - Avere nella collezione del Museo Civico, per troppo tempo un valore inutilizzato e chiuso al pubblico, le opere di un artista di livello mondiale è fondamentale per il ruolo che il Museo avrà nel rilancio della città e sulla sua offerta culturale. Questo è il segno che Prato può avere un ruolo di primo piano, anche in un momento di crisi come questo, che possiamo esportare i nostri valori facendo squadra ed impegnandoci insieme per il futuro della nostra città. Scrolliamoci quindi di dosso la sensazione della marginalità e riprendiamoci l'orgoglio di essere il motore della Toscana. Ringrazio quindi sentitamente tutti coloro che hanno lavorato alacremente per raggiungere un risultato così importante. Ringrazio quindi sentitamente tutti coloro che hanno lavorato alacremente per raggiungere un risultato così importante: sono tanti i cittadini legati a questa città che rivolgono tutto il loro impegno e la loro passione per il suo futuro, compiendo anche atti di grande generosità che portano a risultati come questi, frutto appunto dell'unione di tante sinergie».
Breve nota biografica di Jacques Lipchitz
L’artista, nato a Druskininkai (Lituania), il 22 agosto 1891 e morto a Capri il 16 maggio 1973 è stato uno dei maggiori esponenti della scultura cubista. Nel 1909 si recò a Parigi per studiare prima a l' École des Beaux-Arts e successivamente a l' Académie Julian iniziando la sua attività come scultore realista. Presto entrò nell'orbita della ricerca primitivista e cubista nella comunità artistica di Montmartre e Montparnasse dove conobbe Juan Gris e Pablo Picasso e divenne amico di Amedeo Modigliani. Negli anni venti ha esposto le sue opere nelle maggiori gallerie parigine, opere che sono conservate nei più importanti musei del mondo: La danzatrice del Museo di arte moderna della città di Parigi (1913); Marinaio con chitarra della Albright Art Gallery di Buffalo (1914); Bagnante (1915 New York, collezione privata); Testa (1915) e Suonatore di chitarra (1922) conservate presso il Kunstmuseum di Basilea.
Intorno alla metà degli anni venti la sua ricerca artistica lo portò verso forme dinamiche e lineari fondate sull'intreccio degli elementi spaziali, realizzando forme plastiche figurative nuovamente vicine al realismo e non di rado monumentali.
Durante la seconda guerra mondiale e a causa della deportazione degli ebrei nei campi di sterminio, Lipchitz fu costretto a lasciare Parigi e si trasferì negli Stati Uniti.
Nel 1946 partecipò alla decorazione della cappella di Notre-Dame De Toute Grâce al Plateau d'Assy (Monte Bianco), con Matisse, Rouault, Bonnard e Chagall.
Dal 1963 si stabilì a Pietrasanta in Italia e scrisse la sua autobiografia che fu pubblicata in occasione della sua mostra retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York nel 1972.
Jacques Lipchitz morì a Capri nel 1973 e la sua salma fu trasportata a Gerusalemme per essere cremata.
cb
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