Obiettivo centrato per il progetto di integrazione dei bambini non udenti a scuola
Abbattere le barriere comunicative in ambito scolastico e garantire pari opportunità di apprendimento e di partecipazione per il bambino sordo: è questo l'obiettivo del progetto “ L’integrazione del bambino/ragazzo sordo a scuola”, varato dall'assessorato alla Pubblica istruzione del Comune nell'anno scolastico appena concluso. Un'esperienza riuscita, per la quale l'assessore Rita Pieri esprime grande soddisfazione . Il progetto è stato realizzato da operatori specializzati nell’ambito della sordità, che hanno svolto il ruolo di ponte comunicativo tra l'alunno sordo, la classe e i docenti, insegnando a tutti ad utilizzare forme di comunicazione verbale e non verbale. L'iniziativa ha interessato sei bambini/ragazzi dei tre ordini di scuola (infanzia- primaria- secondaria di primo grado) di cinque Istituti comprensivi di Prato. E' stato coordinato dalla Pubblica istruzione del Comune di Prato e realizzato da operatori della Cooperativa Sociale ELFO, insieme con le figure professionali di riferimento dell’U.F.S.M.I.A (USL4), e la scuola e in accordo con le famiglie.
Spesso nella scuola le difficoltà specifiche nel campo della comunicazione dei bambini sordi vengono confuse con difficoltà cognitive del bambino stesso, aprendo la strada a fenomeni di pietismo ed assistenzialismo. Anche da parte del bambino sordo, il continuo confronto con coetanei che, sentendo, rispondono in modo adeguato alle richieste, provoca un abbassamento del livello di autostima, chiusura in se stessi o, al contrario, sviluppo di atteggiamenti aggressivi.
L’intervento ha quindi voluto spostare l’attenzione dal bambino sordo, alle modalità comunicative e di relazione con lui, facendo comprendere, tramite l’esperienza concreta sia agli insegnanti che ai compagni udenti, che è possibile interagire e comunicare con maggiore successo, utilizzando particolari accorgimenti (parlare di fronte in modo chiaro, ma senza urlare, ecc..), aiutandosi con il supporto della comunicazione visivo-gestuale e la dattilologia (spelling manuale che consente di far comprendere al bambino sordo i singoli grafemi/fonemi ).
Particolarmente apprezzata dagli insegnanti e dai bambini, è stata la presenza di un educatore sordo, che ha reso evidente come le persone non udenti possano condurre una vita soddisfacente al pari delle altre, integrandosi senza problemi nella società udente.
Sia le famiglie che la scuola auspicano il proseguimento del progetto anche nell’anno scolastico 2011-12. Una proposta a cui l’assessore Rita Pieri si impegna a dare seguito.
cb
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