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Comune di Prato

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15/07/2011 13:08
Polizia municipale Diffusi stamani i dati del primo semestre 2011 della lotta all'illegalitą

L'assessore Milone: «Niente permesso di soggiorno agli stranieri che non pagano le tasse»

Da un monitoraggio a campione sulle confezioni cinesi č risultato che nessuno aveva versato le addizionali Irpef a Comune e Regione

«Non deve essere rinnovato il permesso di soggiorno agli stranieri che non risultano in pari con il pagamento di tasse e tributi». E' questa la proposta che l'assessore alla Sicurezza urbana Aldo Milone intende avanzare al Tavolo della Sicurezza per combattere l'evasione fiscale da parte delle aziende gestite da cinesi. Da un monitoraggio effettuato dall'assessorato insieme all'Agenzia delle Entrate  su un campione di 100 confezionisti cinesi, è emerso che anche a fronte di dichiarazioni con imponibili  considerevoli le addizionali Irpef comunale e regionale versate erano pari a zero, così come le imposte statali. Un dato che l'assessore Milone ha definito "scioccante", in un momento in cui gli enti locali stanno tirando la cinghia ancora di più per il taglio delle risorse.

L'esito del monitoraggio è stato presentato stamattina dall'assessore Milone insieme ai risultati  della lotta all'illegalità e alla concorrenza sleale del Gruppo Interforze e della Polizia municipale, che evidenziano il mantenimento del trend 2010 nei primi sei mesi di quest'anno: al 13 luglio le imprese controllate dall'Unità Polizia edilizia e contrasto del degrado urbano risultano 164 (320 nell'arco del 2010 e 233 nel 2009), quelle in cui sono state riscontrate violazioni penali 137 (nel 2010 285 e nel 2009 207), gli immobili sequestrati per irregolarità edilizie, dormitori, soppalchi e cucine non a norma 115 (144 nel 2010 e 100 nel 2009), i sequestri amministrativi dei macchinari 135 (263 l'anno scorso e 208 nel 2009) per un totale di 3332 taglia e cuci (6259 nel 2010 e 4905 nel 2009). L'Unità Polizia commerciale ha elevato 168 verbali, di cui ad esempio 20 a parrucchieri ed estetisti per mancanza dei requisiti professionali, igienici o autorizzativi (42 nel 2010), 36 per il mancato rispetto degli orari di chiusura, contro i 49 del 2010. New entry l'attività di controllo contro l'errata etichettatura dei prodotti tessili varata quest'anno dalla Polizia municipale, che ha portato all'elevazione di 20 verbali. Otto quelli per il divieto di fumo (18 nel 2010) e 6 ad affittacamere abusivi (1 l'anno scorso). A queste attività si sono poi aggiunti quest'anno il  presidio anti-prostituzione svolto in via Matteotti a partire dal 23 giugno scorso, i controlli nella zona del Soccorso e quelli nei mercati settimanali rionali contro l'abusivismo. Ammontano già  a 197.378 i verbali incassati dal Comune per violazioni edilizie (soppalchi, dormitori, bagni e cucine abusive nei  laboratori) e dell'obbligo di dichiarazione di inizio attività e dissequestri dei macchinari. Nel 2010 si è toccata la cifra boom di 228.358 euro, mentre nel 2009 l'incasso fu di 162.464, nel 2008 di 64.894 euro, di 35.086 euro del 2006 e 34.462 del 2007. «In pratica è l'unica "tassa" che i cinesi pagano, se così si può definire, dato che incide sui macchinari produttivi - E' inammissibile che le aziende gestite da orientali non paghino un euro al Comune e che utilizzino servizi e strutture pubbliche. Si profila un dannno gravissimo per gli enti locali, chiamati già ad affontare i pesanti tagli che si annunciano nella nuova Finanziaria. Questo è un saccheggio della città, mentre il presidente della Regione Enrico Rossi e il Pd pratese continuano a parlare dell'imprenditoria cinese come di una risorsa per Prato. Di queste risorse la città non ha bisogno e quindi che Rossi le porti pure a Firenze o nel resto della Regione». In cantiere c'è un altro controllo a campione su altre 450 confezioni, per poi passare alle attività commerciali. Come ha spiegato l'assessore, l'attività di recupero da parte dell'Agenzia delle Entrate nei confronti delle aziende cinesi inadempienti è difficile e molto spesso porta ad un vicolo cieco, perchè spesso i titolari delle imprese si rendono irreperibili, non ricevendo neanche le notifiche, oppure non hanno beni immobili intestati su cui il fisco si possa rivalere con istanza cautelare. Da qui la proposta di Milone al Tavolo della Sicurezza di non rinnovare il permesso di soggiorno.

cb

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