Clamorosa evasione dei tributi da parte delle aziende condotte da cittadini cinesi
"La strategia dell'opposizione è chiara: asserire che le scelte della giunta Cenni sul fronte del ripristino della legalità sono inefficaci. Ma proprio la sinistra è stata ad affermare, per anni e fino a oggi, che gli extracomunitari, in modo particolare i cittadini cinesi, devono essere integrati, perché sono da loro definiti una risorsa. Ma non lo sono affatto, anzi sono un costo per la società pratese e i dati lo dimostrano senza mezzi termini". Ha esordito così questa mattina, l'assessore Aldo Milone, che insieme al sindaco Roberto Cenni ha presentato alla stampa i dati sull'evasione dei tributi locali ma non solo, relativi ad un campione di aziende condotte da cittadini cinesi.
"In due anni - ha continuato - attraverso l'emersione dei problemi che questa comunità causa alla città stigmatizzata da questa giunta, problemi che esistevano da molti anni e che i cittadini pratesi percepivano ma che le passate amministrazioni negavano, il Governo ha fornito strumenti e messo in piedi azioni di indagine profonde che hanno aggredito il sistema organizzato di illegalità presente nella comunità cinese di Prato".
Grazie alla Sori e al personale dell'assessorato alla Sicurezza sono state controllate le dichiarazioni 2010, redditi 2009, di 381 aziende condotte da cittadini cinesi, nel periodo 1° gennaio 2010 - 4 luglio 2011. Di queste è risultato che solo 312 hanno presentato la dichiarazione dei redditi, senza mai versare tuttavia l'imposta dovuta. E tra l'altro, grazie a false fatture emesse, molte di queste dichiarazioni presentavano un credito di imposta. "Meno male che tali aziende sono state sequestrare e chiuse - ha detto Milone - altrimenti al danno si sarebbe aggiunta la beffa del pagamento di un credito di imposta mai maturato".
In ogni caso, 14 di queste aziende non hanno presentato nessun documento e 55 sono invece nate a cavallo fra il 2010 e il 2011, quindi non avevano niente da dichiarare. Nel totale solo 8 aziende hanno pagato l'addizionale comunale dovuta, per un totale incassato dall'Amministrazione di 887 euro, suddivisi nei due anni, 2008 e 2009.
Al momento risultato ancora attive 263 di queste aziende mentre 118 hanno cessato l'attività. Tra le dichiarazioni ai limiti della soglia dell'imponibile sono stati rintracciati tre titolari di aziende che risultano proprietari di beni immobili, sui quali l'amministrazione si rivarrà.
Per quanto riguarda la riscossione della Tia sono state controllate 386 aziende. Di queste 46 non risultano iscritte, 212 lo hanno fatto dopo che un impiegato di ASM è stato inserito nel gruppo interforze, per arrivare così a 258. Di queste solo 9 hanno versato i tributi, per un totale riscosso di 10.447 euro a fronte dei 380.168 euro che sarebbero dovuti arrivare nelle casse della partecipata. Il totale di chi non ha versato neppure un euro di Tia è di 184 aziende, mentre 165 ne hanno versate solo una parte.
"Facendo una stima approssimata per difetto - ha affermato il sindaco - l'evasione della Tia a Prato da parte delle aziende cinesi si aggira introno ai 4 milioni di euro l'anno e l'Amministrazione non è più disponibile ad accettare un simile comportamento. Pertanto ASM farà quanto in suo potere per organizzare in maniera più efficace il sistema di riscossione".
Di situazione frustrante, agghiacciante e insostenibile ha parlato l'assessore Milone anche perché "In questo caso parliamo non di clandestini ma di regolari e di aziende che operano sul nostro territorio". Di qui la definizione della comunità cinese come "Nuovi nomadi, perché improvvisamente si rendono irreperibili e spesso cambiano città".
"Non risponde al vero - ha sottolineato da parte sua il sindaco Roberto Cenni - parlare dei cinesi come di una opportunità, solo per falso buonismo, per accusare l'avversario politico di razzismo o peggio per interessi di parte o di alcuni. Che la comunità cinese, stanti così i fatti, rappresenti una zavorra per la città di Prato lo dimostrano la straordinaria evasione della Tia, i dati che emergono dalle dichiarazioni dei redditi, spesso ai minimi e comunque non seguite dal regolare pagamento dei tributi. Mentre l'Amministrazione fornisce servizi indistintamente a tutti, e quindi la comunità si sobbarca di costi insostenibili. È dunque giusto che il pensionato, il lavoratore dipendente, il commerciante e la massaia paghino di tasca loro per chi non si vuole integrare affatto?".
Il primo cittadini si è soffermato anche sul ruolo delle forze dell'ordine: "Sostenere che vengono fatti solo blitz è falso. Grazie agli strumenti forniti dal governo, al lavoro impagabile delle forze dell'ordine e certamente ai veli sollevati da questa giunta sul fenomeno cinese in questa città, il contrasto al sistema organizzato di illegalità ha un doppio binario. Certamente i controlli del gruppo interforze triplicati rispetto al passato ma anche, ed è questa un'importante novità, le maxi operazioni di Guardia di Finanza e Carabinieri. Penso ai duri colpi assestati contro l'esportazione illegale di capitali, con l'operazione Cian Ba della Dda e delle Fiamme Gialle, che nel giugno scorso ha portato al sequestro di 70 aziende, 76 immobili, 183 vetture e 396 tra conti correnti bancari e postali per un valore di oltre 25 milioni di euro. Ma penso anche alle recenti operazioni delle Fiamme Gialle, che nel marzo scorso hanno eseguito il maxi sequestro di 600 tonnellate di tessuti importati illegalmente, e dei Carabinieri che a dicembre hanno smantellato un gruppo mafioso di etnia cinese. L'innalzamento del livello delle indagini - ha ricordato Cenni - è il frutto del lavoro iniziato due anni fa da questa giunta mentre il radicamento del sistema organizzato di illegalità cinese a prato è stato possibile grazie a chi ha male amministrato per troppi anni questa città, ignorando il fenomeno".
Di qui una riflessione sul tema dell'integrazione: "Non si può continuare a parlare di integrazione come un contenitore vuoto. Dobbiamo riempirlo e prima di tutto di legalità e rispetto delle regole. Esiste il modello F24 per il pagamento di tasse e tributi, si inizi ad usarlo e non a esercitare un'economia di rapina come per troppi anni è stato fatto a danno della città di Prato. E mi stupisco di un partito politico come il Pd che mentre i suoi vertici tuonano contro l'evasione fiscale qui a Prato i suoi rappresentanti fingono di non vedere un fenomeno di portata nazionale, per incomprensibili interessi politici o di parte".
mc
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