"Prato non deve morire"
In seguito allla manovra che prevede l'eliminazione delle province sotto i 300 mila abitanti il presidente del gruppo consiliare Pdl Roberto Baldi dichiara quanto segue:
"Il problema dell’eliminazione della provincia di Prato è fra quelli più delicati e complessi riservatici in questi ultimi anni sia per le modalità assai discutibili del provvedimento (soglia di 300.000 abitanti con salvaguardia ridicola di Grosseto e Siena, in ragione dell’estensione del territorio occupato non da forza-lavoro ma da ubertosa campagna), sia per il possibile coinvolgimento di istituzioni fondamentali quali Questura, Prefettura, Comando Provinciale dei Carabinieri, della Guardia dei Finanza, dei Vigili del Fuoco e di molti altri.
L’obiettiva necessità di ridisegnare uno stato più efficiente non può essere disconosciuta da battaglie di campanile, ma colpire una realtà socio-economica (seconda in Toscana e fra le prime del centro Italia) con complessità di sicurezza, illegalità, immigratorie e finanziarie come Prato, nel momento stesso in cui si auspicava il potenziamento di istituti di salvaguardia, ha il sapore della beffa.
Di fronte a questa realtà c’è un modo solo di recupero: agire compattamente con dimostrazioni di richiamo nazionale e con soluzioni ragionevoli, realizzabili. La prima e fondamentale è quella di ottenere la difficile correzione del provvedimento, cercando di far valere proprio la particolarità socio-economica di Prato, così come per altre province toscane si è fatto valere il risibile criterio dell’estensione territoriale, che è semmai una diminutio rispetto alla forza-lavoro presente; la seconda e decisamente non auspicabile è quella di avviarsi a un ente integrato con consiglio elettivo in una dimensione di area vasta, che conservi a Prato il riconoscimento di polo industriale e sociale ancora fra i più vivi nonostante la crisi. Terzium non datur, ovvero una terza possibilità non c’è a nostro sommesso parere, ma io credo che le ragioni addotte per mantenere la provincia debbano essere difese strenuamente, pronti a tornare tutti insieme in piazza con lo striscione enorme in cui fu scritto Prato non deve morire".
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