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Comune di Prato

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15/12/2011 13:04
Cultura Beltrame: “Bellezza, lavoro e generosità: non poteva esserci occasione più suggestiva per riaprire dopo tanti anni Palazzo Pretorio”

La Filatrice di Bartolini, un simbolo per Prato

Un’opera splendida, messa a disposizione da una famiglia pratese: inaugurazione venerdì pomeriggio, con la musica di Rossini

Dopo tanti anni finalmente riapre Palazzo Pretorio, con l’esposizione di un’opera splendida, di uno scultore pratese. E’ la Filatrice di Lorenzo Bartolini, che una famiglia pratese ha concesso in comodato gratuito al Comune: non era mai stata esposta al pubblico fino ad oggi e da domani la si potrà ammirare al piano terra dello storico palazzo di piazza del Comune. L’ingresso è libero, l’inaugurazione aperta a tutti è prevista alle 17.30. Per l'occasione ci sarà anche un piccolo concerto di musiche rossiniane a cura della scuola Verdi, con Daniele Iannaccone (violini), Tatiana Fedi (flauto) e Andrea Botto (chitarra): Bartolini era amico di Rossini, oltre che un buon pianista.

“Non poteva esserci occasione più suggestiva per riaprire Palazzo Pretorio - commenta l’assessore alla cultura Anna Beltrame -. La Filatrice è un tributo al lavoro e alla vocazione tessile della città, è un emblema della nostra storia e, grazie alla forza evocativa dell’arte, anche un’immagine di speranza. Ad offrirla allo sguardo di tutti noi è una famiglia pratese: un gesto di grande generosità, che sarebbe bello altri potessero imitare. La Filatrice può essere un nuovo simbolo per Prato. Un simbolo di bellezza, storia, speranza e generosità che, come i fili del destino, del passato e del futuro, si intrecciano in questo capolavoro”.

Scrive lo storico dell’arte Grégoire Extermann: “Il marmo rappresenta una figura femminile seduta su una sporgenza rocciosa, che tiene in mano gli strumenti antichi della filatura. La firma dell’artista sul bordo verticale sinistro dello zoccolo conferma una paternità che lo stile esprime tuttavia con sufficiente eloquenza: la semplicità di composizione e l’impeccabile trattamento di alcuni elementi naturalistici sono chiari segni della mano di Bartolini”.

La filatrice siede come una regina dell’antichità con il peplo plasticamente modellato attorno alle gambe e con la parte superiore del corpo che risplende di niveo candore.  Nella mano destra tiene un fuso con la lana e, ai piedi, una ciotola d’acqua con cui arriccia e dipana il filo della Vita. Il suo volto ha tratti armoniosi e volutamente impersonali, che non toccano mai una sfera «ideale», ma sono derivati dall’osservazione diretta di un modello vivo, secondo la pratica consueta di Bartolini. Oltre al viso, le due pieghe del collo, che sottolineano la torsione della testa, richiamano nell’esattezza anatomica la celeberrima Fiducia in Dio, il cui modello in gesso è conservato Prato.

“Le somiglianze con alcune opere del Bartolini degli anni ’40 dell’Ottocento permettono di collocare la statua nella sua produzione tarda – spiega Maria Pia Mannini, conservatrice del Museo Civico _. Un’ipotesi avvalorata anche dall’iscrizione in corsivo del nome: lo scultore firmò nello stesso modo alcuni marmi dell’ultimo periodo. Di certo quest’opera, inedita e bellissima, rappresenta un’ulteriore occasione per valorizzare l’artista pratese”. La mostra sarà aperta fino al 22 gennaio tutti i giorni meno il martedì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica anche dalle 10 alle 13. “A nome dell’amministrazione comunale - conclude Beltrame - ringrazio di cuore la famiglia pratese proprietaria dell’opera e don Giuseppe Billi, per la sua preziosa collaborazione”.

Info portalecultura.comune.prato.it  e www.pratofestival.it

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