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Comune di Prato

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09/01/2012 12:56
Anniversari Il progetto artistico e storico anche a Prato per ricordare i deportati del 6 marzo 1944

"Memorie d'inciampo", per non dimenticare mai

Stamani a Roma l'incontro del presidente del Consiglio comunale Bettazzi con gli organizzatori dell'iniziativa nella Capitale

In seguito allo sciopero generale del 6 marzo 1944 più di 150 pratesi furono prelevati dalle fabbriche, arrestati e deportati nei campi di lavoro della Germania nazista. In pochissimi tornarono. Per non dimenticare mai e rendere omaggio a quegli operai, il Comune di Prato intende aderire all'iniziativa "Memorie d'inciampo", o Stolpersteine in tedesco, il progetto artistico e storico dell'artista berlinese Gunter Demnig che pone dei sanpietrini in ottone lucente sulla porta o sul marciapiede davanti alle case delle famiglie dei deportati nei campi di sterminio nazisti. Sulle pietre sono incisi l’anno di nascita, la data e il luogo della deportazione, la morte se conosciuta e il motivo dell'arresto.  "L’inciampo" non è fisico ma visivo e mentale e costringe chi passa a interrogarsi a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

L’iniziativa, partita nel 1995 a Colonia, conta già più di 22 mila targhe ricordo in tutta Europa e già da tre anni è stata adottata anche a Roma, a cura della storica dell'arte Adachiara Zevi, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma e il sostegno dei sei Municipi della Capitale: stamani il presidente del Consiglio comunale Maurizio Bettazzi, il consigliere della Comunità Ebraica di Firenze Mario Fineschi e il presidente dell'associazione nazionale Deportati (Aned) di Prato Giancarlo Biagini hanno incontrato a Roma il presidente nazionale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Renzo Gattegna,  il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e la curatrice Adachiara Zevi per definire la partecipazione della città di Prato al progetto delle Memorie d'inciampo, con cui l'Amministrazione comunale, appunto in collaborazione con la Comunità ebraica, l'Aned e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline, intendono celebrare il 68° anniversario dei rastrellamenti avvenuti nelle fabbriche e nelle strade a seguito dello sciopero generale del 6 marzo 1944. L'incontro è avvenuto in occasione dell'inagurazione dell'installazione di 72 pietre, alla presenza dell'artista Gunter Demnig. Tra queste la pietra dedicata a Don Pietro Pappagallo, il sacerdote che durante l'iccupazione nazista di Roma dette asilo ai "perseguitati di ogni fede e condizione" e che per questo fu fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944: «In un momento come quello attuale, in cui sulla scena internazionale emergono episodi di intolleranza etnica e religiosa - afferma il presidente del Consiglio comunale Maurizio Bettazzi  - iniziative come questa invitano ad un atteggiamento più sobrio e responsabile e al rispetto della dignità delle persone». Il progetto sarà presentato a Prato in occasione della Giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio.

Il Comune in queste ultime settimane ha condotto una lunga e meticolosa ricerca su tutti i nominativi  dei deportati, in collaborazione con il Centro di Documentazione di Figline, per rintracciare le loro famiglie e le abitazioni. Un lavoro che ha comportato anche il ritrovamento della vecchia toponomastica pratese, perchè nel frattempo il territorio e le strade di allora sono cambiati. Due di loro erano ebrei, gli altri avevano aderito allo sciopero e altri ancora furono arrestati a caso, perchè in quel momento si trovavano per strada. Vennero catturati e caricati sulla tradotta tedesca che partiva dalla stazione di Firenze, senza ritorno.

cb

27/12

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