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Comune di Prato

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26/01/2012 14:44
Celebrazioni Presentata stamani la manifestazione nel Salone consiliare gremito da 80 ragazzi delle scuole medie

"Memorie d'inciampo", per ricordare la tragedia della deportazione

Prato è il primo Comune in Toscana ad aderire al progetto, che dal 1993 sta girando l'Europa, per ricordare i 150 pratesi deportati in seguito allo sciopero del marzo 1944

Davanti ad una folta platea formata da 80 ragazzi delle scuole medie S.Niccolò, S.Caterina, Buricchi, Ser Lapo Mazzei e Cicognini è stata presentata stamattina nel salone consiliare del Comune "Memorie d'inciampo", la manifestazione che da 19 anni sta girando l'Europa per non dimenticare mai la tragedia della deportazione e coloro che l'hanno vissuta sulla propria pelle per motivi razziali, religiosi o politici. Prato sarà il primo Comune della Toscana ad aderire all'iniziativa, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, organizzata dalla Presidenza del Consiglio comunale, in collaborazione con la Comunità ebraica, l'Aned e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline per ricordare i 150 pratesi che in seguito allo sciopero generale del marzo 1944 furono prelevati dalle fabbriche, arrestati e deportati nei campi di lavoro della Germania nazista.

Stamani, vigilia della Giornata della Memoria, ad illustrare Memorie d'inciampo c'erano il sindaco Roberto Cenni, il presidente del Consiglio comunale Maurizio Bettazzi, il consigliere della Comunità Ebraica di Firenze Mario Fineschi, Mauro Galeazzi della Comunità ebraica di Siena, il presidente dell'associazione nazionale Deportati (Aned) di Prato Giancarlo Biagini e Adachiara Zevi, curatrice e responsabile del progetto a Roma, città che già da tre anni ospita il progetto.

Come ha spiegato Adachiara Zevi, l'iniziativa è nata a Colonia nel 1995 da un'idea dell'artista berlinese Gunter Demnig: per ricordare i deportati nei campi di sterminio nazisti vengono posti dei sanpietrini in ottone lucente, in tedesco "stolpersteine", sulla porta o sul marciapiede davanti alle case delle loro famiglie. Sulle pietre sono incisi l’anno di nascita, la data e il luogo della deportazione, la morte se conosciuta e il motivo dell'arresto.  "L’inciampo" non è fisico ma visivo e mentale e costringe chi passa a interrogarsi a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità: «La manifestazione è nata contro il negazionismo, in base a cui, ancora oggi, si dice che la Shoah non c'è mai stata - ha detto la curatrice - E' invece importantissimo conservare la memoria di ciò che è stato e rendere omaggio alle vittime di quelle atrocità, di chi è stato strappato dalla propria casa e dai propri affetti per non tornare mai più e morire in un campo di sterminio. Mettere queste targhe è anche un modo per riportarli a casa e ridargli quell'identità che gli era stata tolta per diventare solo un numero, per ridargli quella dignità di uomini che gli è stata negata anche nella morte». «Ricordare è necessario perchè tragedie come queste non avvengano più - ha aggiunto il sindaco Roberto Cenni - E' impresso nei nostri cuori il sacrificio di tanti pratesi durante la seconda Guerra mondiale e con spirito sempre vivo ogni anno li ricordiamo in diverse manifestazioni, come la commemorazione di Figline e dei suoi martiri. Sono testimonianze importanti, che vogliamo conservare sempre». A questo proposito domani venerdì 27 gennaio, giorno della Memoria 2012 a cui l'assessorato alla Cultura del Comune e il Museo della Deportazione di Figline hanno dedicato un ricco programma di iniziative, al Museo è prevista l’ apertura straordinaria dalle 10 alle 23 con visite guidate gratuite alle 11, alle 16 e alle 21, tutte a ingresso libero.

Il Comune in queste ultime settimane ha condotto una lunga e meticolosa ricerca su tutti i nominativi  dei deportati, in collaborazione con il Centro di Documentazione di Figline, per rintracciare le loro famiglie e le abitazioni. Un lavoro che ha comportato anche il ritrovamento della vecchia toponomastica pratese, perchè nel frattempo il territorio e le strade di allora sono cambiati. Due di loro erano ebrei, gli altri avevano aderito allo sciopero e altri ancora furono arrestati a caso, perchè in quel momento si trovavano per strada. Vennero catturati e caricati sulla tradotta tedesca che partiva dalla stazione di Firenze, senza ritorno.

Diverse le domande fatte dai ragazzi, che si sono dimostrati sensibili ed interessati alla manifestazione e al suo significato. Come ha sottolineato la curatrice Zevi, questo è infatti prima di tutto un progetto didattico che coinvolge le scuole, chiamate ad effettuare ricerche ed approfondimenti sulle Stolpersteine che ricordano i deportati.

cb

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