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Comune di Prato

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27/01/2012 13:25
Interventi In risposta a quanto pubblicato da Il Tirreno

Inno di Mameli, le precisazioni dell'assessore Grazzini

In merito all'articolo pubblicato stamani da Il Tirreno sull'Inno di Mameli in Consiglio comunale, l'assessore allo Sport Matteo Grazzini risponde e precisa quanto segue:

«Leggo con stupore la ricostruzione fatta da Poli sulla mia assenza in salone consiliare durante l'intonazione dell'inno di Mameli. Scopro che una mia battuta, detta al consigliere Ponzuoli più di un'ora prima dell'inizio del Consiglio e riguardante il giuramento ai tempi del militare, nel 1996, che riguardava la frase "lo giuro" e non l'inno, è diventata lo spunto per un contrasto con il presidente del Consiglio Bettazzi, di dichiarazione di guerra alla Lega per la Toscana di Paradiso e Tosoni e, addirittura, per un caso all'interno della giunta.Poli (e chi frequenta il Consiglio Comunale) sa che spesso sono tra i primi ad arrivare e tra gli ultimi ad uscire e chi c'era mi ha visto arrivare in Palazzo alle 15,15, un'ora prima dell'inizio della seduta. In realtà sono entrato in fretta nel salone subito prima della commemorazione di Valdemaro Beccaglia perchè, visto che la seduta stava iniziando con il consueto ritardo, mi ero allontanato e non volevo mancare al minuto di raccoglimento.Visto che le commemorazioni si fanno a seduta iniziata mi sono immaginato di essermi perso l'inno, del quale avevo parlato con Soldi senza neppure decidere una strategia così machiavellica come quella immaginata da Poli, tanto che non so neppure se il nostro capogruppo era in Salone o meno. Subito dopo la commemorazione sono uscito per fare due telefonate (posso mostrare i tabulati, se può servire a smontare il caso...) e sono rientrato nel salone restandoci fino alla fine. Dell'inno mi ha parlato, sempre con una battuta, lo stesso Ponzuoli a fine Consiglio.Non mi sono assolutamente alzato e allontanato al momento dell'inno, come non mi sono mai allontanato durante la sua esecuzione quando, da assessore, sono stato invitato a cene, premiazioni e gare in cui l'inno è stato suonato. Chi, in questi due anni, mi ha visto lo può testimoniare. Chi non mi ha visto si affidi pure a battute risalenti al 1996».

133/12

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