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Comune di Prato

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24/02/2012 10:27
Gonfienti Gonfienti La dichiarazione del Comitato Scientifico cittadino per il settore dei beni storico urbanistici e archeologici sul sito archeologico di Gonfienti

"Perplessi su nuovi scavi prima della messa in sicurezza e protezione della domus etrusca arcaica"

L'architetto Giuseppe Centauro e il professor Michelangelo Zecchini: "Dubbi anche sull'ipotesi di ‘virtualizzazione’ del sito"

In seguito alle notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale circa la stipula di un accordo a tre promosso dalla Provincia di Prato per l’ottenimento di un finanziamento da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato alla Soprintendenza B.A.T. al fine di sostenere la ripresa degli scavi del sito archeologico di Gonfienti, da collegare ad ulteriore finanziamento regionale finalizzato alla ricostruzione virtuale della “città etrusca sul Bisenzio”, i membri del Comitato Scientifico cittadino per il settore dei beni storico urbanistici e archeologici, architetto Giuseppe Centauro e professor Michelangelo Zecchini dichiarano quanto segue:

"Ribadiamo quanto già detto nel corso del sopralluogo del 21 novembre 2011 con la Commissione Consiliare Permanente n. 5, in visita ai laboratori di restauro della SBAT presso i locali dell’ex Mulino dell’Interporto , esprimiamo forti perplessità sull’opportunità di procedere a nuovi scavi prima di aver messo in completa sicurezza e protezione, ai fini della fruibilità, le strutture della domus etrusco arcaica.

Non meno perplessi ci dichiariamo nei confronti dell’ipotesi di ‘virtualizzazione’ del sito, a nostro avviso prematura in quanto sono ancora troppo scarse le conoscenze acclarate e troppo numerosi i problemi scientifici ancora da risolvere, sia per quanto riguarda la città nel suo complesso sia per quanto concerne le singole strutture, non esclusa la stessa domus gentilizia.

La storia recente del sito archeologico, caratterizzata da carenza di manutenzione, dalla precarietà degli accessi all’area e dall’ assenza di qualsiasi segnaletica informativa sulla presenza di un’area archeologica di tale preminente interesse scientifico e culturale, consiglierebbe una diversa priorità da assegnare alle azioni da perseguire per la salvaguardia e la valorizzazione della risorsa archeologica pratese, anche a vantaggio della stessa comunità locale che fino a questo momento non è informata in modo adeguato sull’esistenza di questo rilevante patrimonio culturale. Non secondarie sono poi le questioni della musealizzazione in situ dei reperti restaurati e il coinvolgimento del museo civico nella divulgazione di questo fondamentale caposaldo storico per la città di Prato e del territorio della Piana. Tale patrimonio è così importante che è conseguente il desiderio di una maggiore visibilità. Altrettanto pressante e logico è l’auspicio che venga evitato ogni rischio di esposizione impropria, fuori dal contesto naturale di riferimento".

st

282/12

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