Sequestrato capannone in via Mantova
Nel pomeriggio di ieri personale dell’Unità Operativa Edilizia e Contrasto al Degrado Urbano della Polizia municipale, ha sequestrato un capannone di circa quattrocento metri quadrati in via Mantova, di proprietà di un cittadino italiano, affittato a due imprese guidate da cittadini cinesi.
"Nonostante da più parti si notino rincorse verso le posizioni politiche di questa giunta, che hanno permesso di iniziare il cammino verso un percorso di legalizzazione del distretto parallelo e di sradicamento del sistema organizzato di illegalità fiorito a Prato negli anni del centrosinistra - ha dichiarato l'assessore alla Sicurezza Aldo Milone - i dati dimostrano come ancora oggi è pressoché valida l’equazione “controllo uguale sequestro” laddove si parla di imprese del distretto parallelo. Anche alla luce delle ancora troppo poche dichiarazioni di intenti di imprenditori cinesi".
La Polizia municipale ha accertato che all’interno, oltre all’area produttiva, erano state ricavate numerose stanzette, realizzate anche su due strutture soppalcate, per meglio utilizzare gli spazi. Due vani interni erano allestiti ed utilizzati come cucina, in pessime condizioni igieniche e con presenza di bombole di gas, prontamente messe in sicurezza. All'interno sono stati trovati diciotto loculi arredati con reti e materassi.
I cinesi titolari delle due imprese, J.T. uomo di 27 anni e B.M donna di 47 anni, presenti sul posto, sono stati denunciati per le violazioni edilizie riscontrate, consistenti nel cambio di destinazione d’uso dell’immobile. Nel fondo sono state trovate e sequestrate 43 macchine da cucire. Ai due titolari sono state contestate violazioni per oltre 4 mila euro.
Tra le altre irregolarità sono state verificate condizioni igieniche precarie per la promiscuità di alimenti con materiale da lavoro, mancanza di adeguata aerazione dei luoghi oltre a carenze relative alla sicurezza.
"Confermiamo pertanto - conclude l'assessore Milone - che la giunta Cenni con il prezioso e indispensabile supporto prodotto dall’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine, andrà avanti. Senza se e senza ma. Finché tutti finalmente pagheranno ciò che è dovuto. Finché tutti lavoreranno nelle medesime condizioni di legalità, sgombrando il campo una volta per tutte dai colpevoli silenzi che hanno permesso di far sprofondare Prato in quella melma dalla quale da due anni e mezzo questa giunta sta lavorando senza sosta per farla risorgere".
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