Il Comune in aiuto degli enti con i traduttori
Che molti cinesi a Prato non parlano italiano, è una realtà. Si tratta della famosa prima generazione di immigrati, ossia coloro che sono arrivati dallo Zheijang e dal Fujian agli inizi degli anni 90. I giovani invece parlano italiano, sia a scuola, che con i compagni della stessa età e molto spesso conoscono poco il mandarino (la lingua ufficiale cinese) o il dialetto parlato dai genitori.
Per chi arriverà da ora in poi non sarà più così: con l’Accordo Integrazione, in materia di immigrazione, entrato in vigore il 10 marzo, chi arriva in Italia per un permesso di soggiorno per lavoro in seguito ai flussi, deve impegnarsi a conoscere il funzionamento delle leggi italiane, della sanità della scuola, degli obblighi fiscali ed anche a raggiungere un livello di conoscenza della lingua italiana adeguato (livello A2 del frame work europeo di riferimento) che coincide con un italiano sufficiente a sostenere una conversazione minima ed essere autonomi. Chi, entro due anni, non raggiunge questa condizione, rischia che il permesso di soggiorno sia revocato.
Nell’accordo saranno impegnate in primo luogo le Prefetture, ma anche le associazioni e gli enti locali potranno dare un loro importante contributo.
"Il Comune di Prato - ha dichiarato l'assessore all'Integrazione Giorgio Silli - ha già messo in campo tanti corsi di lingua italiana e cittadinanza attiva, molte sono le associazioni locali che offrono anch’esse corsi di lingua, e proprio questo mese Prato ha presentato importanti progetti all’Unione Europea proprio per destinare risorse per la lingua italiana nel nostro territorio. Sia il Comune che le ASL (presidi, ospedali etc.) si sono dotati di mediatori linguistici, ma questo impegna molte risorse economiche e non sempre sono sufficienti.
La difficoltà che incontra il tribunale di Prato, illustrata chiaramente dal Presidente della Sezione Penale, Ettore Nicotra, è ben conosciuta e purtroppo molto comune anche per altre importanti istituzioni, come la Prefettura, la Questura, l’Ufficio di esecuzione penale Esterna con sede a Prato, le Poste e gli uffici pubblici, che spesso ci chiedono un sostegno. La situazione economica è complessa ma cercheremo di fare accordi per dividersi le spese".
Per verificare meglio la situazione, che ha importantissime ripercussioni sul funzionamento delle istituzioni interessate, l’assessorato all’Integrazione del Comune di Prato, promuoverà a breve un incontro, per poter confrontarsi e individuare possibili soluzioni.
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