Un film sul Sacco di Prato nel suo 500° anniversario
Un film per raccontare con le note del giallo uno degli eventi che più hanno segnato la storia di Prato nel suo 500° anniversario: è stato presentato stamani in Palazzo comunale "La ballata di Prato", il docu-film sul tragico evento del 1512 e "sulla difficoltà di narrare il dolore oggi" - questo il sottotitolo della pellicola" - del regista Mirco Rocchi, prodotto dall'associazione culturale Alifer e dalla casa di produzione americana indipendente Dirty Poet Film, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Prato e in collaborazione con il Teatro Metastasio. Erano presenti il regista, l'interprete principale Stefania Stefanin, l'assessore alla Cultura del Comune Anna Beltrame e il presidente della Fondazione Metastasio Umberto Cecchi. Rocchi ha tratto ispirazione dalla "scoperta" di un poema scritto a fine Ottocento dallo scrittore inglese Eugene Lee Hamilton (1845 - 1907), "The Ballad of the sack of Prato", mai tradotto in italiano, dedicato appunto all'evento storico che paradossalmente a Prato è conosciuto solo dagli storici. Un sogno nel cassetto che si realizza per Mirco Rocchi quello di girare un film suo, dopo una lunga carriera di sceneggiatore teatrale: «E' una scommessa professionale per me, che proprio a Prato sto per laurearmi in Scienze dello Spettacolo portando come tesi questo docu-film su un evento storico che mi ha colpito per la sua crudeltà e per come a Prato è stato quasi rimosso». Il film ricostruisce quella giornata di morte e distruzione in cui l'esercitò spagnolo saccheggiò la città mettendola a ferro e fuoco, mentre la Signoria di Firenze rimase inerte guardando Prato bruciare da lontano. «Si tratta di una pagina drammatica della storia della città che deve essere raccontata per arrivare al grande pubblico, non solo agli storici e ai cultori della materia - ha aggiunto l'assessore Beltrame - Il film è poi sicuramente un'occasione in più per far conoscere Prato in Italia e all'estero». Infatti attraverso la Dirty Poet la docu-fiction sarà proposta ai canali della distribuzione televisiva anglosassone, un mercato molto affascinato dalla Toscana e dal Rinascimento. «Prato è una città dalla memoria corta - ha concluso il presidente Cecchi - Abbiamo invece bisogno di recuperare le nostre radici, quelle che hanno prodotto il senso vero della città e la sua identità, altrimenti si rischia di diventare come i set delle città del Far West, che hanno solo la facciata e niente dietro». Vestirà i panni di Savonarola Sandro Lombardi, considerato uno degli artisti più carismatici e poliedrici del panorama teatrale italiano. Le riprese sono già iniziate tra Londra e Prato e si sposteranno anche in Spagna, dove il set sarà ambientato alla tomba del Vicerè De Cadorna, che governò Napoli. Il ruolo del Metastasio sarà quello di fornire diverse location interne al Fabbricone, la collaborazione delle maestranze tecniche e dei giovani allievi della Scuola di Teatro dello Stabile.
"La ballata del Sacco di Prato" è una produzione low-budget indipendente che per trovare i fondi necesari utilizzerà lo strumento dei 'finanziamenti dal basso', attraverso cui coinvolgere tutti i cittadini pratesi che vogliano diventare coproduttori acquistando in anticipo un biglietto, del costo di 10 euro, sul sito www.produzionidalbasso.com oppure www.laballatadelsaccodiprato.it. Il nome di tutti i finanziatori comparirà nei titoli di coda del film.
LA STORIA.
Al centro della storia narrata il 29 agosto 1512. Un terribile destino incombe sulla piccola città satellite della Signoria di Firenze. I Medici, scacciati dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, hanno ora trovato un'intesa con il Papa, l'Imperatore e il Re di Spagna per tornare a governare Firenze. I soldati mercenari spagnoli della Lega Santa, mandati al servizio dei Medici per mettere sotto ricatto la Repubblica fiorentina, iniranno per saccheggiare Prato. La strage, le torture e i rapimenti da loro perpetrati sono ben documentati ma l'evento presenta ancora molti lati oscuri. Persino sul numero delle vittime vi sono pareri discordi: furono davvero 6.000? Il film, intrecciando documentario e fiction, ripercorrerà questi fatti, seguendo Stefania, una regista teatrale pratese che oggi, a 500 anni di distanza, vuole raccontare questo drammatico evento in una città con la 'memoria ferita'. Dopo il casuale ritrovamento a Londra di un poema inedito sul sacco di Prato, Stefania cercherà l'aiuto uno scrittore inglese. Egli, affascinato dall'Italia e dal Rinascimento, la raggiungerà in Toscana per consultare esperti e documenti storici e realizzare il copione, mentre Stefania fra dubbi ed ostacoli, tenta di allestire lo spettacolo. Prato, in occasione dei 500 anni dai tragici avvenimenti del Sacco di Prato, può narrare al mondo questo drammatico episodio e far cadere finalmente la luce sulla storia della città stessa, sui suoi tesori artistici e paesaggistici, sulle sue peculiarità. La descrizione dell'ambiente pratese dell'epoca rinascimentale, e delle sue zone limitrofe, l'aspetto poco noto di Prato come 'città mariana' (strettamente legato al Culto dell Sacra Cintola, ma non solo) permetteranno di mostrare aspetti del territorio che raramente sono stati proposti ad un pubblico straniero. Lo spunto teatrale, il 'filo rosso' narrativo all'interno del film, è infine l'elemento teatrale che permette un approccio non rigidamente storicistico, da documentario tradizionale, ma appunto più poetico-artistico.
cb
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