Basta con cantine e garage affittati come case agli stranieri
E' stato approvato con 24 voti a favore (Pdl, Fli, Udc, Lega Nord e Lega Toscana) e 11 contrari (PD e Idv) il regolamento comunale per il rilascio dei certificato di idoneità alloggiativa delle case affittate agli stranieri. La delibera ha ricevuto l'appoggio anche del Gruppo di Fli, che ha votato quindi insieme alla maggioranza.
L'atto sancisce il fermo no all'uso come abitazioni di cantine o mansarde senza servizi igienici o finestre. Come ha spiegato infatti l'assessore alle Politiche per l'Integrazione Giorgio Silli nella sua illustrazione al Consiglio comunale, il certificato di idoneita’ alloggiativa è in alcuni casi un requisito indispensabile per ottenere il titolo di soggiorno. Tra questi, ad esempio, i ricongiungimenti familiari: in sintesi un immigrato non può far arrivare in Italia dal proprio Paese di origine moglie e quattro figli se vive in un monolocale o comunque in un immobile non adeguato.
I controlli saranno effettuati da un tecnico comunale: si tratterà semplicemente di sopralluogo per verificare l'effettiva presenza di finestre, sanitari e gli altri requisiti di legge. Ecco le principali variazioni rispetto al regolamento preesistente:
. - stop al pericoloso stoccaggio di bombole negli appartamenti con l'imposizione nella maggior parte dei casi del limite ad una bombola di gas in uso, più una di riserva;
. - maglie più strette per le tabelle metrico-decimali adottate;
. - controlli a tappeto per gli immobili che non hanno l'abitabilità;
. - controlli a campione per chi dichiara che l'immobile era già in possesso del requisito l'abitabilità.
«Il regolamento rappresenta un atto di grande civiltà, per questo fortemente voluto dalla giunta Cenni - commenta l'assessore Silli - Da una parte si sanciscono norme chiare e precise contro il sovraffollamento, mentre dall'altra si tutelano sia gli italiani che gli stranieri, rendendo impossibile l'affitto come abitazioni di cantine marcescenti e di luoghi insalubri». Le bozze del regolamento sono state poste al vaglio dei vari assessorati coinvolti e delle varie Commissioni consiliari, che hanno visto anche l'audizione di funzionari dei Vigili del Fuoco e di rappresentanti della categoria dei commercianti di bombole di gas. Determinante è stato il contributo della Commissione 1 Affari istituzionali, presieduta da Gianluca Banchelli: «Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto con questo regolamento - dice - Il Comune di Prato, a differenza delle normative regionali, considera l'abitazione come luogo di vita e non come un semplice dormitorio. Le garanzie sulla superficie degli alloggi, da me volute uniformandole al Regolamento edilizio del Comune, sono requisiti di civiltà e non restrizioni, come qualcuno dell'opposizione ha strumentalmente affermato in Consiglio».
cb
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