"Nel nome di Prato", la difesa dei servizi al cittadino garantiti dagli uffici pubblici sul nostro territorio
La riforma istituzionale rischia di declassare Prato. L’abolizione del titolo di provincia è destinata a tradursi, infatti, nella chiusura di importanti servizi con la conseguenza di un territorio svilito nelle sue funzioni e smantellato nelle sue capacità di risposta alle esigenze dei cittadini. E’ importante evitare un futuro con meno servizi, è fondamentale porre l’attenzione sull’importanza e sulle specificità di Prato e occorre portare avanti una battaglia comune, a tutti i livelli, per difendere autonomie senza le quali si fanno passi indietro. Di questo si è parlato ieri sera al secondo appuntamento della nuova stagione di “Prato Incontra”, alla corte delle Sculture della biblioteca Lazzerini.
Sul palco, accanto al sindaco Roberto Cenni, il prefetto Maria Guia Federico, l’onorevole del Pdl Riccardo Mazzoni, il presidente del tribunale Francesco Antonio Genovese, l’assessore della Provincia Ivano Menchetti in sostituzione del presidente Lamberto Gestri, il presidente dell’Unione industriale Andrea Cavicchi e quello di Rete Imprese Italia Prato Alessandro Giacomelli. Assenti i deputati del Pd Andrea Lulli e Antonello Giacomelli che hanno salutato il pubblico con una lettera inviata per spiegare di essere rimasti a Roma per i lavori parlamentari. Accompagnamento musicale affidato al pianista Emanuele Proietti. La serata è stata condotta da Piero Ceccatelli, responsabile della redazione de La Nazione di Prato.
Al centro di tutto, l’abolizione delle Province che significa chiusura di servizi strategici: tribunale, questura, comando dei vigili del fuoco e della polizia stradale, Motorizzazione civile solo per citarne alcuni. Più in generale, significa un declassamento a tutto svantaggio dei cittadini.
“Non si tratta di una difesa di campanile – ha chiarito il sindaco Cenni – tutti siamo d’accordo con la necessità di risparmio della spesa pubblica relativamente ad una riorganizzazione dello Stato sul territorio, ma sono gli effetti che ci preoccupano. Assodato che non si può mantenere tutto così come è oggi ricorrendo ad una maggiore tassazione, è però opportuno ragionare bene su cosa si elimina e sulle conseguenze per i governi locali e per i cittadini. Prato ha 190mila abitanti, è al 18° posto nella classifica nazionale dei Comuni più popolati e non si può immaginare di fare a meno di certi servizi solo perché la provincia ha un’estensione del territorio limitata o perché nel complesso conta un numero di abitanti ridotto”.
Cenni ha fatto l’esempio della Motorizzazione civile: “Solo quando è stata discussa una interrogazione parlamentare circa il numero inadeguato di dipendenti – ha detto – è saltata fuori l’idea del Governo di procedere ad un accorpamento con Firenze. Io credo che ci debba essere rispetto per Prato, ma così non è. Ripeto, è presente la consapevolezza che alcuni servizi debbano essere efficientati, a noi interessa prima di tutto che non vengano a mancare sul territorio a discapito dei cittadini oltre che degli enti locali”.
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