"Il Castello dell'Imperatore, scenografia ideale per gli spettacoli lirici dei prossimi anni"
Puccini vola sull’aria di “Nessun dorma”, cantata dal tenore Domenico Peronace, verso il Castello dell’Imperatore, ma la lirica fatta a Prato progetta un teatro ben più maestoso e affascinante: piazza delle Carceri con lo sfondo scenografico della fortezza federiciana. Parola di sindaco Roberto Cenni: "Nel 2013 piazza delle Carceri sarà pedonalizzata. I lavori stanno per partire e, credo, faremo in tempo per trasformarla in un grande palcoscenico, dove rappresentare lo spettacolo, da tre anni realizzato al Castello".
“All’alba vincerò” (16 e 18 luglio, Castello Imperatore) s’intitola l’ultimo atto della trilogia dedicata al maestro di Torre del Lago, e mai titolo fu più azzeccato per celebrare quel progetto sulla lirica, evocato nel terzo appuntamento estivo di Prato Incontra, iniziato nel 2010 con Tosca e proseguito l’anno dopo con La Boheme, rigorosamente “fabbricato” a Prato, come ricordato dall’assessore alla Cultura Anna Beltrame: "L’idea è nata nel mio ufficio. Avevamo pochi mezzi e tante richieste. Che fare? Ci siamo ingegnati, abbiamo tirato fuori “L’opera con tre soldi ma non da tre soldi”, dove l’entusiasmo e il volontariato si sono fusi con la professionalità e tanta qualità artistica. E’ stata un’operazione popolare, che significa fatta dal popolo, dalla città, con eccellenti risultati".
Nel Cortile delle Sculture della biblioteca Lazzerini, nella serata condotta dal direttore di Toscana Tv Daniele Magrini, si sono sparse dal piano del maestro Nicola Mottaran le note di “E lucevan le stelle” da Tosca (tenore Domenico Peronace), di “Tu che di gel sei cinta” da Turandot (soprano Li Bei Bei), di “Vissi d’arte” da Tosca (soprano Silvia Pacini). Ma lo spirito di “Tre anni di lirica al Castello” è rivissuto prima nelle frasi di Goffredo Gori, anima e regista della rappresentazione come delle precedenti: "Da sei mesi cento persone, a cui se ne aggiungeranno altre cento, lavorano per lo spettacolo", poi ancora il sindaco Cenni: "La lirica è parte della nostra comunità, e l’Amministrazione è attenta a non disperdere le radici che caratterizzano la nostra comunità, stando vicino alle tante energie presenti in città, che avevano soltanto bisogno di essere sollecitate".
Un’opera collettiva, una “fabbrica d’opera”, dal nome dell’ultima associazione nata sulla scia di “All’Alba vincerò”, sul palco il vice presidente Gianni Novelli, che ha messo insieme il designer e costumista Riccardo Rami e i ragazzi del liceo artistico Brunelleschi per i costumi, il presidente della corale Verdi Vincenzo Palmeri, Filippo Conti collaboratore della direzione artistica, Claudio Jozzelli presidente del comitato cittadino per le Attività musicali, Roberto Palma dell’associazione lirica OperaAltra.
Una Turandot davvero tutta pratese. Già, Turandot, principessa cinese. E un contributo non secondario, finanziario e artistico (cantanti e figuranti cinesi sono in questo spettacolo pratese), è venuto dalla locale comunità cinese, che ha fatto dire a Matteo Ye: "Partecipare alla via sociale e culturale è un atto doveroso. Per noi è un passo significativo verso l’integrazione". Una speranza raccolta dal sindaco: "E’ importante che questa volontà si manifesti sempre più nel rispetto delle regole".
Via, dunque, a Turandot e “All’Alba vincerò” del 16 e 18 luglio al Castello (biglietti museo Tessuto e circuito box office) sintesi in due atti della trilogia lirica che Prato ha costruito intorno a Puccini, con prologo, nel quale, riecheggerà, interpretata in lingua originale dal soprano Li Bei Bei, e anticipata da Prato Incontra, anche “La Canzone del Gelsomino”, molto popolare in Cina, da cui Puccini trasse il motivo che accompagna Turandot.
E a proposito di incontri, Prato incontra ha tributato anche il giusto omaggio a Lando Bartolini, molto applaudito dalla platea, a cui Prato forse non ha attribuito il giusto rilievo. Il sindaco Cenni: "E’ vero è mancato il giusto riconoscimento. Per lui e per tanti altri. Credo che sia giunto il momento di procedere a riconoscere i valori che la città ha espresso, ed esprime".
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