«Senza Prato non si può comprendere il Rinascimento»
«Senza Prato non si può comprendere il Rinascimento». Così Keith Christiansen, curatore del dipartimento di pittura europea del Metropolitan Museum di New York e uno dei maggiori esperti al mondo di pittura italiana, ha commentato la mostra sul Quattrocento a Prato, " Officina Pratese. Da Donatello a Filippo Lippi" presentata stamani nel Salone consiliare del Comune. Ad illustrare il prestigioso evento, previsto dal 14 settembre 2013 al 13 gennaio a Palazzo Pretorio, sono stati il sindaco Roberto Cenni, l'assessore alla Cultura Anna Beltrame, la soprintendente ai Beni artistici ed architettonici delle province di Prato, Firenze e Pistoia Alessandra Marino, i curatori della mostra Andrea De Marchi, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Firenze, e Cristina Gnoni, funzionaria della Soprintendenza, il consigliere del sindaco Fabrizio Moretti e come ospite d’eccezione Keith Christiansen. Erano presenti anche alcuni membri del comitato scientifico internazionale, che si è riunito stamani per la prima volta. «Una mostra di altissimo livello, che costituisce un evento nell'evento della riapertura del Museo Civico e che farà entrare Prato nel circuito dei musei internazionali - ha esordito il sindaco Roberto Cenni - E' il frutto di un lavoro lungo e meticoloso, con l'obiettivo di fare del nuovo museo il fulcro delle iniziative culturali a Prato. Questa per noi è stata fin da subito una priorità, perchè dopo 20 anni di chiusura, in cui si è scelto di fare altri investimenti, la città deve riappropriarsi di un patrimonio tanto prezioso». Al centro ci sarà quel laboratorio artistico che a Prato nacque tra il 1420 e il 1460, una vera e propria fucina di sperimentazione, da cui il titolo dell'esposizione: «Prato è stata per Filippo Lippi e per Paolo Uccello quello che Napoli è stata per Caravaggio, qui la loro arte ha avuto la sua fioritura più bella, gettando le basi della pittura moderna e di un nuovo stile narrativo - ha proseguito Christiansen - Sono davvero onorato di essere qui per questo evento così unico ed emozionante e mi adopererò in ogni modo per promuoverlo in tutto il mondo». «Davvero eccezionale l'idea dell'Amministrazione comunale di organizzare una mostra temporanea per presentare la riapertura del Museo Civico - ha detto la soprintendente Marino - Il fulcro dell'esposizione sarà appunto quel laboratorio che vide protagonisti artisti di primo piano, Lippi e il giovane Paolo Uccello per primi, le grandi e ricche committenze della città e il ruolo del Sacro Cingolo di Maria come motore di sviluppo». Da sottolineare che si tratta della prima mostra sul Rinascimento a Prato, che ricomporrà come in un mosaico le tante opere che da Prato partirono, o che furono smembrate, per figurare nelle collezioni private e nei musei di tanti paesi del mondo: «Un'occasione storica che porterà sulla scena internazionale il più bel secolo dell'arte a Prato - hanno detto i curatori, De Marchi e Gnoni - e per riscoprire la città e il contesto di quegli anni così fulgidi. Il tutto nella splendida cornice delle sale monumentali del Civico». «E’ per tutti noi una bellissima sfida – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Anna Beltrame -, che il Comune sta affrontando con la preziosa collaborazione di storici dell’arte e soprattutto della Soprintendenza: per Prato è un’occasione di rilancio e di speranza». «Da pratese sono davvero orgoglioso che nella mia città sia organizzata una mostra di questa portata - ha concluso Fabrizio Moretti, gallerista e collezionista di fama internazionale - e con un parterre di critici d'arte e studiosi così prestigioso. Per Prato sarà il trampolino di lancio verso il circuito artistico internazionale».
cb
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