"Una trappola la norma inserita dal ministro Riccardi"
Segue dichiarazione dell'assessore all'Immigrazione Giorgio Silli:
"L'integrazione va affrontata con una seria regolarizzazione e
non con il
metodo della "pesca di beneficienza" dove i più
fortunati si aggiudicano un permesso di soggiorno.
La partenza del governo era giusta: applicare una direttiva
comunitaria ed emettere un decreto affinché il
clandestino sfruttato che denuncia il
datore di lavoro possa avere una sorta di comprensione da
parte dello
Stato, e quindi un permesso di soggiorno. La trappola,
invece, arriva con la norma inserita dal ministro Andrea Riccardi
che prevede l'autodenuncia del datore di lavoro che ha sfruttato il
lavoratore clandestino, e la possibilità di una sua
regolarizzazione attraverso una piccola multa.
Possibilità, quest'ultima, che avrebbe effetti devastanti
in quelle città
che hanno un numero molto elevato di migranti, e che
creerebbe,
soprattutto, un business parallelo di compravendita di
permessi di
soggiorno, come peraltro già avvento in alcuni casi
della sanatoria sulle
colf e badanti.
Sull'immigrazione servono regole e garanzie certe. Ecco
perché diciamo si all'integrazione sul territorio, e no
all'apertura di caselli come
lasciapassare anche di immigrati tutt'altro che
sfruttati".
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