L'emersione dei clandestini voluta dal governo: dubbi e proposte
La nuova norma per favorire l'emersione dei clandestini voluta dal governo è stata argomento di discussione dell'incontro avvenuto ieri mattina a Roma tra l'assessore all'Integrazione Giorgio Silli, il capo di gabinetto del ministero all’Integrazione e alcuni componenti di Anci.
La norma prevede il rilascio di un permesso di soggiorno di 6 mesi per i clandestini che denunciano il loro datore di lavoro. "Da tempo auspicavamo la ricezione di questa direttiva europea - ha dichiarato l’assessore Silli -, il problema è un articolo del decreto che permetterebbe l’emersione di centinaia di migliaia di clandestini in Italia. Se da un lato è giusto offrirgli la possibilità di uscire dall’illegalità denunciando il loro sfruttatore, dall’altro è impensabile e inaccettabile che il datore di lavoro denunciato possa ritornare pulito pagando una multa di mille euro più i contributi della durata di alcuni mesi. Il rischio è che la sanzione venga fatta pagare ai lavoratori clandestini”.
Fra i dubbi più volte esposti dall’assessore: la nascita di un mercato di permessi di soggiorno, un intasamento dei servizi sociali causa l’emersione di migliaia di clandestini in città che avrebbero il diritto di accedere a quasi ogni tipo di graduatoria e, nel caso in cui non si chiarisse chi dovrà certificare la presenza del clandestino in Italia prima del 31 dicembre 2011, il fatto che nel nostro paese potrebbero arrivare altri clandestini interessati ai benefici di questa sanatoria.
Sebbene il governo sia deciso ad andare avanti, il ministero si è detto disponibile a mediare su alcuni punti proposti da Silli e dagli altri intervenuti: la richiesta che parte dei proventi incassati rimangano sul territorio o che comunque i comuni siano adeguatamente risarciti, la proposta di una commissione che provi da quanto tempo il clandestino risiede in Italia, la richiesta di una scaletta che differenzi le multe in base al lavoro svolto, secondo una logica per cui è impensabile che una famiglia paghi per una badante la stessa cifra che un’impresa paga per uno o più operai.
Una lettera verrà inviata a tutti i ministri interessati in questo decreto: Lavoro-Fornero, Interni-Cancellieri, Integrazione-Riccardi.
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