Bettazzi e Baldi: «Il PD pratese sta con Prato o col governatore-capo?»
Nella discussione sull'accorpamento delle Province intervengono il presidente del Consiglio comunale Maurizio Bettazzi e il capogruppo del Pdl Roberto Baldi per difendere l'autonomia di Prato contro il progetto del presidente della Regione Enrico Rossi di creare l'area vasta.
«C’è qualcosa d’incomprensibile negli interventi di Lulli, Gestri ed alcuni altri PD pratesi sul problema provincia. Giova chiarire anzitutto che difendere la peculiarità di Prato come capoluogo, sancita dalla recente legge nazionale sulle province, non è fare campanilismo. E’ semmai campanilistico e riduttivo l’atteggiamento della Regione che da molti anni ha cercato di ridimensionare in vario modo la realtà pratese, fino a proporre oggi ingegnose modificazioni di una legge nazionale nell’intento fondamentale di riportare Prato sotto le ali di Firenze, in nome di una presunta omogeneità che tale non è al di là della vicinanza territoriale. Se ridimensionamento di Prato ha da essere nelle intenzioni di Rossi, non si vede come certa parte della sponda sinistra si adegui, col presupposto che fondamentale è salvare gli uffici e non il capoluogo. Di grazia: il capoluogo non traina anche gli uffici? Sì. “Niente aggiunge e niente toglie” alle espressioni del governatore Rossi, che da Firenze ci ripropone un nebuloso progetto di area vasta, inglobante Prato, saltando a pie’ pari l’articolo 114 della Costituzione, dove si prevedono comuni, province, città metropolitane e non già area vasta, introdotta da alcune legislazioni regionali per una rete di relazioni e programmazione strategica del territorio, non già per accorpare province.
Secondo Bugetti dovrebbe essere accettata la soluzione proposta da Rossi se garantisce razionalizzazione. E’ un “se” grosso come una casa e che di fatto significherebbe, come annotava giustamente Leonardo Biagiotti nel “fondo” de La Nazione, “ennesima riforma o tentativo di riforma all’italiana”. E’ la prima volta che una legge dello Stato pone Prato in posizione particolarmente favorevole attribuendole il ruolo di capoluogo con annessi uffici decentrati. Rinunciarvi sarebbe autolesionistico. Il PD pratese deve dimostrare una volta di più se sta con Prato o se sta col governatore-capo, che della nostra città ha dimostrato a più riprese di avere interesse ridotto rispetto ai suoi feudi elettorali.
Le opzioni attualmente possibili, come giustamente hanno osservato taluni, sono solo due:
1) Firenze Città Metropolitana all’interno dei confini della sua ex provincia, con tutti o buona parte dei comuni attualmente ricadenti in provincia di FI, mentre Prato e Pistoia costituiscono una nuova Provincia con annessi comuni limitrofi.
2) Provinciona di Firenze comprendente anche Prato e Pistoia, ma in tal caso, Firenze dovrebbe rinunciare a costituire la sua Città Metropolitana, dalla quale attualmente non può esimersi facilmente.
Superfluo anche il concetto sostenuto da Bugetti, secondo cui i destinatari delle nostre scelte sono le generazioni a venire non certo chi siede nelle poltrone dei palazzi cittadini. Roba da buttarle le braccia al collo, se fosse accertato che le istanze della Regione e in particolare del governatore sono ispirate agli interessi delle generazioni future e non già dei cadreghini esistenti. Rinunciarvi sarebbe autolesionistico.
Il PD pratese deve dimostrare una volta di più se sta con Prato o se sta con i feudi elettorali del governatore-capo.
Rossi eccepisce che chi ha proposte diverse deve metterle in campo. Noi eccepiamo che la recente legislazione nazionale sul problema provincia non richiede ingegnose ricerche regolamentari, tranne la definizione di aree omogenee di aggregazione su determinati parametri territoriali e di popolazione con Prato capoluogo, con redistribuzione di funzioni e connesse risorse finanziarie, umane e strumentali.
Disponibili eccome a un confronto serio sul problema, così come propone Bugetti, ma non con la logica del clan che pervade talvolta la sinistra (leggere l’ultimo Pansa “tipi di sinistra”). Senza campanilismo e sciovinismo d’accatto anche, sissignori, ma memori di una governance regionale che ha usurpato negli anni pertinenze a noi dovute, come documentano le ridotte spettanze finanziarie e di personale più volte lamentate dalla stessa sinistra pratese e di cui soffre ancor oggi Prato, sottodimensionata in Comune, Provincia, ASL ed enti vari. Come dimostrano altresì iniziative quali l’aeroporto che, pista parallela o convergente, parte dal presupposto fondamentale che gli aerei devono volare su Prato e non su Firenze. Come dimostra il no risoluto al polo oncologico pratese per identificarlo in Firenze. Noi abbiamo già dato, presidente Rossi. Noi abbiamo già dato.
Quel bisogno pressante di farci ‘adottare’ di nuovo in nome di una omogeneità molto presunta, che tale mai è stata poiché Prato fu per Firenze un municipio di periferia, ci sa tanto di carità pelosa su cui è bene vigilare.
La proposta il PDL toscano è la formazione di cinque province: la riproporremo unitamente ad una integralmente rispettosa dell’attuale normativa nazionale, in un consiglio straordinario da svolgersi nel più breve tempo possibile (è già questo un confronto serio nella sede più propria e pertinente) è una subordinata che può essere elemento di discussione, ma fondamentale resta il fatto che Prato dovrà essere capoluogo con uffici annessi, come prevede la legge nazionale e come non piace ad alcuni rappresentanti della sinistra, disposti a rinnegare Prato per seguire le fantasie egemoniche del governatore.
Roberto Baldi presidente gruppo consiliare PDL
Maurizio Bettazzi presidente consiglio comunale.
cb
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