"Province: essere o non essere, necessario assumere posizioni serie e chiare"
In merito al dibattito circa il riordino delle Province il consigliere comunale del gruppo Pdl Carlo La Vigna dichiara quanto segue:
"Come da rituale anche quest’anno la pausa estiva ha alimentato una lunga serie di disquisizioni sul futuro politico del nostro paese; adesso è necessario che ciascuno schieramento assuma posizioni serie, chiare, univoche e possibilmente coerenti, scevre magari da obiettivi prettamente strategici finalizzati alla conquista di quell’agognato “potere” finora impiegato, purtroppo quasi sempre, a proprio uso e consumo.
Allora, parafrasando: “essere o non essere”? Questo è il principale dilemma di chi, non più giovane come chi scrive, tenta di dare, da neofita, un apporto alla politica.
Più in generale, è difficile per chi è consapevole dell’esigenza e della necessità di un cambiamento metodologico dell’attuale maniera di far politica ritrovarsi, seppure inevitabilmente, condizionato da una logica più di partito che d’interesse collettivo.
Allora, dal momento che le linee programmatiche dei diversi schieramenti politici sono legittimamente indicate dalla rispettive classe dirigenti, risulta più facile per chi è fuori da tali centri di potere, esprimere il “NON ESSERE” piuttosto che l’ “ESSERE”.
Dunque, non mi resta che esternare pubblicamente ciò che non potrei mai essere nell’ambito di un qualsiasi schieramento politico.
Innanzi tutto non uno yes man al servizio del partito piuttosto che dei cittadini, né un demagogo, tanto meno un incoerente.
D’altra parte il mio vissuto, che si è consolidato in anni di lavoro e di sacrifici, non ammetterebbe deroghe su tali punti essendo stato sempre proteso, con sano pragmatismo, a favore della popolazione e della civile e democratica convivenza tra le genti.
Nell’ambito della politica locale, ove tra l’altro esercito il mio mandato elettorale, coerenza ed obbligo morale mi impongono pieno sostegno al sindaco Cenni fin tanto la sua attività risulti conforme al programma elettorale proposto ed accolto dalla maggioranza dei cittadini. Conseguentemente, tale sostegno non è mai venuto meno neanche a fronte delle speculazioni politiche orchestrate dall’opposizione attraverso squallidi attacchi personali semplicemente per ribaltare il legittimo risultato delle urne.
Più difficile risulta invece assumere una posizione, con riguardo alla politica nazionale espressa dai diversi partiti, che sembrano aver ritrovato, come non mai, un’unità d’intenti, proprio nell’incoerenza, nell’improvvisazione e nella solita demagogia. Evitiamo dunque posizioni altalenanti e mai definite che potrebbero disgustare gli elettori e allontanare i cittadini dalla politica.
In quest’ultimo anno, sia i partiti che sostengono il governo Monti, sia quelli che a parole lo avversano, hanno detto tutto ed il contrario di tutto, con l’unico scopo di catturare consenso dell’opinione pubblica che invece, come noto, muta in base alle variegate sensibilità del momento.
Con il decreto “Salva Italia” infatti, si prevedeva, poco meno di un anno fa, la sostanziale scomparsa delle Province grandi e piccole, in tutte le Regioni, sotto la spinta mediatica dell’abbattimento dei “costi della politica”, con ampia condivisione parlamentare.
Oggi, a seguito di una mediazione tra i partiti, il nuovo decreto legge del Governo, approvato all’inizio d’Agosto dal Parlamento, prevede semplicemente un riordino della loro mappatura, tale da conseguire solo una riduzione, seppur significativa, delle stesse (50%?).
Sulla base dei criteri di riordino (almeno 350.000 abitanti e un’estensione non inferiore a 2500 kmq), in Toscana, delle attuali 10 province, si salverebbe solo Firenze, previa contestuale trasformazione della provincia in “Città metropolitana”, senza possibilità che questa si unisca con una o più province esistenti.
Sarebbe stato già un ottimo risultato se non fosse che, in tutte le Regioni, è partita la corsa agli “accorpamenti” ma sotto spinte politiche di dubbia aderenza all’obiettivo principe: la spending review.
Comunque un risultato utile, per quanto parziale, è stato infine conseguito!
Ma cosa ne è stato dei buoni propositi della modifica della legge elettorale, dell’adozione del voto di preferenza e del dimezzamento dei Parlamentari, rimasti lettera morta?
Ebbene, ai predetti due obiettivi, ai quali vanno aggiunti senza esitazioni, il divieto di mandato parlamentare per oltre due legislature consecutive e l’abolizione dei vitalizi ai politici (se non attraverso le comuni regole previdenziali che riguardano indistintamente tutto il comparto dei lavoratori), devono essere rivolti tutti i nostri sforzi, perché questo è il desiderio di tutti quegli italiani che si sono fatti carico, responsabilmente, dei grandi sacrifici imposti dalla legge “Salva Italia”, per il bene del paese".
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