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Comune di Prato

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25/09/2012 15:50
Cenni Istituzioni L'incontro tra il sindaco Cenni e il Comitato Provinciale Area Pratese sull'assetto delle province

«No a Prato nella città metropolitana, non svenderemo la nostra autonomia e la nostra identità»

Unione di vedute e di intenti sulla difesa di Prato come capoluogo, come già indica il decreto legge

No all'accorpamento di Prato nella città metropolitana e difesa a oltranza della sua autonomia e del suo ruolo di naturale capoluogo di Provincia, in quanto seconda città della Toscana per numero di abitanti, come prevede la legge. Sono questi i punti fermi concordati nell'incontro tra il sindaco Roberto Cenni e il Comitato Provinciale Area Pratese sul decreto taglia Province. La folta delegazione era guidata dal presidente Roberto Risaliti, con la partecipazione del console dei Maestri del Lavoro d'Italia Edoardo Silli.

«Prato deve rimanere capoluogo, come dice chiaramente la legge - afferma il Comitato - Non è possibile pensare alla seconda città della regione e la terza dell'Italia centrale non capoluogo: data la complessita del suo tessuto economico sociale ha infatti la necessità di avere gli Uffici periferici dello Stato. Per quanto riguarda i confini della nuova Provincia, in mancanza di un accordo deve essere applicata la legge realizzando la "super provincia" da Prato a Massa. Il Consiglio delle autonomie locali deve deliberare attenendosi alla legge: non staremo certo sull'albero ad aspettare deroghe: di quelle si parlerà in seguito». Da avversare completamente, secondo il comitato, l'ipotesi dell'adesione alla città metropolitana: «Oltre che contrario alle indicazioni della normativa, appunto, è impensabile che Prato possa aderire alla città metropolitana svendendo la propria autonomia, la sua storia e tutti i servizi costruiti negli anni: Prato non può e non vuole entrare in questo "oggetto misterioso" che ridurrebbe il nostro comune a zero. Chi pensa il contrario, o lavora in direzione opposta, non può certo dire che sta facendo il bene della città».

Si è detto pienamente d'accordo con questo orientamento il sindaco Roberto Cenni, che già in altre occasioni ha ribadito il proprio no a qualsiasi soluzione che possa vedere penalizzata Prato nella propria autonomia: «Da molti sono state prospettate soluzioni  che non sono assolutamente in linea con quanto la legge prevede - chiarisce Cenni - L’unico organismo titolato a dare delle soluzioni è Consiglio delle Autonomie locali, che non può che essere in linea con quanto la normativa prescrive. Deve essere chiaro perciò a tutti i cittadini che le ipotesi di Prato nella città metropolitana non sono attuabili e neppure convenienti: qualsiasi accorpamento deve essere fatto nel rispetto della legge e Prato è sicuramente il capoluogo deputato, in quanto seconda città dopo Firenze per numero di abitanti. E’ perciò importante che se la Regione Toscana avanza una proposta questa debba vedere Prato in una posizione  di privilegio. Non ci interessa inoltre essere solo figurativamente il capoluogo, ma anche mantenere tutti gli uffici dello Stato sul territorio determinanti per il nostro delicato sistema economico e sociale».

Cenni ha concluso l'incontro puntualizzando che "Qualsiasi soluzione diversa da quella che la cornice della legge impone può essere solo auspicata in deroga, in un momento diverso, perché può solo confondere quelli che sono gli attuali e  veri interessi della città, ovvero far valere la propria posizione di seconda città della Toscana".

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