Il modello pratese di inclusione scolastica dei bambini disabili sarà esportato in Romania
Il modello pratese di inclusione dei bambini disabili a scuola sarà esportato a Brasov in Romania: una delegazione romena di insegnanti, terapisti e medici è arrivata ieri in città per un corso di formazione professionale di due settimane nell'ambito del progetto ”Disordini pervasivi dello sviluppo: autismo, Sindrome di Asperger, ADHD”, finanziato dall'Unione Europea attraverso la linea "Leonardo da Vinci", che vede come capofila la Facoltà di Psicologia e Scienze della Formazione dell'Università Transilvana di Brasov e come partner il Comune di Prato.
Stamani il progetto e le sue finalità sono stati illustrati dall'assessore alla Pubblica Istruzione e Pari opportunità Rita Pieri, dalla coordinatrice Silvia Anichini, del Servizio Pubblica Istruzione ed infanzia del Comune di Prato, e dalle rappresentanti della delegazione romena, formata da 12 corsisti, Liliana Rogozea, vice rettore dell'Università di Brasov e direttrice del progetto europeo, Gabriela Plopeanu, presidente dell'associazione di genitori Cristal Children, partner dell'iniziativa, e Mariana Norel, docente della Facoltà di pscicologia e Scienze dell'educazione. L'obiettivo è la trasmissione di buone pratiche per l'inserimento scolastico di bambini disabili dal nido alle medie, tema sul quale il Comune di Prato, insieme agli altri soggetti istituzionali come la ASL e l’Ufficio Scolastico Territoriale, è fortemente impegnato con molteplici iniziative rivolte alle scuole e al territorio: ne è un esempio proprio il recente progetto sull'autismo a scuola che interesserà tutti gli istituti pratesi per dotare gli insegnanti delle competenze per poter comunicare e relazionarsi con i bambini e i ragazzi affetti da questo disturbo. Ora questo bagaglio di esperienze sarà trasmesso ai partner romeni: «Dare concretezza ai concetti di integrazione e inclusione in classe e anche fuori dalla scuola è uno degli obiettivi principali delnostro assessorato - dice l'assessore Pieri - Vogliamo far stare bene a scuola tutti i ragazzi, insegnandogli come relazionarsi e comunicare tra loro. Prato soprattutto per l'assistenza all'autismo rappresenta un'eccellenza e siamo davvero orgogliosi di poter trasmettere la nostra esperienza ad altri perchè possano anche loro adottare delle buone pratiche nell'interesse di tutti i bambini. Attività come questa permettono di far conoscere il nostro patrimonio di conoscenze e di affermarci sul piano internazionale come interlocutori di rilievo». Come hanno spiegato le educatrici romene, finora a Brasov i bambini disabili vengono tenuti separati dal resto della classe ed hanno un operatore di sostegno, ma l'ambizione è quella di applicare il modello di inclusione pratese: «L'esperienza che Prato ha costruito è straordinaria e ha dato, come abbiamo potuto constatare, risultati sorprendenti - affermano le insegnanti straniere - E' un progetto ambizioso quello a cui stiamo lavorando, ma ci mettiamo tutta la nostra anima e ringraziamo il Comune di Prato per il grande arricchimento che ci trasmette».
La delegazione rumena è composta da 12 corsisti, tra cui due medici, due terapiste della riabilitazione, una assistente sociale e sette docenti della facoltà di Psicologia e Scienze della Formazione. L'idea della collaborazione con il Comune di Prato nasce a seguito di precedenti progetti che hanno visto coinvolto il Comune e l'Università di Brasov nello scambio di buone pratiche sulla governance dei servizi educativi per l'infanzia, in cui i partner romeni hanno già potuto verificare come nelle scuole e nei servizi educativi bambini e famiglie sono supportate, nonché verificare la consistenza della rete interistituzionale per l'inserimento scolastico dei bambini con disabilità.
Il programma della visita-studio prevede la mattina attività di tirocinio osservativo nelle scuole pratesi: sono stati coinvolti asili nido (Fiore e L'orto del lupo, Il Borgo, Arcobaleno) e scuole dell’infanzia comunali (Ciliani, Corridoni, Fontanelle, Galciana, Vergaio) e gli Istituti Comprensivi statali “Puddu” e “Lippi”, che accoglieranno i tirocinanti presso le loro primarie. Obiettivo del tirocinio è l’osservazione diretta del lavoro che viene svolto per l’integrazione scolastica di bambini disabili: ad esempio la gestione nei gruppi di pari, il rapporto di educatori e insegnanti coi genitori, l’integrazione tra l’insegnante aggiuntiva e quelle di sezione; questa attività sarà integrata da incontri a carattere teorico per l’illustrazione del PIS-Piano d’Inclusione Scolastica, inteso come strumento che fissa gli obiettivi da cui discendono le strategie specifiche per conseguirli.
Al pomeriggio sono previsti diversi incontri che si configurano come un vero e proprio percorso di formazione professionale: sarà illustrato dall’assessore Pieri il progetto “Autismo e scuola”, in un incontro in Palazzo Comunale a cui è stato invitato anche il dott. Santagata dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Presso l’Urp Multiente sarà illustrata l’attività dello “Sportello disabili ancH’io”, attraverso il quale viene divulgata una ampia serie di informazioni che possono interessare le persone disabili, i familiari di persone disabili e quanti intendono approfondire i temi legati alla disabilità; sono previsti poi incontri con i medici della ASL4 pratese e coi tecnici del servizio sociale, nei quali saranno illustrate le metodologie per la diagnosi precoce dell’autismo e per gli interventi di riabilitazione quando i bambini sono ancora piccoli. Si parlerà anche degli interventi socio-educativi nelle scuole a sostegno delle scuole attraverso questa figura specialistica,la delegazione parteciperà a un corso sulla Comunicazione aumentativa alternativa, metodologia che viene utilizzata molto nelle scuole di Prato per aumentare le possibilità di comunicazione dei bambini autistici. Significativo che la seconda lezione del corso sarà svolta dai partner rumeni insieme alle insegnanti delle scuole pratesi, già in formazione su questa tecnica. Incontreranno infine dei genitori, perché la partecipazione delle famiglie e la condivisione tra i familiari e la scuola è fondamentale per costruire quelle alleanze che determinano il successo degli interventi scolastici.
cb
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