Il sindaco Roberto Cenni incontra in Senato il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e il vicecapogruppo Pd Nicola Latorre
Il sindaco Roberto Cenni questa mattina ha incontrato in Senato il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e il vicecapogruppo Pd Nicola Latorre, insieme al sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e al sindaco di Monza Roberto Scanagatti, in rappresentanza dei primi cittadini di 35 città italiane.
"Abbiamo esposto - ha affermato Cenni - ai senatori i gravi problemi che causerebbe l'approvazione senza emendamenti del decreto sul riordino delle province a quei comuni, come Prato, che vengono assorbiti dalle città metropolitane. Di fatto il provvedimento, se convertito in legge così com'è adesso, attribuisce alla città metropolitana tutte le funzioni delle province più alcune fondamentali dei comuni come le decisioni su urbanistica, mobilità, viabilità e sviluppo economico. Senza contare il fatto che per Prato perdere lo status di provincia significherebbe vedere tagliati presidi statali essenziali come Prefettura e Questura, solo per fare alcuni esempi. In un territorio che vive la crisi economica che conosciamo e che ha i problemi di immigrazione che sappiamo. Per Prato sarebbe un colpo mortale. Per questo, sin da subito e con gesti anche simbolicamente eclatanti, ho gridato allo scandalo verso questo provvedimento di legge che non risolve alcun problema a livello nazionale - le province dovevano essere tolte tutte e redistribuite le funzioni tra Regioni e Comuni - causandone invece moltissimi alla città di Prato, che di problemi francamente ne aveva già a sufficienza per conto proprio".
Da parte loro i senatori hanno ascoltato le ragioni dei sindaci presenti in audizione e hanno preso atto della situazione. "La speranza - ha concluso Roberto Cenni - è che i gruppi parlamentari che stanno lavorando sulla conversione in legge del decreto operino per emendare quelle parti che arrecano danni alle città senza portare alcun beneficio al fine per il quale il decreto è stato pensato. Confidiamo in definitiva nella possibilità di veder emendare in Parlamento questo decreto miope e ingiusto che toglie specifiche deleghe ai Comuni, i quali sono il vero front office dei cittadini, creando comunque un ente sovrastrutturale come la città metropolitana".
mc
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